@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
Work nicely with us to create our friendship and the warmth of our curiosity and mind’s exploration.
Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!

"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

martedì 21 aprile 2009

La Stanza dell'Insperata Speranza

@ Il Capitano
A proposito di "Sognava e Storceva il naso..."

Tutto sembrava perfetto. E certamente lo era davvero. Avevano per settimane preparato tutto. Minuziosamente. Destinando ogni molecola del mio corpo, non della mia mente, alla scienza.
Ogni particolare era stato studiato; ogni eventualità prevista. Ogni criticità considerata e per ognuna prevista la soluzione da diluire. Il gran giorno stava finalmente per arrivare. Non restava che seguire passo dopo passo, spasmo dopo spasmo, illusione dopo illusione, il transfugo e quanto mai provvidenziale… protocollo.
Avrebbe funzionato? Non uno avrebbe mai avuto il coraggio di rispondere a quella domanda. Solo Dio (forse) sapeva ciò che da li a poco sarebbe accaduto. Ma cosa? Tutto. O niente.
La notte trascorse ripercorrendo lo stesso viaggio esattamente nei tempi di tutte le altre che l’avevano preceduta.
Ma quella notte no, non fu uguale alle altre. Quella fu diversa.
Sognai.
E non perché il fatto in se fosse anormale, tutti sognano.
Anormale fu il tempo, lo spazio, la fine.
Ma quanto tempo avevo vissuto? Sembrava un’eternità. Il lungo viaggio cominciato quella meravigliosa notte, fu veramente il più lungo, intenso, vivo e sincero della mia vita.
Tre secondi. Poco più forse. O poco meno.
Io certo, corsi sudato nei corridoi della piccola luce e mi fermai per conservare il vuoto che vibrava sul ciglio della epica rupe che vide un uomo non ascoltar le sirene.
Fui un bimbo felice nel paese di Alice a raccattare i sonagli affinché musica madre non smettesse d’esser l’aria che respiravo.
E vecchio nello stesso momento, piegato sulla panchina degli eccessi a seminar briciole e strappi di cuore per vederlo fiorire sui prati del tempo che il tempo non ebbe.
Voci sentii, e volti io ricordo che vidi e non più seppi guardare.
Ascoltai il silenzio, attraversava le piaghe di un’anima infetta. La mia. Quella del mio vicino di banco. Di ogni tutto in quella stanza mai troppo buia.
Della pietosa misericordia.
Ma perché tanto dolore? Perché tante lacrime? cosi vere! Perché siamo qui?
Qui non ci sono risposte disse l’uomo in camice e spalle strette che guardava di fuori, fuori dalla finestra. Lontano, e non batteva le ciglia. Fuori da ogni luogo, eppure li. Ne sentivo la spinta feroce.
Quante volte ho camminato le strade senza la riga della mezzeria e mai mi sono perso. Come ho potuto farlo in questa notte sgraziata e di me perdere i passi? Poi, barattai un dolore, uno dei tanti, per un caffè ed una sigaretta. L’uno per l’altra come il pane e salame. E la tristezza che doveva condurmi sul banco dei pegni a cercare un motivo. E non volle. Non quella notte, non per quei volti. Pensieri e parole spaiate a folate come il vento che si staglia sul viso e ti costringe a guardare senza vedere e una ruga in più sulla fronte.
Mi svegliai e tutto svanì, tutto finì, niente era cambiato. Non un oggetto spostato di posto, compreso il mio letto sul fianco del muro. Non uno di quei volti mi era vicino. Non una di quelle voci a tenermi compagnia.
Avevo sognato. E tutto era vivo solo per me. E per ognuno di loro.
Avrei visto - da quella notte in poi. Oh quella notte! l’unica degna d’esser segnata perché in essa il sogno più bello: - Io Domani.
In un baule conservo quanto di prezioso merita d’essere il mio esser li dentro. Li, dove vive di luce propria un’emozione pulsante che mi percorre la spina dorsale e si fa linfa. Per me. Per tutti noi uguali inseguiti dal male a stringer le mani come cesti di frutta, che hanno abitato la stanza, di una insperata speranza.

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DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

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