@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
Work nicely with us to create our friendship and the warmth of our curiosity and mind’s exploration.
Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!

"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

mercoledì 28 maggio 2008

privilege and orror of human nature...


"I've learnt the true practice of law.

I had learnt to find out the better side of human nature
and to enter men's hearts.

I realized that the true function of a lawyer
was to unite parties riven asunder
"

M. K. Gandhi

1 commento:

Anonimo ha detto...

@ DA NINA
Questo mio intervento si ispira alla grande figura di Gandhi, ad una riflessione intorno al tema della “Giustizia” che il Director ha sottolineato in un altro post, secondo un’espressione che vuole accorpare diversi imput che ho assimilato e rielaborato in chiave autocritica.

GANDHI: Un unico corpo liturgico

Lo condusse Consapevolezza: ministero di contenimento che il silenzio osservò, e la parola non prescrisse. Gandhi riuscì a condurre, tra nebbiosità e luce del singolo individuo –colono e colonizzato– sia l’esperienza del numinoso, sia la pratica dell’azione; d’un nuovo sistema di comunicazione, passiva all’occhio spento, per riconoscere nel suo tempo ossuto un unico corpo liturgico: l’India.
La consapevolezza di Gandhi mantiene intatta l’intelligenza del cuore, la pratica dell’azione, del gesto razionale. Per questo egli era un combattente vero, rappresentava l’intenzione che precede l’azione e quella sottende, di cui parla Ermanno.
Questa ermetica saggezza in corpo eloquente è anche sé del corpo civile. Congiunge l’assenza e l’estraniamento, l’ingiustizia e il sopruso, all’essenza da rimarcare dentro con processo lento, meditativo: l’indagine, lo sforzo, la tenacia.

Mi giunge snebbiato il mio essere creatura di pathos, presente in ogni circostanza che necessiti “giustizia” dirimpetto a qualsiasi atto d’ingiustizia. C’è sempre lui alla base: il sentimento di colpa, la sua espiazione. Un agire che fa pensare, in termini mitologici, alla figura dell’eroe –in particolare Eracle– che non sento affatto mia! Detesto il concetto di eroismo. Non mi enucleo alle salme dei miti che fanno dell’eroe un pupazzetto virile che sconfigge il male nel nome del bene!
Tutto questo è lezioso, melenso, inutile, obesa arroganza d’un Io che si nutre del dolore del mondo: dorato, ingenuo idealismo. Argentata, polposa tensione.
Eppur muovendomi, ero così: riparavo ai vuoti diventando 80 kg, poi sedici in meno.
Muovendomi nel presente, ancora sento freddo se qualcuno ha freddo. E mi ci siedo accanto coi personali detriti dichiarati nulli, pressoché inesistenti, ciononostante nominati da me –Freddo.
S’arresta il circumnavigare quando piango per la camicia stretta, l’impotenza, il limite.
Ma riesco a pronunciarmi con orrore:
“Pian piano anche tu sfilerai dalla stretta/cruna della rivolta [...] /, la stolta/avena del fastidioso Buon Senso.” (Angelo Maria Ripellino, Lo splendido violino verde, Einaudi, 1990).

Bisogna impoverirsi. Aprire le mani, per la prima volta riconoscere che sono vuote, rilasciate all’abbandono. Non hanno più segni. Nessuna identità. Non contengono nulla.
Possiedono qualcosa cui non sono state abituate prima, qualcosa che non conoscono: il dappoco.
Questo avviene anche Dentro. Dentro è Vuoto. Resta l’involucro di ciò che miseramente siamo stati.
Come un fiore profumato che giova alla vertigine, il nostro dappoco è tra le dita.
È l’artigliarsi sfiancato d’un Credo radente luce.
Povertà magnanima. O il precipizio.

Interviene adesso, tuonante, Consapevolezza. La Giustizia va cercata dentro, coi suoi parametri di verità. Io ho capovolto la direzione nel corso del tempo: l’ho cercata fuori, MAI dentro.
L’accoglienza, la disposizione verso l’altro, il gesto nel nome del “bene”, il bene che finisce nel serbatoio dei fraintendimenti, mal usato, usato senza la precisa intenzione che precede l’azione.
Come posso tendere la mano, quando dentro sono crocevia di malessere, purgatorio, espiazione infinita? Non c’è guarigione né pace, se come individuo non raggiungo questo valore e diritto inalienabile; se non desto me stessa dal dolore e dal suo insidioso torpore; se mai rivendicherò quel diritto di vivere che un giorno mi fu tolto.
Potrò forse riuscire, con l’indagine, lo sforzo, la tenacia gandhiana –e drammaterapica–, a tracciare un percorso nativo, progressivo, risolutivo.
E finalmente radicarmi all’istanza-intenzione profusa di concretezza. Poter dire:
“Guarda le montagne, Nina. Guarda come vivono fianco a fianco un corpo a corpo di terra e roccia! Guarda il cielo: lo hai mai visto di un azzurro così intenso? E i ghiacciai, autentiche gemme? E le foreste?… È bellezza. È vastità. È pace”.

Un corpo a corpo di terra e roccia.
L’India libera.

DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

COMUNICATI STAMPA