"Comprai un manuale di conversazione dal francese all`inglese, da principianti. Mi misi al lavoro e coscientemente copiai, per impararle a memoria, le frasi prese dal mio manuale. Rileggendole con attenzione, imparai dunque, non l`inglese, ma delle verità sorprendenti: che ci sono sette giorni nella settimana, ad esempio, cosa che già sapevo; oppure che il pavimento è in basso, il soffitto in alto... Per mia enorme meraviglia, la S.ra Smith faceva sapere a suo marito che essi avevano numerosi figli, che abitavano nei dintorni di Londra, che il loro cognome era Smith, che il Sig. Smith era un impiegato. Mi dicevo che il Sig. Smith doveva essere un po` al corrente di tutto ciò; ma, non si sa mai, ci sono persone così distratte..."
(E. Ionesco in Note e Contronote)

E' lo strumento che più di ogni altro ha condensato tutto un percorso evolutivo, fatto di suoni e gesti: paure e speranze dei nostri progenitori, di illusioni, di malattie e guarigioni, di ricordi ed anticipazioni di tutti quelli venuti dopo e può declinare la nostra presenza oltre che la cultura che abitiamo.
Ionesco lo spoglia (la via negativa di Grotowsky?) e sollecita a riconiugarlo nella nostra esperienza individuale, perchè un predicato non superi il soggetto, perchè un soggetto sia consapevole di essere anche complemento oggetto. Così facendo il re "non sarà mai nudo"!
Domani mattina, vi anticiperò su queste pagine la scena seconda della nostra riduzione drammaterapica de "Il Rinoceronte". La prima deve essere ancora composta. Nasce dalla mia-vostra osservazione, evolverà ancora in qualcosa nella vostra interpretazione.
Vi sto soffiando sopra perchè il superfluo voli via. Director
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