@ Francesca
su "Drammaterapia e Panico: Terrore come strategia del Potere"
E’ difficile entrare di nuovo qui ! Soprattutto quando si è distratti da mille interruzioni quotidiane che si fanno sempre piu invadenti e ti tolgono la capacità di riflettere…comunque ci proviamo ! In merito a questo post, nel rileggerlo, oltre a ribadire i concetti già individuati nella nostra precedente discussione, ciò che noto come nuovo elemento e carpisce la mia attenzione è la parola IMPOTENZA. Per prima cosa mi fa sorridere un pò, poichè un’ attimo prima che leggessi questa analisi testuale ho pensato proprio a questo tipo di sofferenza e limitazione fatalistica. Un sentimento nato con l’uomo a cui ci si può sempre incosciamente adattare, anche per causa di forza maggiore. Purtroppo però questo, secondo me, nasconde un pericoloso potenziale di plagio, si soccombe quasi per inerzia, per scontatezza, per pigrizia, per mancanza di forza, perché tutti fanno cosi o al contrario nessuno lo farà, per seguire la massa e quindi appunto per impotenza!
La massa fa paura, perché al suo interno scattano delle dinamiche di plagio reciproco per cui l’individuo difficilmente si rende conto di essere coinvolto, ma lo è indirettamente; non possiede piu la sua libertà di pensiero e non ha piu capacità di giudizio, diventa una sottomissione comune. Si ha la convinzione di appartenere a quel gruppo per libera scelta. La domanda che mi pongo è proprio questa: perché siamo sempre capaci di unirci, di creare forza gruppale sempre per fini mostruosi (vedi la tragedia dell’Olocausto ), bellici,rivoluzionari e mai in grado di farlo, salvo qualche rara occasione, per un bene comune, pacifico, per puro "egoismo comunitario"? L’impotenza del singolo individuo potrebbe diventare forza comune e trainare verso un pensiero possibilistico, capace di cambiare le sorti di certi meccanismi di vita inceppati non rivolti verso un POTENZIALE cambiamento.
Foto: Dramatherapy, The Rhinoceros, Daisy, Laboratorio CDIOT su Ionesco, settembre 2009
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