@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
Work nicely with us to create our friendship and the warmth of our curiosity and mind’s exploration.
Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!

"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

venerdì 26 febbraio 2010

Drammaterapia: Panta Rei

@ Maria Pina

Panta rei. Tutto scorre. Credo che il più grande peccato che l'uomo possa compiere sia quello di non rispettare la grande legge del divenire. Quanto spesso si resta aggrappati ai propri dolori, ai proprio disagi, o, più spesso, alle proprie fruste abitudini, rifiutando nuovi, ma sicuramente più complessi percorsi? E quante volte si resta basiti, smarriti, sconvolti, intimoriti di fronte a nuovi eventi?
Ma tutto si trasforma. E' poco saggio pensare che la prima legge della termodinamica sia solo roba da libro di fisica del liceo.
E così, da un abbandono può nascere una nuova solidarietà di gruppo; dalla tensione può scaturire un nuovo dialogo.

mercoledì 24 febbraio 2010

Cinematerapia senza Cinematerapia!

@ Director

Un film può far bene, ha ragione Maria Pina, anche se non passa attraverso un setting di psicoterapia e mi riferisco a quel tipo di “estesa” cura che l’arte offre, come risorsa dell’individuo, all’anima.-per usare un codice caro ad Hilmann.  continua

domenica 21 febbraio 2010

Drammaterapia...a Roma

@ Maria Pina Egidi

Director, Compagni di Viaggio, con quali parole spiegare ciò che smuovono la poesia di Neruda e le parole di Chaplin? Come potrei descrivere la impalpabilità di emozioni e visioni senza cadere nella prosaicità del linguaggio quotidiano?
Nel nostro gioco di IN e OUT, rispondo alla poesia con un'altra poesia.
Ho scelto una poesia del mio amatissimo Pavese, dove non vi è traccia della dolorosa ombrosità dell'autore.
Vi si parla di sole, bellezza, di freschezza e di un protagonista che attraversa il suo palcoscenico privato, una delle più belle piazze di Roma, con l'unicità del suo vissuto.
(Credo possiate innamorarvi anche voi di queste parole, come successe a me, ai tempi del liceo)

Passerò per Piazza di Spagna
















Passerò per Piazza di Spagna
Sarà un cielo chiaro.
S'apriranno le strade
sul colle di pini e di pietra.
Il tumulto delle strade
non muterà quell'aria ferma.
I fiori spruzzati
di colori alle fontane
occhieggeranno come donne
divertite. Le scale
le terrazze le rondini
canteranno nel sole.
S'aprirà quella strada,
le pietre canteranno,
il cuore batterà sussultando
come l'acqua nelle fontane -
sarà questa la voce
che salirà le tue scale.
Le finestre sapranno
l'odore della pietra e dell'aria
mattutina. S'aprirà una porta.
Il tumulto delle strade
sarà il tumulto del cuore
nella luce smarrita.
Sarai tu - ferma e chiara.
Cesare Pavese (1908-1950)

@ Director
Non la leggevo da così tanto. Brividi...senza copyright!

Foto: Piazza di Spagna, by Pixelart, 2009

Dramatherapy & Cinematherapy

Un articolo di Maria Pia Egidi su Cinema-dramaterapia.
Il cinema che cura, il cinema che guarisce, il cinema che suscita incubi (vedi il recente fenomeno di “Paranormal”), il cinema che consola , il cinema che fa sognare, il cinema che porta lontano.  continua....
Stralcio di dialogo da "Porci con le Ali"
Antonia si siede sul letto accanto alla madre
La madre: Va bene e chi è sta volta?
Antonia: Di lui dicono che è un'assassino, ma lo fa per difendere i deboli in un incidente di caccia ha avuto le braccia spezzate durante una sommossa è stato arrestato ha una moglie, un figlio una volta è stato nel maniconio... É scappato, volevano lobotomizzarlo.
La madre: Come hai detto che si chiama?
La figlia: Rocco si chiama (piangendo esce dalla stanza e sbatte la porta)

Foto: Locandina di Porci con le Ali. Regia: Paolo Pietrangeli Con: Anna Nogara – Benedetta Fantoli – Beniamino Placido – Cristiana Mancinelli Scotti – Franco Bianchi – Lou Castel, 1977

sabato 20 febbraio 2010

Drammaterapia: l'abbandono ed il respiro pieno...di questa esistenza

Bisogna saper emergere e scavare, nel rischio di questa esistenza, in bilico tra l'abbandono ed il respiro pieno...piccoli soldati dell'illusione e generali alleati della luce sulle colline morbide o scure dell'esistenza.
Due poesie, Pablo Neruda, Charles Chaplin. Director

Puedo escribir los versos más tristes esta noche
Puedo escribir los versos más tristes esta noche.
Escribir, por ejemplo : 'La noche está estrellada,
y tiritan, azules, los astros, a lo lejos'.
El viento de la noche gira en el cielo y canta.
Puedo escribir los versos más tristes esta noche.
Yo la quise, y a veces ella también me quiso.
En las noches como ésta la tuve entre mis brazos.La
besé tantas veces bajo el cielo infinito.
Ella me quiso, a veces yo también la quería.
Cómo no haber amado sus grandes ojos fijos.
Puedo escribir los versos más tristes esta noche.
Pensar que no la tengo. Sentir que la he perdido.
Oir la noche immensa, más inmensa sin ella.
Y el verso cae al alma como al pasto el rocío.
Qué importa que mi amor no pudiera guardarla.
La noche está estrellada y ella no está conmigo.
Eso es todo. A lo lejos alguien canta. A lo lejos.
Mi alma no se contenta con haberla perdido.
Como para acercarla mi mirada la busca.
Mi corazón la busca, y ella no está conmigo.
La misma noche que hace blanquear los mismos arboles.
Nosotros, los de entonces, ya no somos los mismos.
Ya no la quiero, es cierto pero cuánto la quise.
Mi voz buscaba el viento para tocar su oído.
De otro. Será de otro. Como antes de mis besos.
Su voz, su cuerpo claro. Sus ojos infinitos.
Ya no la quiero, es cierto, pero tal vez la quiero.
Es tan corto al amor, y es tan largo el olvido.
Porque en noches como ésta la tuve entre mis brazos,
mi alma no se contenta con haberla perdido.
Aunque ésta sea el último dolor que ella me causa,
y éstos sean los últimos versos que yo le escribo.
(Pablo Neruda)

   

Ti criticheranno sempre,
parleranno male di te
e sarà difficile che incontri qualcuno
al quale tu possa andare bene come sei.


Quindi: vivi come credi, fai quello che ti dice il cuore...
la vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali.
Canta, ridi, balla, ama...
e vivi intensamente ogni momento della tua vita...
(Charles Chaplin)

...continuiamo noi...
Mordila questa mela, senza sbucciarla, il suono, l'odore il sapore sono a parlare di te. Getta la coperta,e chiedi a vento di avvolgerti, al Grande Spirito di sollevarti, alla terra nera di coprirti. Poi...prendi il copione e leggi di te. Buon lavoro! Si alzi il sipario...

lunedì 15 febbraio 2010

Teatro e Cinema che curano...

Maria Pina ha regalato al nostro "teatro" questa intervista....

"Teatro e Cinema possono curare. A confermarlo sono numerose esperienze e ricerche che hanno indagato sulla creatività e la psicologia dell’arte. La finzione scenica e filmica invita sul palcoscenico ed esce dalla pellicola, mostrando tutto il suo potere di cura sull’individuo e i suoi disagi.

A Roma, già da alcuni anni, l’Atelier di Drammaterapia Liberamente ed il CDIOT (Creative Drama & In-Out Theatre), diretti dallo psichiatra e psicoterapeuta Ermanno Gioacchini e da un gruppo di psicologi della Scuola Romana Rorschach, portano avanti ricerca e gruppi esperienziali su drammaterapia e cinematerapia" Continua

Link: http://www.beatbopalula.it/musica-underground-emergenti-band/

domenica 14 febbraio 2010

DRAMMATERAPIA: IL TEMPO SI DILATA SE NON SI VUOLE VEDERE E SE NON CI SI ASCOLTA

@ Rosanna

Spesso quando affrontiamo il tunnel di un periodo di crisi, ci sentiamo impotenti, non vediamo via d'uscita e ci chiudiamo nel nostro guscio doloroso..e come ha detto Tonina e Spartaco (grazie per i vostri preziosi pensieri) è proprio in quei momenti che bisognerebbe aprirsi agli altri. Ma è pur vero che è lecito un ripiegarsi in Sè, costruttivo, per ascoltarsi. Il nostro inconscio -non dobbiamo dimenticarcelo- ci viene sempre in aiuto, basta imparare il suo linguaggio, i suoi segni, che sono tanti e che però, spesso, la nostra razionalità  getta via come eventi senza senso. Come dicevo, tali segni si esprimono attraverso numerose manifestazioni, tra i quali, gli atti mancati, l'oblio e i sogni.

In queste due settimane di profonda elaborazione personale, ho capito che bisogna sempre ringraziare tali periodi di grazia. Dopo l'ultimo nostro incontro, in cui è avvenuta l'assegnazione del ruolo per la prima scena del tribunale, il director mi ha assegnato la parte del pubblico ministero. Leggendo le battute, la mia prima preoccupazione, superficiale, riguardava la quantità delle battute del copione da imparare. Oddio, pensavo, ma io che trasformo sempre tutte le battute, i detti...come farò ad imparare a memoria tutto ciò? A casa poi, ripetendo li passaggi, non riuscivo proprio ad impararli..a dare l'intonazione giusta e a immedesimarmi nel ruolo, facendolo "bisticciare" positivamente con i miei. I giorni seguenti, non ho più ritrovato il copione. Ecco l'oblio! Ho sognato tanto ma quasi sempre ho dimenticato tutto. Ecco di nuovo l'oblio. Che cosa non volevo vedere?
Chiaramente la risposta non arriva quasi mai subito, ha bisogno del suo tempo, e il tempo si dilata se non si vuole vedere e se non ci si ascolta.
E' recente l'insight e debbo ringraziare il lavoro di Drammaterapia e il ruolo assegnatomi, del Pubblico Ministero. Nella mia famiglia matriarcale ho sempre ricoperto, anzi mi è stato affidato un ruolo maschile, a discapito di quello femminile. Naturalmente le conseguenze di ciò sono diverse, alcune le ho risolte, altre le risolverò presto, anche grazie al vostro contributo.
Vi ho raccontato ciò perchè è importante ascoltarsi, in quanto la risposta è sempre in noi e non va ricercata altrove se non in noi. Ed è altresì importante darsi tanta fiducia, anche quando non siamo brillanti ed efficenti come sempre e anche quando alcune volte, deludiamo, senza volerlo, le aspettative degli altri. Un abbraccio, Rosanna
 
Foto: Secondo Jung, durante i periodi di tensione psichica,figure mandaliche possono apparire pontaneamente nei sogni per portare o indicare la possibilità di un ordine interiore.

sabato 13 febbraio 2010

DRAMATHERAPY, SLOWING GOING FAST

Speed often allows us to achieve incredible results. Other times, it is slow to make us discover things forgotten. Director
Eny Meltzer, psychologist, send us this amazing movie..Qué es eso?
Un hijo y su padre estan en el jardin y de pronto un gorrion se aparece...


Movie: What is this?, by Kostantin Pilavios

Dramatherapy, Did You know?

In a reality where we are one of the many nodes of imput and output of such many informations, even unconsciously, we must not risk becoming big, fast highways without a name. It's important to dwell with us. The theater allows us to do this. Director


Movie: Did you Know? , by  Karl Fisch, Scott McLeod, and Jeff Brenman

venerdì 12 febbraio 2010

Drammaterapia, Neve e Coraggio!

Qui di seguito vi è un "commento" fatto da Gianni sull'ultimo post inserito. Ho piacere a renderlo più evidente e visibile per due ragioni fondamentali, che con il "coraggio" hanno a che fare. Coraggio di esprimersi, di produrre, di esprimere, di esporsi, di "donarsi". Infatti, credo che se non facciamo nostro l'insegnamento che nel teatro ci da Grotowsky, dell'atto di "dono" di se stessi, che nella vita costituisce un palcoscenico più vasto e spesso difficilissimo, poco credibilmente lo useremo, questo coraggio, nell'autenticità, quando siamo nel teatro, nel teatro drammaterapico.
La mia valutazione non è "severa" -termine obsoleto, che limiterei solo a definire l'espressione fisiognomica di un volto in una drammaturgia!-, ma rigorosa. Questo spazio è stato disponibile per un intelligente laboratorio virtuale, spesso rimasto inevaso dagli allievi e questo ha comportato una redifinizione, che lo restituisce solo agli amministratori, ed aperto ad eventuali dialoghi in commento. Guai a stressare un meccanismo, se gli operai non lavorano. Qui non si sfrutta un plus-valore, ma piuttosto un valore aggiunto che può essere scoperto anche grazie al coraggio, all'esplorazione delle motivazioni, ecc...(tutto già detto).
Sono d'accordo con te Gianni. Alcuni strumeti possono esserci mancati nel passato, ma vivere di "dietrologia" non porta alcun guadagno. L'avanti non c'è e non ci sarà se non siamo sulla strada, se non ci si mette sopra, attrezzati o meno. Più di un anno fa, in un post intitolato Mailbox and Road Sign , discutevo con voi questo concetto.  Qui l'altro insegnamento del maestro, l'umiltà, attreggiamento che viene da una disposizione dell'animo che si situa all'opposto del protagonismo. Nel Teatro, come nella Vita.  Oggi a Roma sta nevicando, non avveniva da parecchio, la baldanza delle nostre vicende in chiaroscuro, sociali, personali, si tinge di bianco, momentaneo reset allo smog, alle polvere fini. Grazie ai volenterosi.

Gianni
La bambina del filmato ha veramente mostrato che l'essere umano ha risorse incredibili, e se fatto crescere in modo equilibrato può fare cose inaspettate in confronto all'età che sta vivendo. Già, perchè l'età anagrafica e l'età evolutiva quasi mai corrispondono.
Ho capito nel tempo che dentro di noi c'è un bambino, un adolescente, un ragazzo, un adulto, che insieme costituiscono l'essere umano che è oggi. E come la costruzione di una casa deve seguire degli schemi, usare determinati materiali ed avere le giuste proporzioni, così l'uomo deve crescere usando gli elementi giusti e con i giusti dosaggi, affinchè possa essere in equilibrio da "grande". Pochissimi eletti sono stati dotati degli strumenti per sopravvivere nella giungla della vita, ed ognuno si è "attrezzato" con quello che ha a disposizione, ma concordo appieno con il director quando dice che dovremmo prendere esempio da Savannah. Quindi non bisogna rassegnarsi a soffrire, delegare o incolpare altri, anzi, scoperto che si può cambiare, bisogna provarci, trovare gli strumenti, cercare strade nuove, tappare le crepe e sanare i muri fatiscenti della nostra "casa", aprire nuovi affacci e illuminare gli angoli bui del nostro IO trasandato e malmesso.
Sono convinto che il teatro con cui Ermanno ci "tortura", rappresenti una delle strade principali.
Gianni

giovedì 11 febbraio 2010

Questo è quello che io definisco intelligenza e controllo: Il coraggio di Savannah


Questa bimba è incredibile; mostra una presenza di spirito, una capacità d'iniziativa e controllo delle situazioni fuori dal comune. Il papà ha avuto un malore, lei contatta telefonicamente un servizio di soccorso e si lascia istruire dall'operatore, mdiando tra questi ed il padre a terra. Esprime una capacità di analisi della circostanza ad un atteggiamento affettivo partecipe eccezionali. Sa essere empatica con il genitore, l'operatore, il suo piccolo cane e con se stessa.
Penso alle nostre insicurezze cronicizzate dalla pigrizia oppure a molti miei pazienti con attacchi di panico (senza averne colpa certamente!), sfigurerebbero terribilmente al suo confronto; ma sono d'altra parte sicuro che osservare quella esperienza, vera e così brillanterebbe risolta, potrebbe incoraggiarli a credere in loro stessi e riprendere il controllo dei propri meccaismi psicologici ed umorali, noradenalina e cortisolo compresi!
 Il bambino e la bambina che noi abbiamo dentro sono capaci di cose grandissime, se non perdiamo il senso magnifico dello stupore e non coltiviamo quello pericoloso della paura. Lo dico anche ai miei attori: dfivertitevi con il lavoro che stiamo facendo, senza farvela sotto!!Brava Savannah, oggi hai INSEGNATO maggiore "calma"  e "maturità" a tutti noi...

mercoledì 10 febbraio 2010

Drammaterapia: i luoghi oscuri della storia


Eny Meltzer, psicologa clinica, dal Messico, ci manda questo approfondimento tematico sul Nazismo.

Follia senza latitudini: carovane quasi dimenticate



Rosanna, mi segnala questo video. Lo propongo a tutti voi.

Movie: Razza Impura di Maura Crudeli. Un viaggio iconografico dalle origini del nomadismo zingaro risalente all' anno 1000 sino ai giorni nostri con una fermata all'anno 1942, anno in cui venne promulgato il Decreto di Auschwitz.Le foto cedono il passo a immagini in movimento girate con una telecamera amatoriale negli spazi silenziosi ed innevati del campo di concentramento Auschwitz-Birkenau dove persero la vita più di 20.000 zingari.

CDIOT: “Le Cose si Mettono Male” - Libera traduzione drammaterapica da “Il Rinoceronte”di E. Ionesco, per soggetto e regia di E. Gioacchini - Primo Tempo-Prima Scena



PERSONAGGI
Berenger                     Gianni De Angelis
Daisy                           Maria Pina Egidi
Miranda                      Rosanna Bocchino
Dudard                       Spartaco Pelle
Botard                         Pino Gencarelli
Anziana Signora        Francesca Marinelli
iudice                         Alessandro Russiani
Pubblico Ministero     Francesca Marinelli
Avvocato Difensore    Rosanna Bocchino
Lettore                       Ermanno Gioacchini

Il lettore è fermo al centro del palcoscenico. In capo ha un berretto delle SS ed indossa un paio di baffetti che ricordano quelli del Führer. Osserva per circa trenta secondi gli spettatori, scrutando fila per fila, sino all’ultimo posto. Chiude gli occhi sospirando, si toglie il berretto gettandolo a terra, sulla sinistra, strappa dal labbro superiore i baffetti gettando anch’essi; poi, chiudendo gli occhi e facendo un ampio respiro, con il capo rivolto in alto, si ricompone e comincia a raccontare.
Prologo.

Lettore,  Belfot, Francia Orientale, una piccola cittadina di provincia. In pieno centro, iniziano a scorazzare alcuni rinoceronti, tra lo stupore e le più differenti supposizioni degli abitanti. Ben presto, quello che inizialmente sembrava un fenomeno isolato, prende il sopravvento e si diffonde una sconosciuta “epidemia” che trasforma tutti gli abitanti in quei roboanti animali. La “Rinocerontite” sembra non risparmiare alcuno, tranne Berenger, un impiegato, uno sfaccendato, alcolista non si sa se per passione o per noia. La sua storia d’amore con Daisy –ma anche quella con il suo caro e colto amico Jean- s’intreccia con la devastazione dei luoghi, delle persone, dei valori e dunque anche degli affetti. Amicizie e rapporti sono schiacciati sotto il peso giulivo, ma anche crudele, di quegli animali, prima uomini. Indifferenza e terrore, adattamento e ribellione sono i punti cardinali di quanto accade. Resterà solo Berenger, appunto…solo, a credere nell’uomo.

Il lettore esce di scena sulla destra.
Un’aula di un tribunale che occupa la metà destra del palcoscenico si illumina; l’altra metà, in ombra, ospiterà scene successive .Le pareti sono sgombre da mobilia, nere. Un grande tavolo, costituito da due cavalletti e due palanche sopra, verniciate in nero, è frontale alla platea. Sopra, sulla sinistra, sono poggiati cinque spessi faldoni, dai quali debordano alcuni fogli. Un’unica sedia, dietro il tavolo, su cui siede il Giudice. Alla destra del tavolo, più scostata, una seconda sedia rivolta verso la platea; vi siede il primo imputato, il signor Botard. Una sedia centrale, di spalle alla platea, dove siedono, alternativamente il Pubblico Ministero e l’Avvocato Difensore. Due lampade pendono dal soffitto ed illuminano l’ambiente con due coni di luce. Una centrale davanti al Giudice e l’altra nello spazio davanti all’imputato.
Pubblico Ministero. Signor Botard, all’epoca dei fatti, che ruolo occupava nell’organico dell’ufficio amministrativo dove prestava lavoro?
Botard. Ero impiegato, ma sono stato un ottimo maestro, già in pensione.
Pubblico Ministero. Signor Botard, quando è stato informato per la prima volta che dei rinoceronti erano comparsi in paese?
Botard. E’ stato in ufficio. Era appena cominciato il lavoro ed è nata una discussione su questo fatto; loro, i colleghi, insistevano di averli visti il giorno prima, ma io non vi ho creduto all’inizio, non vi era alcuna prova scientifica. Loro insistevano…e lo si sa, in ufficio si fanno tanti pettegolezzi.
Pubblico Ministero. Signor Botard, si attenga alle mie domande. Sia più preciso, in che anno ed in che giorno accadeva questo!
Botard. La mattina… del 10 giugno… 1940, immagino verso… le 9,16…Più tardi, ho saputo che proprio quel giorno l’Italia aveva dichiarato guerra alla Francia ed eravamo già stati attaccati dai tedeschi. Ci sentivamo abbastanza sicuri…anche se De Gaulle era riparato in Francia… Bah, credo sia solo una possibile coincidenza…La signorina Daisy ed il signor Dudard dicevano di averne visto uno e poi due, ma non si chiariva se fosse lo stesso, erano confusi, non erano precisi---asiatico, africano? E poi… non erano neanche spaventati.
Pubblico Ministero. La signorina Daisy ha precedentemente dichiarato di averle mostrato dei giornali che riportavano la notizia…conferma?
Botard. Un giornale! Ma si sa …quello che scrivono i giornali va preso con molta cautela ed anche l’articolo… appariva confuso.
Pubblico Ministero. Avrebbe anche usato l’espressione “psicosi collettiva”…
Botard. Chiunque può essere partecipante ad una psicosi collettiva!
Pubblico Ministero. Partecipante?
Botard. Si, insomma… più persone partecipano e più la psicosi diventa collettiva…di qui (accenna ad un sorriso) il termine “collettiva”! Anche se poi non si sa bene come la psicosi si possa spostare da un gruppo all’opposto e quindi dove sia…
Pubblico Ministero. Sempre secondo la deposizione della signorina Daisy, lei avrebbe più volto espresso un “Pff”. Può dirci il significato che lei dava a questa espressione in quel frangente?
Botard. Pff o Puah è un’interezione, vale a dire una parte invariabile del discorso, un’espressione che viene gettata là…e che se seguita da un punto esclamativo, come spesso occorre, si può chiamare anche esclamazione…
Pubblico Ministero. Vuol dire che non avevano un senso preciso?
Botard. …appunto le stavo spiegando che io non l’ho pronunciata con il punto esclamativo! Da sola ha voluto esprimere…che so…disprezzo…come dire “queste sono cosa da trascurare”, da non starci dietro…un’espressione onomatopeica direi, che segnalava di non credere a tutto anche a loro.
Pubblico Ministero. Ma gli eventi, la Storia l’ha dimostrato, incalzavano nel Paese…
Botard. (seccato) Si, ma come potevo sapere che era vero quello che mi veniva spacciato per vero, prima di saperlo davvero vero?
Pubblico Ministero. Il fatto, sempre secondo le suddette deposizioni, che di lì a poco sarebbe diventato improvvisamente uno strenuo sostenitore del fenomeno, anzi avrebbe negato di ave Pubblico Ministero. rne mai dubitato, conferma?
Botard. Se mi si portano dei dati obiettivi, sono ragionevole. Guai se non ci fosse la logica! Eppoi il dato che dei rinoceronti fossero comparsi improvvisamente per le strade era lì…pronto ad essere creduto da me! Erano loro a non essere convincenti. Credere o non credere? E’ una questione di logica e fatti, non di forma; di fronte all’evidenza bisogna credere. Anzi diventa facile.
Pubblico Ministero. Il signor Dudard, nella sua deposizione, afferma testualmente in proposito “ Botard si decise finalmente a credere all’esistenza dei Rinoceronti, ma disse contestualmente di sapere… di sospettare fondatamente da dove provenissero”…ed ancora, richiestogli di precisare meglio aggiunge “..intendo dire che era sicuro che si trattasse di un infame complotto ordito all’interno dell’ufficio e di averne fondati sospetti”, conferma questi dati?
Botard. Non posso confermare il complotto e… Dio solo sa se forse davvero ce ne fosse uno contemporaneamente alla “rinocerontite”! E inoltrei ci sarebbe da stabilire se il rinoceronte in paese fosse da spiegare con quella o se quei bestioni avessero provocato l’epidemia successivamente nel paese. E’ una questione che reputo ancora aperta…Vede …io procedo con metodo ed è difficile che mi sfugga qualcosa. Ad ogni buon modo, sì …parlai di un possibile complotto…l’ho già detto se una cosa appare ragionevole e logica, ne deriva che possa essere creduta.
Pubblico Ministero. Vuole dire che l’ipotesi di un complotto dava credibilità alla tesi del Rinoceronte?
Botard. Esattamente, altrimenti perché tuffarsi in congetture.
Pubblico Ministero. Sia la signorina Daisy che il signor Dudar, su questo punto, hanno dichiarato che anche le sue fossero congetture, giacchè lei non ne aveva parlato mai prima…di un complotto.
Botard. Si, ma ora… c’erano i rinoceronti…
Pubblico Ministero. … anche loro non avevano avuto alcun elemento per avvalorare la sua tesi, signor Botard!.
Botard. (pausa) Stimo il signor Dudard e la signorina Daisy è… molto cordiale ed attenta sul lavoro, ma il loro metodo d’indagine non è il mio. Ci vuole rigore, anche nel dare fiducia ed allora le cose non appaiono più assurde!
Pubblico Ministero. Per questo decise che la cosa migliore era rivolgersi al suo Sindacato?
Botard. Ci voleva qualcuno che facesse chiarezza, che facesse piazza pulita delle ipotesi e finalmente mettesse ordine.
Pubblico Ministero. E come poi avvenne che anche lei subisse la trasformazione?
Botard. (perplesso) E’ stata una cosa improvvisa. (pausa) Del resto quando i dati cambiano, l’evidenza porta con se immediati cambiamenti. Direi indolore. Bisognava adattarsi ed allora era gusto che anche io lasciassi che tutto avvenisse. Lo dissi alla signorina Daisy: “al passo con i tempi” …ed anche lei si convinse.
Pubblico Ministero. Vostro Onore… io ho finito con questo ’imputato.
Giudice. Accompagnate l’imputato fuori dell’aula..

Botard esce di scena sulla sinistra, accompagnato dal lettore che lo tiene per un braccio, mentre comincia a parlare.
Lettore. A Norinberga, nella sala 600 della corte d’Assise del Palazzo di Giustizia, tra il 1945 ed il 1946, si svolse il famoso processo contro 24 principali criminali di guerra e sei organizzazioni. I capi d’accusa furono: Congiura contro la pace mondiale, Progettazione, provocazione e svolgimento di una guerra d’aggressione, Crimini e violazioni contro il diritto bellico, Crimini contro l’umanità. Nella stessa sede, ulteriori 12 processi penali militari furono celebrati dagli americani contro politici, dirigenti dell’economia , militari, medici, giuristi, etc.
Dudard prende posto sulla sedia dell’Imputato, entrando da destra, mentre il lettore continua a parlare. Esegue il giuramento richiesto dal Giudice in silenzio.
Analoghi procedimenti penali furono svolti anche nelle zone di occupazione francese, inglese e sovietica. Ed appunto in Francia si sta svolgendo questo processo. Dopo Botard, è il turno di Dudard a dover rispondere del crimine dell’indifferenza.

Il lettore intanto esce di scena sulla destra.

Pubblico Ministero. Signor Dudard, lei, all’epoca dei fatti, ricopriva il ruolo di vice-capoufficio e nell’ufficio collaborava con il signor Berenger?
Dudard. Esattamente.
Pubblico Ministero. Ci risulta che ricoprisse un ruolo di una certa responsabilità?
Dudard. (ammicca sorridendo) Diciamo di…vice-responsabilità!

Dudard cerca collusivamente lo sguardo prima del pubblico Ministero e poi del Giudice, affatto sorridenti della sua battuta e quindi si ricompone.
Pubblico Ministero. Ma siamo informati anche di una rivalità sentimentale nei confronti della signorina Daisy. Sappiamo, dalle altre deposizioni, che nel contesto di un icontro con entrambe, lei poi improvvisamente avrebbe subito la trasformazione che, fino a quel momento non la riguardava. Insomma non avrebbe tentato nulla per opporsi alla “rinocerontite” . Lei conferma questi dati?
Avvocato Difensore. Vostro nome faccio obiezione…le vicende sentimentali dell’imputato non hanno alcuna attinenza con l’oggetto di questo procedimento!
Pubblico Ministero. Vostro onore, io ritengo che solo la completa analisi di quanto accadeva possa fendere giustizia della verità!
Giudice. Avvocato vada avanti…
Pubblico Ministero. Signor Dudard, le stavo chiedendo, ritiene che la relazione sentimentale tra la signorina Daisy ed il signor Berenger abbia giocato in qualche modo nella sua trasformazione in rinoceronte?
Dudard. Lavorare insieme non significa avere le stesse idee e progetti e può capitare che si guardi e ci s’interessi alla stessa donna. Riguardo alla “rinocerontite”…è ragionevole avere rispetto per le regole ed allora… non vi era alcuna regola che obbligasse ad un’univoca interpretazione di un fenomeno che presentava caratteristiche appunto non ragionevoli. In tale clima tutto poteva accadere e non accadere, in deroga alle regole e ciò è perfettamente logico.
Pubblico Ministero. Quello che questo tribunale le imputa sono una serie di affermazioni riferite dagli altri imputati che configurano una sospetta connivenza con il fenomeno che si andava realizzando nella sua cittadina, ovvero una forma di “adeguamento passivo tendente a smorzare ogni tentativo di Resistenza, Critica ed Opposizione alla Rinocerontite”. E’ vero che lei: primo, avrebbe esortato il signor Berenger a non essere troppo coinvolto dalla vicenda e a non scandalizzarsi troppo poiché la trasformazione che dilagava nel Paese poteva essere “temporanea” e persino “benefica”; secondo, che poteva ritenersi sicuro dal contagio perché in lui mancante la “vocazione”, tentando di convincerlo ad abituarsi e ad ignorarli?
Dudard. Berenger era distrutto inverosimilmente per la trasformazione del suo amico Jean e poi degli altri ed era l’unico modo per tranquillizzarlo; non vi erano elementi per leggere il “male” in quanto stava avvenendo. Ognuno è libero di fare quello che voleva ed anche di cambiare pelle, lo dissi chiaramente a Berenger.
Pubblico Ministero. E cosa mi sa dire sul fatto che lei, reputando normali le trasformazione in atto, tentasse di distogliere dal giusto e legittimo sentore del pericolo la mente del signor Berenger, dichiarando il contagio del signor Jean, suo amico, dovuto ad ambizione” ed “irrequietezza” ed “eccentricità”, quello di Papillon quello di Botard determinato da un semplice “cambiamento d’idea”?
Dudard. Non sono responsabile se ognuno di loro avesse un diverso carattere che si prestava a cercare di capire qualcosa. Ho sempre perseguito la logica, senza questa il mondo crolla e davvero! Persino il signor Papillon, quando si accorse che il signor Boeuf si era trasformato e galoppava oramai con la sua signora per le strade del paese, ebbe il buon gusto di licenziarlo, ma lì era una questione di decoro. In generale, però, c’era troppo allarmismo in giro, La gente impazzisce, perde la testa. Come accadde a casa di Daisy durante un piccolo ricevimento tra colleghi d’ufficio, Berenger era sconvolto ed anche Daisy…

(Seconda scena)

martedì 9 febbraio 2010

Drammaterapia, liberiamo la memoria ed entriamo nel testo!

@ Maria Pina


Il tema della memoria è centrale nel nostro lavoro di messa in scena della riduzione de "Il rinoceronte". Memoria di ciò che è stato in Europa, del dolore della guerra, dell'orrore della Shoah e della fatica della ricostruzione. Ma oggi vi parlo della memoria come strumento dell'attore.
Venerdì, al nostro ultimo incontro, avete espresso da più parti la difficoltà di imparare parti lunghe e complesse. Vi offro alcuni aiuti, teorici e pratici, per superare insieme questo ostacolo.
Prima di tutto, abbiate fiducia in voi stessi e nelle vostre risorse. Quante volte, nella nostra vita quotidiana, viene messa alla prova la nostra capacità di ricordare date, scadenze, nomi, parole, fatti? E allora, pensateci...cosa volete che siano poche frasi codificate di un copione, per le nostre capacità?
Il secondo step, dopo questa presa di coscienza, è la lettura integrale del copione, dell'atto, della scena. Sottolineare o evidenziare le proprie battute, in questa fase, può essere un aiuto non indifferente.
Mai, proprio mai, imparare battute slegate, una alla volta, senza aver prima compreso la logica dell'azione che si svolgerà in scena.
La comprensione preliminare della scena e della trama è fondamentale per spianare la strada all'attività mnemonica. Inoltre, non bisogna porre l'attenzione SOLO sulla propria parte: la battuta posta all'interlocutore fornisce lo stimolo per attivare la memoria della propria battuta, che è sempre legata dalla logica al dialogo che si sta svolgendo e funzionale all'azione scenica.
La funzione della voce è anch'essa determinante. Le battute vanno lette e recitate a voce alta, una volta compiuto il lavoro preliminare di comprensione.
Individuare una parola chiave nei singoli dialoghi è un'altra importantissima risorsa per imparare la propria parte.
L'aiuto di un amico/familiare volenteroso è inestimabile. Vi porgerà le battute altrui, vi correggerà negli errori, vi sosterrà nella difficoltà.E se non c'è nessun familiare o amico ad aiutarvi? Allora il registratore potrà venirvi in soccorso.Personalmente, per verificare il mio apprendimento, io uso un sistema personalizzato:
dopo la lettura e la comprensione del testo e una volta identificate le parole chiave delle mie battute, copio l'intera scena da recitare a grandi lettere una prima e, se necessario, una seconda e una terza volta su un block notes.Poi procedo a ritrascriverla affidandomi alla mia capacità di fissare e ricordare; ogni volta, confronto il mio scritto con il testo originale e lo riscrivo, correggendomi. Quando ho acquisito sufficiente sicurezza, inizio la ripetizione a voce alta.La costanza, le prove, e le emozioni vissute in drammaterapia faranno il resto.
Buon lavoro e a presto!

Foto: Pico della Mirandola, CDIOT 2010

sabato 6 febbraio 2010

Drammaterapia e il Ritorno in Egitto

@ Rosanna

Ho guardato più volte i video messi nel blog dal nostro attento e sensibile director. Una stretta dolorosa allo stomaco, il respiro bloccato, in attesa che le immagini orribili passassero senza lasciare traccia in me. Mi costringo a riflettere che ho sempre rifiutato la visione di scene che ritraessero torture, prevaricazioni, stupri, violenza. Non sono riuscita a vedere, senza coprirmi gli occhi con orrore, capolavori cinematografici come "Arancia meccanica", "Scinderlist", "Radici" e altri... Seguendo la scia dei miei pensieri, mi rendo conto, che come essere umano, come esponente di una razza-virus che ha il seme della distruzione nel genoma, penso che in particolari condizioni, anch'io possa trasformarmi da spettatore inorridito ad attore di misfatti. Infatti mi domando: ma se fossi nata nella germania nazista e fossi vissuta ed educata in una famiglia medio borghese tedesca, forse anch'io avrei provato repulsione per gli ebrei e sarei cresciuta con la convinzione che per il bene comune, sarebbe stato necessario allontanare ed
eliminare i giudei-razza impura, dalla comunità.
E allora ripenso a un aneddoto che in breve vi racconto. Qualche mese fa ho assistito a una scena svoltasi in un bar vicino a casa mia. Due zingare entrano nel suddetto bar, la madre e la figlia; la prima chiede una brioche confezionata per la figlia e paga. Naturalmente la reazione degli avventori del bar, compresa me, è un misto di repulsione, disgusto e diffidenza verso le delle zingare, mal vestite e maleodoranti. Ma succede qualcosa di inaspettato: la zingarella butta a terra la carta della brioche e la madre con severità ordina alla figlia di raccoglierla.
Guardo per la prima volta la giovane madre, che sicuramente ha meno degli anni che dimostra e mi vergogno di me stessa per essere caduta nel baratro dei miei pregiudizi. Il mio schema mentale piccolo e presuntuoso riteneva tale etnia come incapace di rispettare gli altri.

Quindi senza andare lontano e senza guardare troppo al passato, mentre io sto scrivendo adesso, ci sono tante persone che non conoscono l'altro, inconsapevoli e ciechi, si fanno guidare come pecore al pascolo, come burattini privi di vita dai loro burattinai.
Mi rincuora pensare che il lavoro portato avanti nel laboratorio di Drammaterapia, ci aiuterà a smantellare una armatura-corazza rinocerontica di cui in fondo non abbiamo più bisogno, perchè sempre più autonomi e soli nella grazia della consapevolezza.

Tramite Facebook vorrei condividere con voi il video di una mia cara amica, Maura Crudeli, che si occupa di diritti umani e conosce da vicino l'etnia degli zingari. Vi lascio con le parole di Moni Ovadia:
Alcuni terribili versetti del Deuteronomio ci ammoniscono a non perdere la
consapevolezza della nostra dignità di essere liberi pena il ritorno all'Egitto
nella più dura delle condizioni. Il ritorno in Egitto è sempre in agguato, non
bisogna farsi illusioni. La schiavitù che quel luogo rappresenta non è solo quella
dura che vediamo rappresentata nel film di genere, essa è anche l'asservimento alle
seduzioni del potere e del denaro.
Un abbraccio Rosanna

Foto: Dramatherapy, Ther Symbol of Terror,CDIOT 2010

venerdì 5 febbraio 2010

Dramatherapy: let me scream this destructive energies of the human


Let me scream this destructive energies of the human!
Questa insipida minestra di "false" notizie, falsi allarmi, mendaci rassicurazioni, tiepide passioni e perverso voyeurismo dei media!
Let me scream this destructive energies of the human!
Esso è seduto, appollaiato, sul finto benessere della propria poltrona a sentirsi padrone di pulsanti e tastiere perchè il coro dell'insulsa delega del potere alla comunicazione di cornacchie e merli addomesticati, possa gracidare, con il diritto di cronaca, che:
Morgan è buono, è cattivo, ravveduto, furbo, onesto, sulla strada buona, pentito, mitico, artistico, geniale, crea audience, vittima, olocausto...del video!
Belen è triste, scontenta, bella, già consumata, arrivata, pentita, in crisi, sotto al sole in un appartamento da 6500 euro/die!
Forse nell'isola dei famosi fornicheranno, forse no, forse non avevavo altro nulla da fare, forse avevano da fare, forse litigheranno, forse saranno all'altezza!
Che il processo breve poi non sarebbe breve, che è breve per tutti, che è breve per uno, che Pipino ce l'aveva breve, che altri ce l'hanno lungo, che altri lo dimenticano ed alcuni ne hanno troppo!
Che Contrada ha incontrato Di Pietro, ma che era prima, e forse conta, che invece non conta, che per altri è contato, che invece non è vero!
Che la ripresa c'è, che non è vero, che è abbastanza, che invece in Europa è su livelli medi maggiori, che è finta, che la Fiat ha avuto finanziamenti, che invece non ne ha mai avuti ultimamente, che può farcela, che non può farcela senza cassa integrazione, che può farcela, ma serve una politica industriale efficace, incentivi no, incentivi si, cassa integrazione no, cassa integrazione si, fame si, disoccupazione si, uomini e preti sui tetti si, gente senza tetti si, tetti che cadono si, tetti fatti cadere si, tetti fatti e dimenticati si, tetti mai costruiti si, non più rondini sotto il tetto siiiiiiiiiiiiiii!
Let me scream this destructive energies of the human!
Notizie vere: 200.000 morti ad Haiti, 350,000 negozi distrutti, 250,000 case distrutte, un gruppo di americani si era appropriato di un gruppo di bambini e se li portava via!
Conseguenze per tutti: l'importante è conoscere, non indispensabile sentirsi coinvolti.
Fine delle trasmissioni.

Foto:  Un pubblico appassionato segue in tv una puntata di “Lascia o raddoppia?” durante la Festa de l’Unità di Modena del 1954,  tratta dal Quotidiano.net ,Mostra In cento scatti Modena e l'Italia della rinascita .

giovedì 4 febbraio 2010

Dramatherapy: Let's share and enjoy any colour!




"This week's featured video was recorded in South Africa and features three of the members of the Playing For Change Band (Mermans Kenkosenki, Jason Tamba, and Louis Mhlanga). The song is titled, "Nda" which means "To go." It was written by Jason in response to the vision of his mother back in Congo telling him to move on and find a better life. So much trouble in the world, yet somehow we must go from the darkness to light as a human race. I hope you enjoy the video and more importantly feel the connection in your heart.
We are always One Love"
by Playing for Change Family...let's' jump there!

mercoledì 3 febbraio 2010

Drammaterapia: le ideologie ed il falso valore senza eredi.

Cara compagnia, domani online la scena prima del primo tempo; oggi vi anticipo, del secondo tempo, l'arringa dell'avvocato difensore di Botard e di Dudard nel processo. Buon lavoro all'interprete.

Giudice: Signor Botard, signor Dudard...avete qualcosa da aggiungere prima che si chiuda questo dibattimento?
Botard: Lascio parlare per me il signor Dudard...
Dudard: "Signor Giudice, non vorrei apparire come un mostro assassino... sono stato anch'io vittima di un enorme imbroglio! Una finzione di Stato. Io, come molti altri, ho creduto di fare cose giuste per la mia Patria. Eravamo convinti di essere dalla parte dei giusti...
Giudice: Avvocato a lei la parola per le sue conclusioni.
Avvocato Difensore: "Il Propagandaministerium.. signor Giudice, illustri signori, non è solo quello di Goebbels…né la Storia ha scritto soltanto nella nostra terra pagine di orrore. La mia famiglia era polacca, di origine, e so personalmente quanto le verità possano essere camuffate, se il potere lo decide. E per farlo... per convincere la coscienza di persone come questi due imputati...(li indica) che sono stato chiamato a difendere, il Potere ha solo due modi: schierarsi dalla parte dell’ingiusto, in cambio di un vantaggio per tutti, salvando l’apparenza, o meglio nascondendo l’intento, o essere con il giusto, ma.... a patto…che questo non leda l’interesse del singolo non crei malcontento. L’impopolarità uccide ogni verità e bene perseguito (pausa).

Il Nazionalsocialismo, sin dal 1933, aveva tessuto le fila di un trama in cui il bene di tutti doveva sacrificare la libera autodeterminazione del singolo. Esisteva un "unico bene", un unico vantaggio ed il sentimento di grandiosità spinge così tante menti a perseguire lo stesso proposito, che presto il vantaggio arriva davvero: il benessere economico, lo sgravio fiscale, la disoccupazione che diminuisce e tu sei quella “nazione” ed allora, forse, anche una guerra fratricida…o genocida, se nessuno ti dice cosa in realtà sia. Il dissidente diventa un individuo che rema contro il bene comune; l’ebreo che scompare è solo partito od è stato trasferito via in altra zona; l’internato in una campo di concentramento è solamenteo un perverso sessuale tenuto lì dove non fa male ad alcuno.
E’ così facile manipolare lo scontento comune, altrettanto facile che il vantaggio collettivo, in nome di quelli, di chi sposa, condottiero o principe o politico, la promessa per le tue difficoltà, tutto può concordarsi, accordarsi, sottoscriversi, congiurarsi....
Cosa vogliamo rimproverare a questi due uomini, la voglia di credere, di volere, di sperare? Avrebbero mai potuto spegnere l’ingranaggio meccanico dietro rinoceronti così “umani”, possenti, che chiedevano fiducia e promettevano libertà dalle debolezze, dalla omosessualità, da credo che rendevano fragile e perso l’individuo? Perché farlo e poi come farlo? Lo scandalo, illustri giurati, esiste quanto le cose non vanno... quando viene detto, finalmente che il feldmaresciallo Friedrich Paulus agonizza con la sua VI armata ai piedi della Stalingrado che gli era stato ordinato di conquistare e che la Russia ha piegato non solo quell’esercito, ma tutta la Germania Nazista! Ma questo non veniva detto…Il morale deve essere tenuto alto e, in extremis, ci si deve dignitosamente sparare un colpo alla nuca, piuttosto che arrendersi. (Pausa)
Avrei potuto tentare di difendere i miei clienti, raccontando che la “rinocerontite” era stata un epidemia così veloce…da non dare il tempo di individuarla come nemico. Un nemico in casa, un nemico nell’uomo che tanto fascino e gloria e benessere ha promesso e sta mantenendo? Nooo... piuttosto vi dico, che dietro le azioni degli uomini, vi sono ombre e che tutto questo crea costruzioni di mattoni, ma dietro queste continuano a vivere le ombre e queste determinano il corso della storia. Quando adottiamo oggetti della cultura, quelli che ci hanno fatto nascere e ci sfamano e ci proteggono, adottiamo anche una costruzione di ombre che diviene una silenziosa ombra comune, una mente comune non visibile, che muove e sposta, diretta da altri o dall’ideologia, ma difficilmente riconoscibile. Ti aiuta a non sentire il peso delle tue responsabilità individuali; a che servirebbero, se le tue idee sono quelle del tuo compagno di banco, di lavoro, di strada?

E’ stata una storia subdola, mentre le altre nazioni giganti della terra lasciavano Hitler solo con il suo delirio. Che ha mischiato, nascondendolo al suo popolo, l‘orrore alla ricchezza ed al successo. E quando quest’ultimo è naufragato, ha lasciato senza eredi... il valore, la passione, l’amore, la civiltà!. La retorica ed i simboli hanno mascherato la loro coscienza, quella di questi uomini. Botard... non è colpevole, perché malato della storia che lo ospitava; così come Dudard, troppo scettico che davvero il male esistesse. Ho finito".

Foto: Drammaterapia, Campo di Concentramento, CDIOT 2010

lunedì 1 febbraio 2010

Drammaterapia: una sfida che smaschera il falso bisogno

@ Maria Pina

Non ho ancora memorizzato i dialoghi della prima scena e del primo (il processo).
Però mi è tornata in mente una frase che una volta ho trovato in un libro, nella
biografia di Simon Wiesenthal, il cacciatore di nazisti. Più o meno diceva, a
proposito di Eichmann, l'esecutore primo dell'Olocausto, che se gli avessero
ordinato di radunare sei milioni di spilli, anzichè sei milioni di esseri umani,
avrebbe comunque obbedito. Questa è l'associazione di idee che è nata in me dalla
lettura del copione di venerdì scorso.
Di fronte a un tribunale che pone i personaggi di Dudard e di Botard davanti alle
loro responsabilitù storiche, essi perseveravano con miopia, quasi in buona fede,
della negazione degli addebiti.


Ci si può credere sempre assolti o degni di assoluzione solo perchè la coscienza
individuale non sa farsi ascoltare? Perchè esiste una coscienza collettiva che
decide cosa è buono o cosa è cattivo, a seconda delle circostanze?
Attendo il verdetto del tribunale. Buon lavoro, director.



Movie:  Il Secolo dell'Io - Happiness Machines, tratto da Belva64

Un'Ode all'Ascolto della Vita: Lentamente Muore di Martha Medeiros

LENTAMENTE MUORE (Martha Medeiros)

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e chi non cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Lentamente muore chi evita una passione, chi preferisce il nero sul bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno.
Lentamentemuore chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi ricordandoci sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
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MUERE LENTAMENTE
Muere lentamente quien se transforma en esclavo del hábito,
repitiendo todos los días los mismos trayectos,
quien no cambia de marca,
no arriesga vestir un color nuevo
y no le habla a quien no conoce.

Muere lentamente quien evita una pasión,
quien prefiere el negro sobre blanco
y los puntos sobre las "íes"
a un remolino de emociones,
justamente las que rescatan el brillo de los ojos,
sonrisas de los bostezos,
corazones a los tropiezos y sentimientos.

Muere lentamente quien no voltea la mesa
cuando está infeliz en el trabajo,
quien no arriesga lo cierto por lo incierto
para ir detrás de un sueño,
quien no se permite por lo menos una vez en la vida,
huir de los consejos sensatos.

Muere lentamente quien no viaja,
quien no lee,
quien no oye música,
quien no encuentra gracia en sí mismo.

Muere lentamente quien destruye su amor propio,
quien no se deja ayudar.

Muere lentamente,
quien pasa los días quejándose de su mala suerte
o de la lluvia incesante.

Muere lentamente,
quien abandona un proyecto antes de iniciarlo,
no preguntando de un asunto que desconoce
o no respondiendo cuando le indagan sobre algo que sabe
Evitemos la muerte en suaves cuotas,
recordando siempre que estar vivo
exige un esfuerzo mucho mayor
que el simple hecho de respirar.

Solamente la ardiente paciencia
hará que conquistemos una espléndida felicidad.
 
   


Movie:  Lentamente Muore di Martha Meideros, video tratto da PaoloGaeruc

DRAMATHERAPY, UPDATING THE PAST!

@ Maria Pina

C'è stato un tempo in cui la Daisy a cui sto dando vita ha conosciuto la leggerezza
della vita. E' stata una ragazzina ombrosa, ma profondamente affascinata dal lato luminoso della
vita. Amava i colori accesi, le storie degli attori, le immagini gioise dei
giornali; sognava bei vestiti, si incantava davanti alle belle immagini,
canticchiava canzoncine stonando vergognosamente.
Frivolezza? No, non lo era, ne sono sicura. Era un'apertura verso le piccole cose
belle di tutti i giorni, era attenzione verso ogni aspetto, anche il più infimo, del
mondo che la circondava.
La Daisy frizzante è la bambolina più piccina del gioco di matrioske che si sta
dipanando ..
L'ha scoperta Rosy, con la sua ultima domanda l'altra sera, posta con il sorriso
malizioso e vitale di Miranda.

DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

COMUNICATI STAMPA