Il Canto del Cronopio. Quando i cronopios cantano le loro canzoni preferite, il loro rapimento è tale che più d'una volta sono finiti sotto un camion o una bicicletta; cadono dalla finestra, perdono quel che avevano in tasca e persino il conto dei giorni. Quando un cronopio canta, le speranze e i fama accorrono ad ascoltarlo, anche se non riescono a capire del tutto tanta estasi e anzi, il più delle volte, si mostrano alquanto scandalizzati. Al centro del gruppetto, il cronopio alza le braccine come voler tener alto il sole, come se il cielo fosse un piatto e il sole la testa del Battista, e così la canzone del cronopio è Salomè che danza nuda per i fama e le speranze esterrefatti e tutti occhi, là a domandarsi se in fin dei conti il signor curato, se le convenienze. Siccome però in fondo sono buoni finiscono tutti per applaudire il cronopio che sbigottito torna in sé, si guarda intorno e si mette anche lui ad applaudire, caro. [J. Cortázar]
Foto: foto di scena, "il primo familiare", piece "il fisstigre" 09.06.06
3 commenti:
Non credo nella misura distanziata tra due opposti. Specialmente nel caso dei Famas e dei Cronopios.
Io, che sto vivendo la fase di una tigre che sembra essersi affezionata amabilmente alla Nina umana in un'unica entità straordinaria e confusa, potrei affermare senza esitazione: mi sento un Cronopio.
La mia intimità rurale, animale e primitiva, mi porterebbe alle stranezze dei Cronopios: dunque a cantare -che è solo delizia e non bizzarro pronunciamento vocale-, finire sotto un camion, o a gettarmi, povera Nana Umana, da un cornicione della finestra.
Questo l'accetto solo a un patto: per gioco dell'assurdo, più che per attestare un'insolita, pericolosa ed insana veridicità quotidiana.
Noi sostiamo in questi luoghi virtuosi e paradossali con l'entusiasmo della duttilità creativa, il suo medicamentoso insinuarsi -questo sì!- nella vita nostra.
Credo con tutto il cuore che NOI siamo il dettato letterario, le pagine e la penna di Julio Cortázar: lui ci ha inventati: ludici, indifesi, convenzionali, perfetti, squilibrati, megalomani, timidi, senza domandare il minimo consenso.
Un autentico scrittore non può chiedere autorizzazioni.
A Julio piace lo scompiglio psicologico, centrare le nostre debolezze rendendole tragicamente comiche.
Mi ricorda Buster Keaton o Charlie Chaplin ai tempi di "Tempi Moderni": tempi primari del muto Novecento.
Lo fa da mascalzone, Julio!, poiché riesce a farci fuori -lui per primo si annulla, non scordiamolo- e riportarci in superficie mentre stiamo vivendo consapevolmente la fase di inabissamento.
Tutt'altro che un chierico pietoso, l'amico!
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Tornando a me.
La Nina vera canta, ma evita camion e cornicioni pencolanti.
Nel movimento dell'assurdo mi piace pensare all'atto puramente "sovversivo" che il Cronopio usa per scrollare i Famas: così perfetti da concludersi inumati in vita. Indifferenti quanto i borghesi moraviani.
Ci sono aspetti fameschi che in me esistono, inutile negarlo.
Confesso: resterei inorridita, da Fama, se ai miei occhi una Salomè mi porgesse la testa del profeta Giovanni Battista. Detesterei quel Cronopio, omicida in metafora e pessimo esecutore di laudi.
Quando un Cronopio alza il braccio verso il cielo e il sole è per renderne omaggio.
Omaggio all'Universo che entrambi li contiene -e ci contiene.
Sono sicura che Cortázar non abbia mai pensato di esternare la diade Bene/Male quando ha scritto le sue storie. Troppo superfluo nella sua ottica.
Lui ci ha preso per mano, facendoci fluttuare di qua e di là con danze, canti e sciamanesimo letterario: un po' Cronopios, un po' Famas.
Piacevolmente crudele nell'evidenziarci fragili... Prede, in fondo, di quelle "ansie carnivore del niente" di cui Alejandro Jodorowsky molto ha scritto e detto.
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Nina
@ Nina
Si trattava di una mera provocazione...
Grazie Nina.
@NEKO
Carissima, il tuo intervento non l'ho recepito come una provocazione.
Tutto smuove. Tutto mi fa pensare. Poi scrivo che, oltre al canto - e più del canto - è frutto di riflessione.
Forse è la mia scrittura a base di Multicentrum, che ha una resa turbolenta, "orgasmica" - direbbe Ermanno.
Sono solo una creaturina con le antenne mai a riposo. In questo periodo, poi!
Un caro abbraccio.
Nina
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