@ Nina
Ho appena letto questo lungo, complesso e lacerante post. Credo di farcela a reggerlo emotivamente, malgrado sia passata dal simpatico tritacarne del Capitano che commentava un mio precedente drama-commento. HELP!
Sì, difficile l'equilibrio del ragionamento, le fasi teoretiche da assimilare, elaborare, e successivamente spurgare secondo il principio basilare di un Io non divino che deve promuoversi agente tuttofare - o quasi. Povero Io, questo Io. Un po' troppo responsabilizzato e stanco a forza di essere sottoposto, suo malgrado, a incessanti rimedi. Così penso: "Lui -l'Io- chi lo rimedia?". Consapevolezza, messaggi non-consapevoli, linguaggio del corpo, contraddizioni, paure e timori, il grande Langs, Freud, sogni, totalitarismo dell'Inconscio. Eventi attuali retroattivi, colpevoli di riportarci indietro, nel remoto dei traumi per scoprirli nervi vivi. Io sono altro Io. Tu che mi leggi, cosa sei? ... Prendi l'Uno e fa' ciò che vuoi! Ci vogliamo intatti, no? Allora prendiamo l'Inconscio "totalitario", senza profusione massificata (abbiamo visto dove portano i regimi legalizzati... Hitler e Stalin sono esempi storici da non dimenticare); cerchiamo di ammorbidirlo, accettarlo nei suoi abissali anfratti ricchi di tranelli. Ci condurremo nel regno dell'insospettabile - mai ascensionale. Ed eccole le guerre di ogni Tempo, le abbiamo trovate.
Il Tempo: e se fosse un'invenzione, un'altra giustificazione, un tassello che non torna nell'economia dell'esistenza? Presa da euforia -sono tre i giorni di eccitazione, una sorta di "bene di vivere" ma con il solito accampamento di disagi -temo il momento della reazione contraria, tipica di alcune forme depressive. Non devo cedere alla tentazione. Anzi, l'Io ausilario deve prepararsi come sostegno, e nulla deve compensare: solo considerare un'ipotesi. Tale deve restare: ipotesi che nell'immediato inviteremo gentilmente a dissolversi. Poi, ancora una volta, invocheremo l'acqua: lasciarsi fluire... sì, lasciarsi andare. Torniamo ai messaggi non-consapevoli. Per ora, ma solo per ora, mi viene da scrivere questa scarsa considerazione. Essa è legata alla Natura, ma è altrettanto valida nella sfera umana - credo. ENUNCIATO: Non sanno i fiori il perché del loro fiorire. Eppure, tra le cose che non possiedono significazioni, incontreranno il nostro stupore. La conoscenza che ignora il suo sé non è mai fioritura d'ignoranza. E gli occhi meravigliano più del fato.
Naturalmente non è una poesia, né un artificio letterario riempitivo. E' un pensiero. Semplicemente, non possiamo spiegare tutto. E questo "tutto", comprendente certi fenomeni psichici, non sempre è spiegabile. Non ci è dato come dato fattuale concreto ed oggettivo persistente ed assoluto. Dunque, occorre affidarsi ad altro. Ma cos'è questo "altro"?
@ Director
Nina. lo stiamo per incontrare un nostro "altro da Sè" e non fuori! Lì, nella piazza, in mezzo al bisbiglio assordante e clamoroso delle persone che aspettano il "dominatore della loro paura". E Ionesco trema anch'egli, tentato di lasciar scivolare da dentro a fuori quella tensione che sposa la rinuncia a se stessi e l'accorpamento al capo-branco. Poi, con violenta passione, si dissocia. Tornerà nel Rinoceronte la sua paura e sfida a cercare un piccolo seme di "verità" nella babele del linguaggio. E' dentro di noi. Può essere educato. Grandissima consolazione, mia cara. Lo rappresenteremo.
"…attendo Hitler i presenti stavano già dando segni di impazienza, quando, in fondo a una via e rimpiccolito dalla distanza apparve il Fürher circondato dal suo seguito. Lo scrittore vide la folla, progressivamente travolta da una specie di isterismo, acclamare con frenesia l'uomo sinistro. L'isterismo si spandeva, avanzava con Hitler come una marea. Sulle prime Denis de Rougemont rimase sbalordito di fronte a questo delirio. Ma quando il Fürher si avvicinò e tutti, intorno a lui, furono contagiati dal generale isterismo, lo scrittore si accorse che quel furore cercava di impadronirsi anche di lui, che quel delirio "l'elettrizzava". Stava per soccombere a quella magia, quando qualcosa salì dal profondo del suo essere, opponendosi alla tempesta collettiva. Si sentiva a disagio, spaventosamente solo in mezzo alla folla; aveva resistito ed esitato allo stesso tempo. Poi sentendosi "letteralmente" drizzare i capelli in testa, capì ciò che significa Orrore Sacro. In quel momento non era il suo pensiero a resistere, non erano le argomentazioni che gli venivano in mente; era la sua "personalità" che si ribellava. Ecco: probabilmente il punto di partenza del "mio" rinoceronte".
Ho appena letto questo lungo, complesso e lacerante post. Credo di farcela a reggerlo emotivamente, malgrado sia passata dal simpatico tritacarne del Capitano che commentava un mio precedente drama-commento. HELP!
Sì, difficile l'equilibrio del ragionamento, le fasi teoretiche da assimilare, elaborare, e successivamente spurgare secondo il principio basilare di un Io non divino che deve promuoversi agente tuttofare - o quasi. Povero Io, questo Io. Un po' troppo responsabilizzato e stanco a forza di essere sottoposto, suo malgrado, a incessanti rimedi. Così penso: "Lui -l'Io- chi lo rimedia?". Consapevolezza, messaggi non-consapevoli, linguaggio del corpo, contraddizioni, paure e timori, il grande Langs, Freud, sogni, totalitarismo dell'Inconscio. Eventi attuali retroattivi, colpevoli di riportarci indietro, nel remoto dei traumi per scoprirli nervi vivi. Io sono altro Io. Tu che mi leggi, cosa sei? ... Prendi l'Uno e fa' ciò che vuoi! Ci vogliamo intatti, no? Allora prendiamo l'Inconscio "totalitario", senza profusione massificata (abbiamo visto dove portano i regimi legalizzati... Hitler e Stalin sono esempi storici da non dimenticare); cerchiamo di ammorbidirlo, accettarlo nei suoi abissali anfratti ricchi di tranelli. Ci condurremo nel regno dell'insospettabile - mai ascensionale. Ed eccole le guerre di ogni Tempo, le abbiamo trovate.
Il Tempo: e se fosse un'invenzione, un'altra giustificazione, un tassello che non torna nell'economia dell'esistenza? Presa da euforia -sono tre i giorni di eccitazione, una sorta di "bene di vivere" ma con il solito accampamento di disagi -temo il momento della reazione contraria, tipica di alcune forme depressive. Non devo cedere alla tentazione. Anzi, l'Io ausilario deve prepararsi come sostegno, e nulla deve compensare: solo considerare un'ipotesi. Tale deve restare: ipotesi che nell'immediato inviteremo gentilmente a dissolversi. Poi, ancora una volta, invocheremo l'acqua: lasciarsi fluire... sì, lasciarsi andare. Torniamo ai messaggi non-consapevoli. Per ora, ma solo per ora, mi viene da scrivere questa scarsa considerazione. Essa è legata alla Natura, ma è altrettanto valida nella sfera umana - credo. ENUNCIATO: Non sanno i fiori il perché del loro fiorire. Eppure, tra le cose che non possiedono significazioni, incontreranno il nostro stupore. La conoscenza che ignora il suo sé non è mai fioritura d'ignoranza. E gli occhi meravigliano più del fato.
Naturalmente non è una poesia, né un artificio letterario riempitivo. E' un pensiero. Semplicemente, non possiamo spiegare tutto. E questo "tutto", comprendente certi fenomeni psichici, non sempre è spiegabile. Non ci è dato come dato fattuale concreto ed oggettivo persistente ed assoluto. Dunque, occorre affidarsi ad altro. Ma cos'è questo "altro"?
@ Director
Nina. lo stiamo per incontrare un nostro "altro da Sè" e non fuori! Lì, nella piazza, in mezzo al bisbiglio assordante e clamoroso delle persone che aspettano il "dominatore della loro paura". E Ionesco trema anch'egli, tentato di lasciar scivolare da dentro a fuori quella tensione che sposa la rinuncia a se stessi e l'accorpamento al capo-branco. Poi, con violenta passione, si dissocia. Tornerà nel Rinoceronte la sua paura e sfida a cercare un piccolo seme di "verità" nella babele del linguaggio. E' dentro di noi. Può essere educato. Grandissima consolazione, mia cara. Lo rappresenteremo.
"…attendo Hitler i presenti stavano già dando segni di impazienza, quando, in fondo a una via e rimpiccolito dalla distanza apparve il Fürher circondato dal suo seguito. Lo scrittore vide la folla, progressivamente travolta da una specie di isterismo, acclamare con frenesia l'uomo sinistro. L'isterismo si spandeva, avanzava con Hitler come una marea. Sulle prime Denis de Rougemont rimase sbalordito di fronte a questo delirio. Ma quando il Fürher si avvicinò e tutti, intorno a lui, furono contagiati dal generale isterismo, lo scrittore si accorse che quel furore cercava di impadronirsi anche di lui, che quel delirio "l'elettrizzava". Stava per soccombere a quella magia, quando qualcosa salì dal profondo del suo essere, opponendosi alla tempesta collettiva. Si sentiva a disagio, spaventosamente solo in mezzo alla folla; aveva resistito ed esitato allo stesso tempo. Poi sentendosi "letteralmente" drizzare i capelli in testa, capì ciò che significa Orrore Sacro. In quel momento non era il suo pensiero a resistere, non erano le argomentazioni che gli venivano in mente; era la sua "personalità" che si ribellava. Ecco: probabilmente il punto di partenza del "mio" rinoceronte".
Foto: Eugéne Ionesco
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