Nella pausa dei suo passi felini, il coraggio dell'azione riposa.
E lavora, io dico.
Tigrità ed Umanità, Orso Bruno, Bisonte, Lupo ed Aquila Reale...anche gli "specchi" ora sono stati riposti per un pò e l'orizzonte ha bisogno di spazio, dopo quello angusto e sacro del teatro.
Ecco perchè, cari amici, dopo il convulso e splendido gioco delle nostre proiezioni, drammatizzando, ora è bene lasciare semmai agli occhi il pensiero -qui si legge!- e pensare che dentro di noi qualcosa lavora. Tra lividure e stanchezza, gratificazione e tranquilla attesa.
Io penso, ecco la penna può essere inforcata -come la bicicletta dei nostri occhiali, dice Cortazar- e non mi meraviglierei che osservando la nostra mano, vi accorgeste di docili artigli su una bic o dietro il prompt sul desktop a tracciare frattali e finirvi dentro!
Vi abbraccio, forte. Director
Foto: foto di scena, "l'atto dovuto", piece "il fissatigre" 11.05.08
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IL RITORNO
***
Vuole solo colori.
Il nero l'infastidisce: è il tempo che s'è stinto.
La mole di tristezza sovrasta il sonno. E sa: potrebbe regnare la pace in quel novello rituale: desiderio di partiture notturne ed arcane: dolci, arrendevoli e diurne, le medesime tigriture.
Sappiamo soltanto che da casa Humboldt è tornata nel Khana indiano.
Là è stagione di monsoni.
Là non fa che piovere.
Lei non fa che cercare, cercare, cercare qualcosa. La natura è arida, secca: non ha da offrire che sterpi: palpito sfiorito dove crudeltà è più verde.
C'è qualcosa, però, in cui lei trova armonia: la pioggia sul suo magnifico mantello. Ama sentirlo bagnato.
Per questo non si ripara: l'acqua -sapore/odore benedicente- rende tutto familiare: e lei si erge per poter rifulgere, mentre l'acqua, sua complice en-plein-air, impone invano alla foresta di celebrare nuove liturgie gemmanti.
Fiotti d'idillio su idillio.
*
Trascorre un mese. Torna il tempo
in cui lei addenta il sole insaccato, prima che questo scolpisca l'afa di sempre.
Discendono gli occhi suoi.
Le stille non s'acquetano.
Per l'ultima volta eluderà se stessa, lasciandosi catturare e trascinare in casa Humboldt.
Quel che resta sarà un esile respiro di corda. Sapendosi -nel morire- epilogo, fioritura, Rinascenza.
*
Nina Maroccolo
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