@ Gianni
Report Laboratorio CDIOT del 10 luglio
E’ bello pensare che Berenger, nel mondo sconvolto dai rinoceronti, possa ricorrere ad un terapeuta per risolvere i suoi problemi esistenziali, è bello pensare che...
Cosa sto dicendo? Io sono Berenger, ed ho vissuto, attraverso la seduta dal terapeuta, i sentimenti di Gianni mescolati alle sensazioni che può provare un uomo nelle sue condizioni.
Report Laboratorio CDIOT del 10 luglio
E’ bello pensare che Berenger, nel mondo sconvolto dai rinoceronti, possa ricorrere ad un terapeuta per risolvere i suoi problemi esistenziali, è bello pensare che...
Cosa sto dicendo? Io sono Berenger, ed ho vissuto, attraverso la seduta dal terapeuta, i sentimenti di Gianni mescolati alle sensazioni che può provare un uomo nelle sue condizioni.
Penso di somigliare a Berenger più di quanto io voglia, è l’esatto contrario del mio essere e del mio credo, eppure mi ha ispirato simpatia sin dall’inizio, con le sue difficoltà e la sua “difettosità”, anche quando non si era delineata la devastazione intorno a lui e non era diventato l’antieroe che conosciamo.
Penso che ognuno di noi abbia bisogno di sentirsi un po’ Berenger, vivere i suoi drammi e le sue paure; rabbia, disperazione frustrazione, ecc.. Ciascuno di noi ha bisogno di sentire, vivere, assaporare, tuffarsi dentro di esse, e lasciarsi trasportare e permeare da queste emozioni, in una sorta di circolazione osmotica, facendole fluire e defluire a seconda della pressione del momento. Si può uscirne lavato e sconvolto, distrutto e coccolato, sacrificato e salvato allo stesso tempo, espressione singola e di gruppo di sentimenti che sono la fonte della vita.
Vi ho sentiti vicini, ho letto i vostri report, ho sentito i vostri cuori battere all’unisono con il mio, ho avuto il piacere di toccare con mano i macigni della mia vita, senza paura, vergogna, dubbio o remora alcuna, perché la strada è proprio questa; soffrire un momento per star bene una vita.
Immedesimarmi in Berenger, sentire la sua solitudine, la frustrazione, il senso di impotenza di fronte a tanta devastazione è stato facile, perché sono sensazioni che io ho provato e, credo, tutti noi abbiamo provato, ma abbiamo imparato a cacciarle indietro, pensando in questo modo di risolvere. Nulla di più sbagliato. Mettiamoci l’anima, come dice il Director, viviamole queste emozioni e non saranno più macigni, ma semplici frammenti di vita, dolorosi, ma frammenti.
La cosa straordinaria è , secondo me, che come in un cerchio che ad un certo punto si chiude, io mi sono servito di Berenger per provare le emozioni negate da bambino e lui si è servito di me per mostrarsi in tutta la sua difficoltà e farvi provare a vostra volta le stesse sensazioni, il tutto sapientemente orchestrato dal Director per farci vivere questi momenti.
Director, mi/ci hai dato la tua anima..
La mia.. sono disposto a farla a pezzi e rimetterla insieme cento volte pur di vederla brillare come un faro.
Penso che ognuno di noi abbia bisogno di sentirsi un po’ Berenger, vivere i suoi drammi e le sue paure; rabbia, disperazione frustrazione, ecc.. Ciascuno di noi ha bisogno di sentire, vivere, assaporare, tuffarsi dentro di esse, e lasciarsi trasportare e permeare da queste emozioni, in una sorta di circolazione osmotica, facendole fluire e defluire a seconda della pressione del momento. Si può uscirne lavato e sconvolto, distrutto e coccolato, sacrificato e salvato allo stesso tempo, espressione singola e di gruppo di sentimenti che sono la fonte della vita.
Vi ho sentiti vicini, ho letto i vostri report, ho sentito i vostri cuori battere all’unisono con il mio, ho avuto il piacere di toccare con mano i macigni della mia vita, senza paura, vergogna, dubbio o remora alcuna, perché la strada è proprio questa; soffrire un momento per star bene una vita.
Immedesimarmi in Berenger, sentire la sua solitudine, la frustrazione, il senso di impotenza di fronte a tanta devastazione è stato facile, perché sono sensazioni che io ho provato e, credo, tutti noi abbiamo provato, ma abbiamo imparato a cacciarle indietro, pensando in questo modo di risolvere. Nulla di più sbagliato. Mettiamoci l’anima, come dice il Director, viviamole queste emozioni e non saranno più macigni, ma semplici frammenti di vita, dolorosi, ma frammenti.
La cosa straordinaria è , secondo me, che come in un cerchio che ad un certo punto si chiude, io mi sono servito di Berenger per provare le emozioni negate da bambino e lui si è servito di me per mostrarsi in tutta la sua difficoltà e farvi provare a vostra volta le stesse sensazioni, il tutto sapientemente orchestrato dal Director per farci vivere questi momenti.
Director, mi/ci hai dato la tua anima..
La mia.. sono disposto a farla a pezzi e rimetterla insieme cento volte pur di vederla brillare come un faro.
Foto: Berenger in Terapia, Laboratorio CDIOT, luglio 2009
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