… nella vita delle persone vi sono cose che giocano a nascondino, perché quelle stesse persone temono di poterle perdere, quasi che i denari ben nascosti non si volatilizzino nelle nostre mani. E' una storia vecchia, come quella del non permetterci la posizione più comoda, perché cose si conquistano con sacrificio e dovere e fatica e volontà, tutte doti, bada, naturali che non devono essere insegnate dai marziani…ma che sembrano provenire da altri mondi.
Il problema è che l'apprendimento passa anche e soprattutto per le ragioni affettive e che queste passano per i contesti che ci circondano. Lasciamoci prendere le cose con facilità e qualche volta opponiamoci a chi ci rende le cose difficili…e se lo faremo senza la guerra fuori e possibilmente dentro di noi…sarà meglio. Chissà se il mio interlocutore mi sta comprendendo…
Hai mai pensato di "vederti" tutto insieme a mai a pezzi sparsi di rischiare il buio ed il silenzio…di andare oltre quello che si spera e ci si aspetta? E' terribilmente difficile ed a volte ci lascia doloranti; può essere fatto meglio e bene se chiederai aiuto al tuo inconscio. Come parlandogli di te intero: vi è tutta una sottile comunicazione che ti percorre e percorre tra te e me, non vista, e che ci descrive...
Uno di voi mi ha chiesto qualcosa sulla comunicazione, qualcosa che non fosse didascalico, facilmente "comunicabile", certamente non professionale! Mi sono salvato perchè dal'elenco degli aggettivi non è stato tolto "intelligente", proprietà ce come il sdale deve poter condire i nostri piatti.! Eda allora mi sono ricordato di un seminario svolt nel 1989, nel contesto di un corso di ipnosi clinica per medici e psicologi organizzato dalla SIISCA -la Mother-Organisation di questo stesso Atelier. Conservo sempre tutto, ne ho ritrovato l'abstract. Quello che illustravo allora era il soggetto della "comunicazione inconscia nella vita quotidiana", come sapientemente esplorato e discusso da un grande della psicanalisi, Robert. Langs. L'ho sempre considerato un ricercatore di rottura, un anti-nostalgico, una persona che ha avuto il "coraggio" di dire che sono le nostre vicende attuali spesso a far fluire retrospettivamente eventi del nostro passato (memoria in realtà) una energia che li significa conflittualmente. L'esempio che sto per fare è forte, in questo tempo triste di incertezza della terra su cui posiamo i piedi, ma è importante...piccole crepe nelle mura della nostra esistenza passata...diventano disastrosamente significative alla nuova edizione delle vicende antiche. In questo e nei successivi due post, l'abstract...che stimoli all'approfondimento di quanto poco visibili noi siamo!
“LA COMUNICAZIONE INCONSCIA NELLA VITA QUOTIDIANA”
"Unconscious Communication in Everyday Life" Relatore Dr. E. Gioacchini
Deve essere assolutamente accettato che lì fuori, nel visibile, siano i nostri lapsus, le dimenticanze, le emozioni improvvise, i fatti "strani" della vita a segnalare che non tutto si svolge sotto il controllo della nostra mente cosciente. L'Interpretazione Dei Sogni di Freud, la sua Psicopatologia Della Vita Quotidiana e Motti di Spirito sono solo tre importanti volumi dei molti che, a cavallo tra la fine dell' ottocento e l'inizio del novecento, ci iniziarono appena più "scientificamente" a quello che da sempre l'uomo avvertiva in sé: una natura complessa, non esauribile nella descrizione dei suo pensieri concreti. C'e una comunicazione tra noi e gli altri e persino con noi stessi che si ignora, che avviene al di fuori della nostra consapevolezza, che accompagna i nostri messaggi verso il mondo e quelli degli altri verso noi. E' un modo di comunicare inconsapevole, che sottende un costante dialogo interno con noi stessi, ma di cui non abbiamo coscienza, se non in alcune situazioni: quando qualcuno ci interpreta un sogno, svelandoci che esiste un significato nascosto -una comunicazione inconscia con noi stessi-, quando riscontriamo che il nostro comportamento si discosta da quello che siamo abituati ad osservare, in qualche modo quando "i nostri conti non tornano".
Al di sotto della soglia del "consciamente percepibile" vi è tutta un'attività incredibile , fatta di finissimo software, con rari rumori e suoni che ne segnalano la presenza nel nostro hardware chiamato "testa", a meno che non ce ne facciamo più consapevoli. Le comunicazioni complessive di un banale messaggio possono essere addirittura molteplici, stratificate. Vi è tutto un insieme, fatto di elementi fisici -processi nervosi- e percezioni psicologiche che, ancorché coscienti e meditate, costituiscono tuttavia il contesto in cui avviene una comunicazione specifica e che ne condizionano il corso e relativo risultato. Noi la chiameremo la “comunicazione inconscia nella vita quotidiana”.
Così, una dimenticanza...non è solo una dimenticanza, uno sbaglio solo uno sbaglio, un desiderio...non sempre quello che pensiamo. Ogni comunicazione, se analizzata (ma per carità non lo facciamo con tutte!) possiede una sua grammatica apparente, una sintassi molto più complessa di quanto immagineremmo, ma soprattutto una semantica estremamente complessa, con molteplici significati. La situazione, in questo caso, può farsi portatrice di comunicazioni addirittura in disaccordo con i messaggi che lì intercorrono o, al contrario, amplificarli nella medesima direzione. Un chiaro di luna è senz'altro un posto comprensibilmente adatto per sentirsi dire "ti voglio bene..."; molto meno per organizzare una rapina! Così come l'atteggiamento mentale di una giovane sarà in quella situazione più favorevole per permettere un corteggiamento, piuttosto che il breve tragitto fatto in corsa per prendere un bus in partenza! D'altra parte, una particolare tecnica comunicativa può giungere a rendere estremamente fertile un messaggioi n una situazione apparentemente inadatta e difficile. La situazione psicologica del ricevente condiziona costantemente la comunicazione del mittente e viceversa. "I messaggi non si producono in una sorta dilimbo. Essi sono sempre inseriti in un contesto o cornice, in unsetting o nell' ambito di una relazione, anche se tale contesto è all'interno di noi stessi. Il contesto fornisce la prospettiva, conferma ilsignificato dei messaggi semplici (sfera conscia) ed entro certi limiticontribuisce ad illuminare i messaggi complessi (sfera inconscia)" -R.Langs. L'inconscio, sapete, non ha di queste pruderie, concilia alto e basso, largo e magro, bello e brutto, buono e cattivo, presente e passato in noi, senza tanti formalismi.
Cominciate a capire che se non fosse per la mente cosciente, l'Io razionale, quello praticamente affidabile (sic!), tutta una marea di messaggi importanti, ma anche potenzialmente dannosi giungerebbe dall'interno a turbarci fuori, a farci apparire mostri, a sollecitare nel reale la nostra insicurezza, a porci perplessi dinnanzi ai quesiti della vita, più di quanto già non avvenga. Invece, saggio e prudente, il nostro Io governa le cose...a meno che...quello che è presente dentro non abbia i caratteri di una estrema urgenza, di una conflittualità eccessiva, di un segnale di pericolo e così via. I sintomi psichici ne sono una dimostrazione e proprio loro segnalano spesso, con una emotività che ci appare scomposta, eccessiva, contraddittoria, non controllabile (ansia,angoscia, paura...ma anche esaltazione, eccitazione, maniacalità), la nostra parziale incapacità a vivere o la paura di un vivere come noi vorremmo. Così, i segnali che noi riceviamo dal nostro Io più profondo e da quello degli altri, raggiungono o meno la nostra consapevolezza, ma, molto spesso, il dialogo sottile di cui sto parlando avviene tra l'inconscio delle persone e raggiunge anche i suoi risultati. Tutto sembrerebbe dire che puoi fidarti di quell'amico, ma una voce da dentro ti sconsiglia di farlo, anche se "razionalmente" non ne sai il perché. Le braccia del tuo "amico", nel gesto che accompagnava le parole..."ti darei tutto (?)...davvero", sono andate in flessione verso il suo torace...a segnalare al tuo inconscio che vorrebbe ..."prendersi tutto" (!), anche se le sue parole ti comunicavano esattamente il concetto contrario di accolgienza e generosità e forse egli stesso non è consapevole della propria ambiguità più profonda!
E così abbiamo ora un altro elemento importante sul quale riflettere: il nostro corpo interpreta più facilmente i messaggi del nostro inconscio e li comunica agli altri, mentre il linguaggio verbale quello della mente cosciente, ad esempio io che vi parlo. Che sia utile tentare di decodificare o meno, sempre o qualchevolta, quello che avviene in questa comunicazione così complessa...è una questione che lasciamo aperta; lo si fa in terapia; vi sono portate persone con un pensiero più orientato introspettivamente; sarebbe comunque bene che questo potesse avvenire quando vi sono importanti problemi di relazione.
E così abbiamo ora un altro elemento importante sul quale riflettere: il nostro corpo interpreta più facilmente i messaggi del nostro inconscio e li comunica agli altri, mentre il linguaggio verbale quello della mente cosciente, ad esempio io che vi parlo. Che sia utile tentare di decodificare o meno, sempre o qualchevolta, quello che avviene in questa comunicazione così complessa...è una questione che lasciamo aperta; lo si fa in terapia; vi sono portate persone con un pensiero più orientato introspettivamente; sarebbe comunque bene che questo potesse avvenire quando vi sono importanti problemi di relazione.
Foto: Freud
2 commenti:
"Io sono altro Io"
Ho appena letto questo lungo, complesso e lacerante post. Credo di farcela a reggerlo emotivamente, malgrado sia passata dal simpatico tritacarne del Capitano che commentava un mio precedente drama-commento. HELP!!!
Sì, difficile l'equilibrio del ragionamento, le fasi teoretiche da assimilare, elaborare, e successivamente spurgare secondo il principio basilare di un Io non divino che deve promuoversi agente tuttofare - o quasi.
Povero Io, questo Io. Un po' troppo responsabilizzato e stanco a forza di essere sottoposto, suo malgrado, a incessanti rimedi.
Così penso: "Lui -l'Io- chi lo rimedia?".
Consapevolezza, messaggi non-consapevoli, linguaggio del corpo, contraddizioni, paure e timori, il grande Langs, Freud, sogni, totalitarismo dell'Inconscio. Eventi attuali retroattivi, colpevoli di riportarci indietro, nel remoto dei traumi per scoprirli nervi vivi.
Io sono altro Io. Tu che mi leggi, cosa sei?
... Prendi l'Uno e fa' ciò che vuoi!
Ci vogliamo intatti, no? Allora prendiamo l'Inconscio "totalitario", senza profusione massificata (abbiamo visto dove portano i regimi legalizzati... Hitler e Stalin sono esempi storici da non dimenticare); cerchiamo di ammorbidirlo, accettarlo nei suoi abissali anfratti ricchi di tranelli. Ci condurremo nel regno dell'insospettabile - mai ascensionale. Ed eccole le guerre di ogni Tempo, le abbiamo trovate.
Il Tempo: e se fosse un'invenzione, un'altra giustificazione, un tassello che non torna nell'economia dell'esistenza?
Presa da euforia -sono tre i giorni di eccitazione, una sorta di "bene di vivere" ma con il solito accampamento di disagi- temo il momento della reazione contraria, tipica di alcune forme depressive.
Non devo cedere alla tentazione. Anzi, l'Io ausilario deve prepararsi come sostegno, e nulla deve compensare: solo considerare un'ipotesi. Tale deve restare: ipotesi che nell'immediato inviteremo gentilmente a dissolversi. Poi, ancora una volta, invocheremo l'acqua: lasciarsi fluire... sì, lasciarsi andare.
Torniamo ai messaggi non-consapevoli.
Per ora, ma solo per ora, mi viene da scrivere questa scarsa considerazione.
Essa è legata alla Natura, ma è altrettanto valida nella sfera umana - credo.
ENUNCIATO:
Non sanno i fiori il perché del loro fiorire. Eppure, tra le cose che non possiedono significazioni, incontreranno il nostro stupore. La conoscenza che ignora il suo sé non è mai fioritura d'ignoranza.
E gli occhi meravigliano più del fato.
Naturalmente non è una poesia, né un artificio letterario riempitivo. E' un pensiero.
Semplicemente, non possiamo spiegare tutto. E questo "tutto", comprendente certi fenomeni psichici, non sempre è spiegabile. Non ci è dato come dato fattuale concreto ed oggettivo persistente ed assoluto. Dunque, occorre affidarsi ad altro.
Ma cos'è questo "altro"?
Alla prossima puntata, spero con motivazioni più pertinenti.
Nina
Caro director,ho letto e riletto il tuo post, o meglio le tue straordinarie lezioni che arricchiscono e nutrono. Uso questo termine per poter esprimere quello che veramente percepisco. Mi colpisce “comunicazione inconscia nella vita quotidiana”. (L’inconscio contiene il ribollire dei pensieri nascosti al sentire immediato) “Freud “. Mi sento piccola, un puntino in questo immenso universo, dove scorre la vita, la nostra. Il giorno nasce, la luce ti avvolge misteriosa e tu sei felice di esistere, di dare, di ricevere, di amare,di confrontarti. Ogni giorno può regalarti tanto, emozioni che riesci a dare o a ricevere,illusioni che ti fanno vivere, desideri che vorresti avere o condividere,delusioni … Un piccolo fiore contento di esistere, vive sereno con il calore del sole ,il suo profumo , il nutrimento della terra,la compagnia delle farfalle , delle api. Ma viene colpito dalle intemperie: freddo, gelo,vento. Vacilla, sfiorisce,sfinito ma vive, un po’ dei suoi colori , del suo profumo, della sua beltà, della sua allegria. Il tutto porta via , ma il piccolo fiore resiste, perché nella sua vita vuole guardare dentro e capire perché il suo disegno di vita somiglia ad un puzzle tutto sparso, in disordine. Lui vuole percorrere il sentiero che porta alla magnificenza che è la vita. Vorrei dirti grazie Director perché in questo immenso c’e una musica che ti sa guidare e dare… BEATRICE
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