@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
Work nicely with us to create our friendship and the warmth of our curiosity and mind’s exploration.
Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!

"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

martedì 3 novembre 2009

DRAMMATERAPIA: ACTING IN-OUT

@ GIANNI

Daisy e Berenger, per come li abbiamo trattati, “usati”, sviscerati, sembrano ormai far parte di una storia nella storia, rispetto all’opera di Ionesco. Personalmente li sento vicini come persone reali, con i drammi, le aspettative, i problemi e le paure che sono parte di ognuno.
E’ una coppia senza tempo né luogo, che si impedisce di amare per paura di un futuro incerto, ma soprattutto per l’incognita della diversità e della conseguente solitudine.

Berenger sembra credere di più in quest’amore, ma il dubbio che mi sfiora è che lui abbia molto meno da perdere di Daisy, e amarla incondizionatamente ricalca un comportamento a lui congeniale, con la sua vita disordinata e intrisa di slanci emotivi con conseguente nuovo disordine.
Completamente diverso dal resto della società descritta da Ionesco, egli scopre in maniera “devastante” la sua diversità e questo lo rende forte e vivo come non si è mai sentito, che per uno abituato a vivere ”appoggiandosi” e bisognoso di amicizie compassionevoli, è sicuramente spaventoso ed inebriante allo stesso tempo.
Questo lo rende vicino al lettore-attore più degli altri, perché l’immagine dell’antieroe capace di azioni eccezionali è sentito come “uno di noi”, solo un po’ speciale.

In Daisy tutto ciò non accade. Comprensiva e buona con tutti, risulta essere persino antipatica, come giustamente ha fatto notare Maria Pina, così perfettina da risultare falsa. Un’immagine forzata a scapito della verità e dell’essenza individuale di se stessa. Il falso “Se” che prevale su quello vero perché la società, il momento, le circostanze così hanno voluto. E lei è troppo condizionata per lasciarsi andare.
Ionesco sembra dare a Daisy una possibilità di riscatto, tramite Berenger, nel terzo atto, ma tutto crolla di fronte alle paure e le incertezze, le stesse che menziona Spartaco nel suo ultimo post ed in quelli passati, le stesse di noi esseri umani, a cui viene offerta sempre una possibilità di riscatto, di nuova vita, ma che non riusciamo a vedere a causa delle barriere che ci siamo costruiti.

Siamo andati oltre, abbiamo immaginato un possibile seguito alla loro storia, ognuno di noi ha dato la sua interpretazione personale, ed abbiamo lasciato che ci permeassero, che lavorassero con noi, dentro di noi. Gli ho dato voce, dentro e fuori da me, ho fatto in modo che si mescolassero a me indissolubilmente, creando un nuovo composto vitale, prodotto della soluzione di più elementi. E magicamente, ancora una volta mi trovo ad usare questo termine, il risultato è inaspettato. Con estrema naturalezza ha permesso di toccare corde che non conoscevo, ridurre scogli e ostacoli, spigoli e barriere, e un’altra porta si apre verso una nuova esistenza, attenuando dolori e incomprensioni, fornendo nuova energia vitale.
Stupefacente, veramente stupefacente.

@ Director

Non desidero foto come didascalia a quanto scrivi. Stupefacente è questo che leggo. Puntuale, riflessivo, una storia che sta lavorando dentro come processo drammaterapico e ti dà il risultato di un piccolo sunto universitario di esegesi critica sul personaggio. Leggo un costante movimento In-Out, non solo distanza estetica, che coivolge storia, gruppo e personale. Non ho parole...e non potevo esimermi dal dirlo e ringraziarti insieme ai tuoi compagni di viaggio.

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DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

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