Cari ragazzi, siamo a due giorni dalla nostra “azione drammaterapica”. Abbiamo ancora da realizzare quel gioco magico di “assemblaggio” delle parti, dei brani, dei motivi chetuttavia, dentro quelle, sono stati tanto “lavorati”. Processati dentro di noi. La tigrità, il gruppo familiare, la paura, il rito…l’uomo e la donna devo dire.
E’ così…ancora non si vede nulla ed, ancora, quel giorno, sarà un laboratorio aperto impudicamente e coraggiosamente all’occhio estraneo, il pubblico. Perché non veda cose belle o brutte buone o cattive, repertori e maschere perfetti, ma veda NOI.
In questo è il non pudore, in questo risiede il coraggio. Avete presente quel pensiero -emozione che si interroga silenziosamente mentre assistete a teatro…chi sarà lui/lei dietro? Ma la piece tira in avanti, il sogno dello scrittore deve compiersi e svolgersi come una pergamena, di quelle ebraiche, dove mentre ne srotoli uno di braccio, avvolgi con l’altro quello che hai appena letto. La stupenda “prostituzione” dell’attore alla sua parte si compie con sacralità, che nulla dice forse di lui di lei. Poi si torna a casa, nella nostra “Casa”.
Qui è diverso. In drammaterapia è diverso. Il sospetto, prima nostro e poi di quegli occhi davanti, diventa vettore, anzi una vettura…di quelle inizio secolo, rumorose sui sanpietrini di una Roma che non c’è più. E sopra, invitati noi ed il pubblico a vivere la più straordinaria complicità, -mai del tutto pagata ed esaurita…-, di vedere le cose insieme e parlarne in carrozza.
A due giorni dal nostro folle viaggio, tuttavia discreto e puntuale –non l’orologio…altra puntualità!- nella testa degli altri, in attesa che il giorno dopo ci si senta diversi, un po’ cambiati, vi mando il mio saluto-augurio e rivolgo il mio pensiero a quell’anima femminile della nostra compagnia, fatta delle nostre ragazze di gruppo, di Arco, di Ceecky, di Claire, di Flou, di Neko, di Nina, di Sole e di Maria Luisa e Papera, ai bellissimi pensieri pieni di energia che si sono e ci hanno dedicato, ai loro gesti teatrali. Il risveglio dell’anima, la riscossa delle parti sane di noi, io spesso l’ho voluta evocare in metafore al femminile, sfuggendo l’autoreferenzialità che sempre ci inganna e confonde. Ma quest’anima femminile esiste davvero nel nostro gruppo e ci da una grandissima mano, al femminile, che non sapremmo avere, utilizzare, scoprire. Un abbraccio ...forza...a ripassare le parti!
E’ così…ancora non si vede nulla ed, ancora, quel giorno, sarà un laboratorio aperto impudicamente e coraggiosamente all’occhio estraneo, il pubblico. Perché non veda cose belle o brutte buone o cattive, repertori e maschere perfetti, ma veda NOI.
In questo è il non pudore, in questo risiede il coraggio. Avete presente quel pensiero -emozione che si interroga silenziosamente mentre assistete a teatro…chi sarà lui/lei dietro? Ma la piece tira in avanti, il sogno dello scrittore deve compiersi e svolgersi come una pergamena, di quelle ebraiche, dove mentre ne srotoli uno di braccio, avvolgi con l’altro quello che hai appena letto. La stupenda “prostituzione” dell’attore alla sua parte si compie con sacralità, che nulla dice forse di lui di lei. Poi si torna a casa, nella nostra “Casa”.
Qui è diverso. In drammaterapia è diverso. Il sospetto, prima nostro e poi di quegli occhi davanti, diventa vettore, anzi una vettura…di quelle inizio secolo, rumorose sui sanpietrini di una Roma che non c’è più. E sopra, invitati noi ed il pubblico a vivere la più straordinaria complicità, -mai del tutto pagata ed esaurita…-, di vedere le cose insieme e parlarne in carrozza.
A due giorni dal nostro folle viaggio, tuttavia discreto e puntuale –non l’orologio…altra puntualità!- nella testa degli altri, in attesa che il giorno dopo ci si senta diversi, un po’ cambiati, vi mando il mio saluto-augurio e rivolgo il mio pensiero a quell’anima femminile della nostra compagnia, fatta delle nostre ragazze di gruppo, di Arco, di Ceecky, di Claire, di Flou, di Neko, di Nina, di Sole e di Maria Luisa e Papera, ai bellissimi pensieri pieni di energia che si sono e ci hanno dedicato, ai loro gesti teatrali. Il risveglio dell’anima, la riscossa delle parti sane di noi, io spesso l’ho voluta evocare in metafore al femminile, sfuggendo l’autoreferenzialità che sempre ci inganna e confonde. Ma quest’anima femminile esiste davvero nel nostro gruppo e ci da una grandissima mano, al femminile, che non sapremmo avere, utilizzare, scoprire. Un abbraccio ...forza...a ripassare le parti!
1 commento:
GRAZIE ERMANNO!
Pardon, ma non riesco a dire altro... Sono commossa, dalla lacrima facile.
L'anima femminile è un luminello: quanto ardire nel suo ardore di fiamma.
In noi, l'èra della trasmutazione, l'epopea inarrestabile, matrilineare, di semplici cuori di donna.
Mai dimenticherò quella straordinaria figura che per il figlio incarnato venne tacciata d'adultera: Maria. Mistero che ora e sempre ci travolgerà.
*
@Alle Eumenidi dell'Atelier: FORZA!
@Agli uomini tutti: "La verità, vi prego, sull'amore". (W.H. Auden)
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PS: si vede che è più di cent'anni che taccio! Meno male che non avevo parole, Director!
Ancora grazie. Con affetto,
Nina
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