@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
Work nicely with us to create our friendship and the warmth of our curiosity and mind’s exploration.
Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!

"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

venerdì 16 maggio 2008

Cronopios, Famas?

Regala la domanda anche al gruppo, cara Neko, e con loro vedi ed ascolta quello, che, ad esempio, risponderei io...
Il teatro lavora dentro, questo in drammaterapia avviene in tempi che si prolungano oltre la performance, il laboratorio, tu diresti...il workshop. It works hard and quietly. Esso lacera e scopre; costringe al risveglio, toglie semantica al senso di colpa...destituendolo da atto salvifico a luogo da ri-occupare...in modo nuovo... Cronopiesco, famesco? Avvicinati....ecco così!

C'era una volta un sentiero ripido, a volte scelto dall'acqua in inverno e meno spesso da qualche solitario viandante. Mai di notte...vale a dire il sentiero era sempre lì, ma sembrava che anche la luna lo scansasse, così nascosto da rovi ed arbusti.

Viveva stagione dopo stagione l'esilio dalle cose impraticabili perchè di terzo grado o da quelle più dolci come le salite dei tratturi di montagna. Era un destino che proprio non tollerava, quindi decise di scivolare. Aspettò una piena d'inverno, di quelle dove l'acqua è capace, selvaggia, di trascinare nel suo corso cose ed altre cose... e si gettò nella discesa verso valle al primo temporale grosso.

Arrivato giù, provo l'infinto piacere della schiena che si distende completamente sulla pianura, del sole che ti scalda senza angoli proibiti, dei rumori di un posto non più solitario...ma... Ma poco dopo entrò in lui la noia, il desiderio dei ripidi pensieri che faceva da solo, lì sul lato Ovest della grande montagna. Non poteva più risalire. Allora stanco ed avvilito lascio che la corrente lo portasse ancora più a valle.. finito nel corso di un fiumiciattolo si trovo a bagnare i piedi di un bambino... Un pò pavido ed insieme curioso risalì, lui così abituato ai precipizi, sulle sue gambe ...entro nei suoi pensieri...e lo convinse silenziosamente a farsi portare ancora lassù sulla montagna, ora arrotolato nella sua mente fresca e curiosa.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

@A ERMANNO, NEKO, AGLI AMICI TUTTI.
Vi racconto una storia vera. Non so cosa c'entri coi Famas e i Cronopios. Ma questo è il potere evocativo dell'Hypnodrama!
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Sentimento di colpa: il nemico guerrafondaio.
Sentirlo nominare gli attribuisce un'importanza espansionistica, ed io mi sono proposta di annullarlo dalla geografia delle parole, dal mio vocabolario esistenziale.
Decreto definitivamente l'avvenuto decesso... Ermanno, lo spero!
Era un Natale fiorentino di molti anni fa. Nel tardo pomeriggio mi recai alla Messa tenuta dai frati domenicani nella cripta della Basilica di San Miniato.
Ero agitata, presa da una frenesia urticante, da un movimento interiore indomabile.
Volevo l'ostia. La volevo subito.
Cercai di contenermi; tra l'altro non mi confessavo da tantissimo tempo.
Quel turbinio aumentò. L'Atto di Dolore non mi pareva sufficiente.
Ed ecco che lo vidi, come d'incanto.
Era appartato in un angolo, volto sereno, veste chiara, corda a cingergli la vita.
Mi precipitai immediatamente:
"Devo confessarmi, Padre. Mi confessi, la prego, altrimenti non posso prendere l'ostia!".
Don Giuseppe rispose:
"Cosa avrai commesso di grave, figlia mia, per essere così in pena?".
"Io... Io ho peccato," gli risposi.
"I tuoi peccati sono frutto di qualche colpa?" mi chiese il frate.
"Io non lo so, Padre. Non ricordo... Non ricordo niente di preciso," e intanto pensavo a quali peccati potevo aver commesso in quei lunghi anni di astensione chiesastica.
"Vai a prendere il corpo di Gesù. E' appena nato, ecco perché lo desideri. Vuoi nascere anche tu. Vuoi questo sacro bambinello dentro di te perché ti restituisca l'infanzia.
Dovrei assolverti per questo?"
Non so come, Ermanno. Aveva capito tutto: le violenze, i soprusi, le sofferenze di secoli, la solitudine.
Don Giuseppe, prima di congedarsi, scorgendomi delusa e avvilita, alla fine mi accontentò:
"Se è proprio ciò che desideri, nel nome di Dio nostro misericordioso, io ti perdono e ti assolvo da ogni peccato.
Ora va' a prenderti l'ostia, Gesù, e la bambina".

Per qualche giorno, passato il Natale, tornai a San Miniato a cercarlo. In convento, mi dissero, non c'era mai stato un Don Giuseppe.
Ero diventata pazza, pensai.
M'imbottirono ulteriormente di psicofarmaci.
Qui mi fermo.
Potete non credere a tutto questo.
So che quando entro in una chiesa, la prima cosa che faccio è toccare i piedi di Cristo sulla Croce. Vorrei strappargli quei maledetti chiodi, avere la forza di rubarli alla vista. Riuscire a schiodarlo interamente perché torni delicata, innocente creatura.
... Dimenticare tra ruscelli e ripidi sentieri; risalire mano nella mano dalla valle verso alture montagnose. E lassù, in mare aperto, conquistare nuovi spazi.
Io, bambina - lui, bambino.
Noi, arresi ai passi capillari, mettendo i piedi a riposo.

**
Nina

Anonimo ha detto...

Ancora a propostito di Paura e Meraviglia

... e così rimontai lungo il pendio, nei passi incerti e affaticati di quella bambina e nei suoi occhi ansiosi di scoperta e con lei divenni pura ansia di scoperta... poi, nella sua meraviglia, divenni pura meraviglia, nella sua gioia pura gioia, nella sua paura pura paura e nel suo dolore puro dolore... ma poi, di nuovo, pura ansia di scoperta di tutto ciò che quegli occhi innocenti potranno vedere che i miei non sanno più...

Anonimo ha detto...

Aderisce parola e pendio
il tuo passo al mio

Pura è la tua voce

Finché ci sarai
saprò di essere
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a Neko da Nina

DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

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