L'induzione inizia con pochi passi, dove gesti, voce e segnali prosodici diventano indicativi di un "percorso" dove manca l'esplicita richiesta di partecipazione al soggetto. Egli è cooptato nella dimensione "induttiva" indirettamente, coscientemente, nel corso di una conversazione, mentre il campo comunicativo si avvia a divenire intensamente simbolico. E' così avviata una ricerca interna di significati che permettano al soggetto di articolare la propria esperienza nella situazione che sta vivendo, pena il restarne fuori, privato della comprensione di quanto accade e che sembra riguardarlo sempre più profondamente. Ed ognuno di noi, per statuto filogenetico, vuole sapere cosa gli sta accadendo! Un esempio semplice, ma molto esplicativo, può essere questo: una persona ti dà in mano mano un giravite, mentre anche'egli sta lavorando con esso, probabilmente con lo stesso e di lì a poco l'unica cosa che ti rimane da fare...è girare quel giravite insieme a lui! Viene bypassata la richiesta formale di cooperazione; ma, oltre questo, indirettamente, viene chiesto al soggetto di far vedere come egli userebbe al meglio l'attrezzo, mostrando che si è al contempo in dipendenza stretta dalle sue risposte. Ora, tutti sappiamo che si può eludere una risposta, ma difficilmente, se si ci si trova nella posizione di volerne avere una noi! Qui qui ci viene indicato che per essere soddisfatti sia necessario fornirne e la confusione tra parte committente ed esecutrice diventa molto confusa...ed il passo obbligato successivo è quello di camminare insieme. Infatti il campodi perplessità nel trovare spiegazioni logiche all'esterno della comunicazione, comporta un orientamente del soggetto in senso introspettivo, introversivo, con una parte che rimane rivolta fuori, strettamente dipendente dall'operatore. Ogni passo del percorso del soggetto allora viene ratificato come "buono"; in realtà quello che è buono è il fatto che egli stia dando o tentando di dare delle risposte, verbali, comportamentali ed in effetti èd allora è.. più facile far cambiare direzione ad una veicolo in moto che da fermo. A quel punto ogni correzione verso l'approfondimento della trance è completamente accettata, risolve il problema "incognita" che al soggetto era stato commissionato -pur nel consenso informato del lavoro della trance.
Marina (prima a sinistra) ha un momento di riflessione, mentre sta cercando delle risposte ad una conversazione che ha per tema il soggetto che verrà interpretato ed allora si approfitta della sua ricerca interna di dati, per dirottarla verso quella che gli viene suggerito fuori...Ambedue sanno che ad un certo punto del percorso avrà probabilmente luogo la trance del lavoro attraverso l'hypnodrama. Inizialmente ci si rivolge alla sua compagna di lavoro (Carmen), poi a lei. Il ritorno a lei enfatizza il canale comunicativo di "esclusvità" della comunicazione. Una volta agganciata la sua attenzione si è procede secondo quanto spiegato più sopra, sino alla realizzazione di un vero "Drama", con l'aiuto dello stato modificato di coscienza realizzatosi. La successiva possibile abreazione dei contenuti conflittuali del soggetto, vestiti di una trama differente -quella del testo teatrale- avviene allora attraverso l'atto interpretativo del proprio vissuto all'interno del ruolo prefigurato, sotto la direzione del regista.
Foto: Hypnodrama & Drama Creativo, Laboratorio Atelier LiberaMente, 16 ottobre 2009
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