@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
Work nicely with us to create our friendship and the warmth of our curiosity and mind’s exploration.
Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!

"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

giovedì 16 aprile 2009

MANIFESTO DEL CREATIVE DRAMA & IN-OUT THEATRE


16 Aprile 2009 - Fondazione

Il Creative Drama In-Out Theatre (C.D. & In-Out T.), sponsorizzato dalla SIISCA (Società Italiana di Ipnosi Sperimentale Clinica & Applicata, 1988), è stato creato nel 2008 come estensione “artistica” dell’Atelier di Drammaterapia Liberamente (2006) dallo psichiatra-psicoterapeuta E. Gioacchini. Il C.D. & In-Out T. nasce all’interno dell’esperienza triennale dell’Atelier di Drammaterapia Liberamente, e si costituisce come laboratorio di sintesi, sperimentazione e sviluppo della drammaterapia, al di fuori dei contesto didattico, educativo, formativo e clinico specifici che gli sono propri, ma nella sua originale formulazione di processo artistico -teatro di drammterapia-. Mentre l’Atelier ha lo scopo di divulgare concetti e metodologie proprie che si riferiscono ad una personale individuazione teorica e pratica della Drammaterapia e del processo drammaterapico, nei suoi vari contesti applicativi, il C.D. & In-Out T. ne costituisce la naturale evoluzione artistica.

Nel 2009, nel giorno 16 aprile, il C.D. & In-Out T.ha la sua fondazione in un gruppo di partecipanti-fondatori, come gruppo spontaneo di teatro libero e cenacolo culturale, apolitico ed aconfessionale, con lo scopo di realizzare un laboratorio permanente, aperto ad eventuali collaborazioni e ancora privo di un suo statuto legale e registrato. I partecipanti-fondatori dell’iniziativa, nel contesto della loro adesione al C.D. & In-Out T., non si pongono vincoli od obbligazioni di partecipazione o di ordine economico, con una prestazione delle loro abilità ed esperienze assolutamente gratuita ed una fedeltà nominale alle idee ispiratrici dell’iniziativa.

La Drammaterapia dell’Atelier Liberamente
La metodologia si riferisce alle linee guida della disciplina, così come formulate in ambito internazionale –cfr. scuola Britannica ed Americana-, ma rispetto alle alter forme conosciute di drammaterapia possiamo sinteticamente individuare quattro aspetti distintivi, o meglio aggiuntivi:

1 enfatizzazione dell’utilizzo degli Stati Modificati di Co, propri della “funzione dramatica” del
teatro e comunque della rappresentazione;

E’ importante che l’allievo acquisisca dimestichezza con le fluttuazioni della propria coscienza, che, si sa bene, non è sempre ed assolutamente “ordinaria” e vigile nel corso del processo artistico, interpretativo e comunque espressivo. La rinnovata importanza dell’hypnodrama moreniano (dove allo psicodramma si aggiunge la presenza di stati indutti di trance), porta così il lavoro drammaterapico assai vicino alla consapevolezza di quello che lo stesso Grotowsky chiamava “la Trance dell’Attore”; pura espressione dell’autenticità di un‘anima nell’atto di donazione all’altro (pubblico) dinnanzi a lui. L’atto di “autopenetrazione” che tanto sottolinea il Maestro, passa dunque per uno speciale stato di consapevolezza cosciente, ma all’interno di una condizione di trance, elementi questi che permettono all’attore di “non fingere di fingere” e qualificare il suo “come se” sulla scena appunto come atto autentico. La propria storia, invisibile, fluisce all’interno della parte, anche al di fuori di quel gioco di immedesimazione all’interno del personaggio come propone il grande Stanislavskij. Se il suo metodo si basa sull'approfondimento psicologico del personaggio e sulla ricerca di affinità tra il mondo interiore del personaggio e quello dell'attore, la metodologia dell’Atelier sposa maggiormente lo statuto Grotowskiano. Come questa ultima scuola insegna, è inoltre ridotto all’essenziale il rito scenico, impoverita la macchina teatrale, ridotta generalmente all’essenziale dell’attore e dello spettatore. Quello che rimane sono i corpi, e questi non possono che essere corpi in cerca di vita ed espressione. Gli esercizi di autoipnosi, come quelli sul corpo che propone Grotowsky, in tal senso, intendono sollecitare la consapevolezza e la libertà emotiva del soma, in funzione del sentimento di libertà e scelta che l’attore deve sempre saper comunicare a chi assiste al suo lavoro.

2 l’importante uso del simbolo e del rito nel processo di costruzione-interpretazione -mediazione
sciamanica-;
3 il concetto di “centralità” dell’azione interpretativa di ogni attore, nella relazione con il gruppo;

"Ogni attore della compagnia deve aparire artista unico, e trasmettere in maniera autonoma la bellezza di tutta la compagnia" Jurij Alschitz

4 l’importanza della “direzione”, quale schermo che permette all’attore di uscire dalla
rappresentazione (Grotowsky).

Il regista diviene spettatore e partecipe del processo creativo della compagnia nei termini di elemento catalizzatore dello stesso, offrendo la massima libertà espressiva naturale all'attore, nel superamento dello "spettacolo" che pure avviene.

Il processo drammaterapico è il cuore della performance interpretativa nel suo realizzarsi e divenire. All’interno di tale processo s’individuano due momenti:

1 fase, il “personaggio” quale interlocutore privilegiato della dinamica psicologica, simbolica, dell’interprete con la sua parte;
2 fase, l’estensione del processo al gruppo, come ricostruzione del simbolo nella realtà rappresentativa.

L’incontro tra carattere ed interprete costituisce l’essenza del “drama” che lì si realizza e si sviluppa. Il punto di partenza non è quindi il testo dell’autore ancorché selezionato e scelto in funzione “artistica”-, né le abilità dell’attore a cui è consegnata l'interpretazione, ma lo sviluppo del “personaggio” all’interno della naturale e poi guidata –regista- capacità dell’attore di processare dati della realtà e contesto simbolico personale-gruppale. L’originalità assoluta/relativa di questa triade-incontro (interprete-personaggio, regista, gruppo) è quello che stimola e produce creatività (Creative Drama).
Il “come se” del teatro è qui assunto come “realtà” dell’individuo, perde i connotati di “rappresentazione”, perché ad essere rappresentata è la realtà soggettiva dell’interprete, fuori finzione, attraverso un costante processo di falsificazione e re-significazione dell’azione performativa (processo In-Out).
Il testo teatrale è evocatore di un processo psicodinamico, sollecitato e diretto dal regista con l’aiuto di Io-Asiliari –come nello psicodramma-, ma al di fuori di una codificazione preliminare di parti e ruoli. Il laboratorio privato dell’interprete si estende e interagisce con quello allargato del gruppo; l’interprete diviene “attore” di una mediazione conflittuale tra i contenuti e i contenuti dell’opera ed i personali (processo drammaterapico). La catarsi è nell’espressione di tale conflitto, che diventa archeologia di un processo vitale, cristallizzato e ripetibile, con il recupero di una distanza funzionale dal “drama”, finalmente riconoscibile perché esperito e offerto al pubblico (teatro-spettacolo).

Il drama rimanda al gruppo e poi allo spettatore, la possibilità di un identico processo, tra identificazione e distanza interpretativa dal personaggio.

Foto: Foto di Repertorio, Laboratorio su Cortazar, Atelier di Drammaterapia Liberamente, Aprile 2008

1 commento:

Anonimo ha detto...

scusa il ritardo ho già comprato il libro,"il rinoceronte",sono con te come sempre.Con entusiasmo aspetto,per scoprire insieme a te questa nuova bella avventura...come sempre grazie per quello che mi dai
spartaco

DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

COMUNICATI STAMPA