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Dramatherapy: In-Out War, No Sales in the "Rhinoceros" by IonescoI
IONESCO E PSICOLOGIALa psicologia all’interno del Rinoceronte non è pervasiva.
È calibrata magistralmente da Ionesco, regista, artista visivo, diciamolo, egli stesso personaggio ioneschiano oltre che scrittore, drammaturgo, biografo del suo sé e della realtà di cui fa parte.
È una visione del tutto personale: mi piace pensare Ionesco [dentro] Ionesco.
II
IL PROBLEMA DELL’IONessun scrittore è mai riuscito a procacciarsi un’alternativa valida finché esiste un Io, nonostante abbia tentato di proclamarne l’assenza. Le parole che egli plasma, gestisce, sono conduttori d’elettricità: tra esse fluisce un’energia espressiva propria –ed un’altra proveniente dal profilarsi dei personaggi. Perfino quando linguaggio rincorre linguaggio con approdi inverosimili, insieme a trame intime d’intimi eventi che sembrerebbero risultare –contrariamente– al servizio della Logica.
Una sorta di schiavismo, d’asservimento formale.
Ma siamo sicuri che la forma della logica, o logica della forma, o una logicità fine a se stessa, possa divenire così totale? Siamo sicuri che i Fascismi d’ogni epoca, ad esempio, e soprattutto quelli del Novecento, non siano frutto di responsabilità negate, pigrizie mentali, scarso sviluppo d’un criticismo soggettivo ed evoluzionistico dell’Umanità che li ha subìti?
Perché 6milioni di ebrei non hanno mai osato ribellarsi? Perché l’unico tentativo risale al 1943, nel ghetto di Varsavia? Unico disperato, nudo momento di Resistenza… E come fa piangere pensare a quel gruppo che è riuscito a tener testa ai blindati tedeschi per un mese! Ecco, forse c’era un Bérenger fra loro, o lo erano tutti: folli, perché sapevano comunque di morire; audaci, perché essi sono morti lottando; coraggiosi nel loro timore, poiché sostenuti da un idealismo fortemente realista.
Non vollero, infatti, né lo lasciarono intendere –secondo volontà– spacciarsi per eroi.
Chi va a morire dovrebbe conoscere il proprio destino: dovrebbe morire facendo molto rumore ¹. La polvere non è concessa.
III
IL NONSENSE
SCRITTURA E PROCESSO DRAMMATERAPICO
“Nonsense”: escamotage letterario di cui Ionesco non ha paternità. Egli cerca nuove valenze, soluzioni formali, adattamenti moderni. Soprattutto, lo scrittore rumeno vive quel tempo novecentesco rapportandosi alle ragioni storico-sociali del momento –com’è giusto che sia!– e al progresso naturale all’interno della sua esplorazione letteraria (che significa, anche: analisi del profondo, inconscio, inabissamento).
Sono sempre più convinta che la scrittura è la disciplina artistica che mette in pratica più d’ogni altra, senza virtù di statuto, il percorso drammaterapico. Niente di più simile, a livello processuale, tra la verità del Drama, trance compresa, e quella strettamente letteraria.
Tutto ciò fa parte dell’intimo pesante tributo, in termini emotivo-psicologici, di chi scrive.
E l’opera ne è specchio fedelissimo.
Sì, non ci vuol molto a smascherare la sincerità di un poeta o di un prosatore. Molto diffusi sono gli scribacchini vanagloriosi: ma non mettono in gioco se stessi, non conoscono sacrificio, né coraggio. Sono creativi “predestinati alla rinocerontite”.
Non sono proprio niente. Anzi, sono i primi a genuflettersi al sistema, al potere, alla politica.
Siamo ben lontani dall’Arte.
IV
ETICA E RESPONSABILITÀ NELL’ARTEEsiste, anche qui, l’umana resistenza. Quella che ti rende libero [dentro] senza passaggi fagocitati da un’intenzione egoica. Libertà è termine connesso ad Etica e Responsabilità.
Vi sarà da proclamare altra Guerra, per arrivare a tanto?
Laddove ci si oppone, non sempre è necessaria la carabina di Bérenger.
Occorre la volontà del Risveglio, che nel misticismo indio-asiatico viene denominato “Bodhi” (in sanscrito: Illuminazione). Ma incontreremo comunque il dappoco quale …
̏stimolo per profitti e profittatori, finanziatori pubblici e privati, banche e business. Creativi al servizio dell’arte finanziaria, con la sua crisi in ogni piano dell’esistenza umana. Opporvisi significa stimolo, reazione & relazione [dentro] la sintesi creativo-sorgiva del Nuovo. Crocevia dei separatismi, allontanamento da qualunque forma d’impaludata impotenza, dentro i nostri Tempi & Sistemi coercitivi.
Mercanteggiare la creatività, così come la NOSTRA vita, è decidere un incontro privato –tutto ormai è privatizzazione– con il Potere, o con la Dittatura, o con i Fascismi d’attualità storica”…
(Ne avevo infatti già parlato nel saggio “Saziare l’Insaziato”).
V
MINIMA MAGNITUDO e NEO-UMANESIMO
“Il fine essenziale per un vero artista non è di fare esperienze col suo tafanesco io, ma di dare la gioia esprimendo la pena di tutti” sostiene Guido Ceronetti.
Tempo fa dirigevo una rubrica di poesia, “Minima Magnitudo”, su un blog collettivo. Delineavo così le mie “pubbliche” intenzioni:
L’informazione è patto di velocità. Ma in poesia, come in tutta la letteratura, anche la lentezza è energia, grido propulsore.
La presentazione di questa nuova rubrica sembra all’insegna della contraddizione. Prendiamo però per elementi positivi questi termini: “contraddizione” e “dubbio”. Sono elementi essenziali per chi voglia intraprendere un viaggio intorno alla parola, e non solo.
Minima Magnitudo si pone obiettivi scomodi.
La letteratura è materiale scomodo.
Non si può immaginare un approccio, né una dedizione effimera o fortuita quando la meta è l’opera. Ma nessun timore: questa rubrica sorge nel segno dell’interazione, cerca un contatto diretto col lettore che privilegi una sana dialettica dell’espressività, l’aspetto ludico e insieme serissimo di qualunque scrittura nemica degli sterili accademismi.
Molto, ma molto meglio distillare valenze, districare problemi, contaminare estetiche.
Non c’è confine tra le arti. Ogni parola contiene il gesto che l’ha fatta nascere; la musica che la pronuncia; il colore che la contiene; il pensiero che può abbracciarla.
Aneliamo NeoUmanisti a tutto tondo.
L’accelerazione preme sul simbolo denutrito.
Cerchiamo insieme il valore intrinseco della simbologia, dei linguaggi antichi, le partiture musical-scrittorie, la polifonia e i contrappunti più assortiti. Se non ci fosse energia non esisterebbe moto, dinamica, urlo o fraseggio.
L’indagine del profondo irrisolto, che unitariamente ci accomuna, sarebbe dispersione. Io propongo il coraggio come alternativa. Baciare la nudità della Madre, arresi all’umile fiore, impegna l’acqua alla terra. E allora portiamo le nostre allisciate mani dentro la melma, erudendo la polvere dall’uggiosa lanugine domenicale, dichiarandoci prigione senza chiavistelli. Solo e soltanto per quel raggio di luce emanato dalla tenebra.
Toccare il fondo, mai abbastanza abissale, per risalire entità Luce –è passaggio obbligato.
Per questo concordo ampiamente con la tesi del Director: riscoperta dell’Umanesimo, le ragioni del Bene, diffusione di una cultura elevata ad Arte, misticismo, rinascenza… Contro ogni forma di omologazione, senza risultare incoerenti e restando fedeli ai propositi che motivano il fare arte –così come affermava Aldo Carotenuto:
“Arte e teatro, poesia e scrittura, cinema e musica, sono modalità intermedie attraverso le quali il mondo viene ricreato, ma con una finalità, con una motivazione, con un "alibi", che allontani lo spettro dell'incoerenza[…]”.
In questo post ho dispiegato varie tematiche. I riferimenti a me stessa non sono, spero, effimere concessioni narcisistiche, ma passaggi cruciali, snodi indispensabili per spiegare-spiegarvi- spiegarmi l’operato intorno alla letteratura, e le scelte profonde che essa impone, a volte anche infligge. Ionesco lo sapeva bene, oggetto e soggetto drammaterapico quant’altri mai.