
E' tipicamente umano -non per gli animali- che si leggano contraddizioni nella nostra storia , dunque inconciliabilità. E' conseguenza del linguaggio, che, se ha permesso di amplificare l'uso del nostro cervello, tuttavia può relegare la nostra azione in "bisticci semantici" . La tigre deve accettare, oppure, che accetti o non accetti non deve avere importanza, e una delle due cose può comunque andar bene, ma che almeno una si realizzi è una clausola rigorosa! Andiamoci dentro...com'è che non vi sia distinzione tra le due cose? Quello che ci si para avanti, se è docile e soccore il nostro tentativo, tutto può procedere, ma se non così che cos'altro garantisce che non sia importante? La Fede. E' l'aspetto fideistico, nella sua dimensione sacrale, non religiosa che qui si evoca. Un manipolo di guerrieri circondati -prima e dopo Custer- vincono nella dimensione ideale, non necessariamente sul campo di battaglia e se la loro bandiera sarà l'ultima cosa a cadere, qualcosa lì avrà vinto. Questa adorabile e famesca e croniopiescamente folle famiglia vive un intento, intorno ad esso si raccoglie, e se la tigre non sarà docile, cosa rara normalmente ed anche in via Humboldt, la loro fede potrà ottenere. Il senso del Rito... Esso protende alla vittoria, protegge dalla sconfitta, esorcizza il senso di colpa, anzi lo fa lavorare per vie migliori, meno private, vorrei condividere con Della Seta. Non si può chiedere l'impossibile, ma sognare il possibile -chissà Sara nel telegrafo di oggi parla di questo?- e desiderarlo tanto che possa diventarlo. Cara ospite welcome!
Foto: foto di scena "la tigre è quasi fissata?", piece 11.05.08
1 commento:
La tigre che sono stata, la tigre che sono - è.
Mi trovo lì, nell'altrove purgatoriale.
Tutto si è compiuto.
Quello che sento è il mio sangue.
Non riconosco più niente.
Soffro.
Ho dato quel che potevo dare, nuda di una nudità impertinente. Livida, stremata, disfatta.
So che non è finita.
Almeno per me.
Ruggisco - nonostante.
La sacralità salvifica - nonostante.
*
Nina
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