@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
Work nicely with us to create our friendship and the warmth of our curiosity and mind’s exploration.
Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!

"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

mercoledì 22 luglio 2009

DRAMATHERAPY, Berenger and Daisy in the Rhinoceros: Correspondence between the Shores of Sorrow


Diversi mesi dopo il grande Processo, mentre le storie degli uomini sono diventate diverse strade che come formiche essi si affannano a rivedere eguali -e qui si smarriscono, quasi alla ricerca del dolore che le ha spazzate via...-, Berenger scrive a Daisy. Non risiedono più negli stessi luoghi, non sappiamo chiessi ora siano veramente.

"Cara Daisy,
questa mia ti arriva dopo un tempo infinito ed in fondo non sono nemmeno tanto sicuro che possa raggiungerti… Sarò lieto di ricevere da te, se lo vorrai.

Mi trovo a Belfort, nella Franca Contea, oramai da quindici mesi dall’epilogo di quel processo che della storia ha scritto pagine di riscatto; ma brutte e piene di angoscia per noi che l’abbiamo vissute. Seppi dal buon Dudard che anche tu ti riprendesti dalla “malattia”… e senza postumi. Fortunatamente. Tutti noi siamo cambiati, in un tempo diverso che difficilmente può accoglierci. Egli, invece, purtoppo, ancora ha la cicatrice di zoccoli difficili da far sparire ed il cui rumore risveglia quello avvilito di un’anima oramai molto trasformata, troppo... Suona l’organetto e regala fogliettini con buoni auspici ai viandanti, così numerosi in quest’epoca di rifacimento.
Io ho smesso di bere, ma non so se fosse più spensierato quel tempo in cui tutto doveva ancora accadere. Mi è giunta voce che tu ti sia sposata. E’ vero? Sarei contento della tua felicità. Essa è una e siamo noi con le nostre paure a dargli costanti nomi ed indirizzi o a scapparne.
Ti invio due foto, sono del tempo prima, spero tu accetti che le abbia conservate. La tua terrazza, nella stagione migliore per essa, per te, per noi. Attendo un tuo cenno.
Un abbraccio, il tuo Berenger "



Foto: Rhinoceros, Daisy Terrace

4 commenti:

Francesca ha detto...

Spero non vi offendiate se scrivo fuori da ogni discussione precedente a questo mio sritto….credo però sia prepotente entrare, anche se in punta di piedi ma sempre per ultima, in un processo che sta lavorando in maniera cosi profonda dentro di voi … per me c’è stato l’avvio al processo,lo start ,la partenza ma credo di esser rimasta li a guardare da semplice spettatrice il cambiamento reale di altri… il mio pensiero parte proprio da qui…provo un umile imbarazzo in certi “nostri “ momenti, questo a causa di tutta la passione e l’autenticità con cui esprimete il vostro dolore cosi puro, reale e sincero senza vergogna e senza gelosia nel mostrarlo al resto del gruppo …mi sento disadattata e a disagio, non meritevole del ruolo che in quel momento sono chiamata a ricoprire e cioè quello di un accogliente contenitore consapevole e attento alla preziosità della vostra vita. Questo dono che mi offrite pesa su di me come un macigno difficile da rimuovere ...dunque non riesco a muovermi spreco tanta energia per riuscirci, mentre per lo sforzo finale, quello che mi permetterebbe finalmente di liberarmi, non ne rimane neanche un po’ destinata per sempre a rimanere immobile a guardare la vita che passa…il problema è che il dolore non bussa quasi mai, non prende appuntamenti, non si fa invitare ma si palesa spesso e volentieri nella solitudine, che gli fa gioco e lo spalleggia.. è meschino e si nutre del singolo individuo e non del gruppo perché cosi è piu facile, perché cosi attecchisce meglio, perché dall’interno è piu facile corrodere …come si fa a buttarlo fuori a sfrattarlo ? ci vorrebbe del calore talmente tanto caldo all’interno che sia costretto ad uscire fuori non essendo piu il contenitore cosi tanto accogliente come prima, che nel freddo ci si ibernava. Spero di riuscire a sciolgliermi con voi come quando poco tempo fà, sentendo per la prima volta un concerto di Ennio Morricone, mi sono sciolta con me stessa perché di quella musica mi fidavo era calda e accogliente, toccante e ipnotica vorrei tanto che voi foste quella melodia che mi fa morire dentro.

Grazia ha detto...

Caro Berenger,
non sai quanto piacere nel ricevere tue notizie! Una sensazione gradevole di quiete dopo una tempesta. Perchè una vera tempesta sono stati gli anni che abbiamo vissuto. Ricordi come mi sembravano belli i rinoceronti, come li vedevo danzare, come il loro canto era per me irresistibile, simile a quello delle sirene di Ulisse?
Chiedi mie notizie: sì, mi sono sposata ed ho due figli (due maschi), una vita tranquilla, agiata, quella che insomma credevo di volere, o forse, come dici tu, erano le mie paure a farmelo pensare. Gli eventi, quanto di catastrofico è successo, ci hanno profondamente cambiati, ci hanno reso vulnerabili coriacei al tempo stesso, ma forse la vita è proprio questa.
Sono felice che tu abbia ancora le foto, così come io ho il ricordo di un amore che stava sbocciando, che non ha avuto (o meglio, non poteva avere) la forza prorompente della passione e per questo così dolce, così prezioso da custodire gelosamente nel mio cuore. Questo ricordo rappresenta la forza, la potenzialità che è dentro di noi, quel qualcosa di bello che nessuno potrà mai toglierci e, nello stesso tempo, così importante per vivere: la speranza!

Con affetto, tua Daisy.


Per il director: un grazie particolare per le nuove ed intense esperienze di ieri sera (24 luglio). Difficile, ancora, per me definire le sensazioni, ma di sicuro ne sono molto affascinata ed incuriosita.

Ciao, Grazia.

Anonimo ha detto...

Caro mio! Caro Berenger!
Sono lieta di ricevere tue notizie dopo tanto. Ho impiegato un po’, prima di iniziare a scrivere. Come tu dici …”un tempo infinito”: hai profondamente ragione!
Improvvisamente i ricordi, il tempo in cui le nostre vite erano vicine e anche il nostro cuore. Questo cuore che aveva iniziato a palpitare ma che ha dovuto fare una scelta: cioè quella di ricercare l’altro. Io e te! Nnon sarebbe bastato a riempire il senso della vita. Tu sai che il senso di solitudine provoca l’ansia. Essere soli significa essere indifesi, incapaci di penetrare attivamente nel mondo circostante. Per me si è trattato di superare la solitudine e raggiungere l’unione e poter far parte del gruppo “rinoceronte”. Penso che se non avviene una trasformazione completa, si rimarrà gli stessi di sempre, si ha bisogno di chiarezze e consapevolezze. Vedi Berenger, tutti noi siamo spesso chiamati a scindere la parte razionale dal nostro essere, il nostro vivere consapevole dalle emozioni, dai vissuti, dai sentimenti più profondi e nascosti, quasi dovessimo vergognarci dei moti interiori, delle vibrazioni dell’anima, della commozione, della gioia o della paura. Quasi alludessero ad una debolezza dello spirito piuttosto che ad una ricchezza delle potenzialità umane di percepire gli eventi (Carotenuto sottolinea come i sentimenti siano alla base non soltanto del nostro vivere soggettivo ma anche e soprattutto nel nostro agire relazionale costituendo il legame tra la nostra anima ed il nostro corpo). Perdona la mia vena psicologica ma sappi che nella mia vita sono cambiate tante cose. Si! sono sposata con un uomo speciale che mi ha portato a conoscere gli strati interiori. Un abbraccio affettuoso.
Daisy
BEATRICE

Anonimo ha detto...

Caro Berenger,
ho raccolto la tua dal servizio postale e aprendola il mio cuore ha avuto un sussulto. Sapere che ci sei, che posso ascoltare la tua voce mimata sulle mie labbra mi ha entusiasmata. Vivo da poco a Fresse, una cittadina non molto lontana dalla tua. Oggi sono felicemente sposata e quei barriti sono soltanto un lontano ricordo. Ho molto piacere di sentire che hai smesso di bere, almeno per la tua salute. Ma vorrei sapere altro di te e di come vivi: scrivimi ancora e se ne hai voglia potremmo un giorno incontrarci. A presto. Daisy
ROMEO

DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

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