Vivere il teatro non come finzione, ma dal dentro più profondo dei nostri mostri. Viverlo come scoperta dei propri limiti; rappresenta un esperienza che ti cambia. Fare le prove ridendo, forse non indica sottovalutazione, al contrario potrebbe essere la gioia di esserci. Arrabiarsi, maledire, imprecare sono la prova tangibile del desiderio di dare qualcosa di prezioso di noi stessi. La cosa più bella dopo aver vissuto sul palco un emozione donata al pubblico, ricevere in cambio molto di più. Facce sorriddenti che si complimentavano, non per la rappresentazione figurata, avendo vissuto il dramma della tigre che vive anche in loro, avendola combattuta insieme a noi. Questo sicuramente rimane dentro di me in maniera intensa e profonda, insieme al piacere di essere entrato a far parte di un gruppo di persone molto speciali. Approposito di arrabbiature... ma i Famas... come mai si sono trasformati in Cronopios evanescenti e confusionari? Un Abbraccio Grande Grande anche al regista-lupo-mannaro. Emiliano, alias Zio Pelo. detto anche Gustavo il Figone.
Foto: foto di scena, al centro Gustavo è entrato a "far parte della famiglia", Settimo Familiare Acquisito
1 commento:
Secondo te, siamo cronopios o famas?
Il Canto del Cronopio
Quando i cronopios cantano le loro canzoni preferite il loro rapimento è tale che più d'una volta sono finiti sotto un camion o una bicicletta; cadono dalla finestra, perdono quel che avevano in tasca e persino il conto dei giorni. Quando un cronopio canta, le speranze e i fama accorrono ad ascoltarlo, anche se non riescono a capire del tutto tanta estasi e anzi, il più delle volte, si mostrano alquanto scandalizzati. Al centro del gruppetto, il cronopio alza le braccine come voler tener alto il sole, come se il cielo fosse un piatto e il sole la testa del Battista, e così la canzone del cronopio è Salomè che danza nuda per i fama e le speranze esterrefatti e tutti occhi, là a domandarsi se in fin dei conti il signor curato, se le convenienze. Siccome però in fondo sono buoni finiscono tutti per applaudire il cronopio che sbigottito torna in sé, si guarda intorno e si mette anche lui ad applaudire, caro.
[J. Cortázar]
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