@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
Work nicely with us to create our friendship and the warmth of our curiosity and mind’s exploration.
Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!

"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

giovedì 5 novembre 2009

DRAMATHERAPY: HOW IT WORKS




Tutti i personaggi della nostra piece –l’abbiamo detto- ruotano intorno a due tematiche principali, estremamente interdipendenti: la fragilità dell'essere umano nella sua possibilità di influenzamento, a scapito della individualità e la sterilità del linguaggio umano, quando espressione delle stereotipie e convenzioni sociali o della sola razionalità. Da queste premesse, su un calco speculare a quanto scritto da Ionesco, è trascritto un testo teatrale che pretende di esasperare i temi de “Il Rinoceronte” ed insieme presentificare quanto di differente l’uomo può sognare, lottare, conquistare. Eroe ed anti-eroe, si contemplano, fuori da ogni bisticcio formale e si interrogano. Un dialogo, questo, aperto, ma anche silenzioso, che si svolge all’interno di quel laboratorio che noi individuiamo nel “processo drammaterapico”.

Le scene sono costruite all’interno di una discussione che possiede carattere sia esplicito che implicito, perchè svolta attraverso le drammatizzazioni di parti specifiche del lavoro ed elaborazioni personali/gruppali nei laboratori e nel blog –laboratorio di scrittura creativa. Esse, nella costruzione, non procedono secondo un ordine prestabilito o canonico, ma si definiscono nella costante modulazione del processo del gruppo, via via che l’esplorazione del testo e di quanto elaborato nel filtro personale (individuale/gruppale) consolida i vari elementi. La variazione costante del paradigma interprete/personaggio nelle performances di prova permette lo “sgrossamento” dell’opera ed insieme l’arrichimento del personaggio. Quest’ultimo è costituito da quanto era, quanto è e quanto potrebbe essere, forando la velocità del testo, debordando dal contenitore della drammaturgia presa in esame, forzando, oltre l’estetica suggerita dall’autore, le immagini del possibile. L’ambizione, sia pure consapevole e critica, è quella di prensentare domande (quelle del testo teatrale) ed insieme creare delle “possibili” risposte.

Proviamo ad esemplificare…I personaggi del testo ioneschiano mancano di empatia, ma cosa accade se a tratti si lasciano scivolare sul terreno fantastico della fantasia, del contatto? Non è per caso riprodotto e paradossalmente anche esasperato quanto Ionesco lamenta della persona, quando la descrive incapace di “situarsi” sia come individuo, che appartenente al gruppo? E, per arrivare alla trasformazione del testo –ma non al suo tradimento-, cosa si diranno Botard e Dudard nel fantastico “processo” di un primo atto, mai esistito prima, ma che sarebbe potuto essere, anzi che è dentro quella storia? Cosa si scriveranno Berenger e Daisy a mesi ed anni di distanza dalla disavventura e dalla tragedia che hanno vissuto? Quali le loro trasformazioni? Dove i “destini” di quei personaggi, dove “il destino” dell’uomo? Lo si può scrivere prima, lo si deve attendere, lo si deve o lo si può “interpretare”?
Foto: Piramyd of Power, by CDIOT 2009

1 commento:

Anonimo ha detto...

Era un po’ di tempo che non mi sentivo come ieri sera. Ho vissuto la seconda parte della serata meravigliosamente bene: grinta, passione, essenza, presenza, comunione con tutti voi amici.
Mi sono destata da un torpore che spesso mi avvolge e nasconde tutto di me: i miei sentimenti, la mia allegria, il volere, la capacità di addentrarmi e guardare dentro me. Nei giorni scorsi tutti voi avete dato tanto: ho letto, meditato ma ero ferma. Ho provato ma non riuscivo a dare, forse perché non avevo nulla (o forse no). Mi sono sentita in colpa verso tutti, in primis verso chi ci sollecita e ci dà il contenuto per fare. Il kamikaze: esplosione, terrore, morte miseria. Quante volte è esploso dentro di noi, con la rabbia di figlio che viene portato a vivere una realtà non consona che scontra con le sue emozioni, desideri, aspettative. Una madre che soffre perché triste e lacerata per la perdita di un figlio che tanto amava. E’ difficile la scelta di un marito che combatte degli ideali, una guerra che darà solo morte, violenza, solitudine per chi rimarrà a piangere e capire perché…
Un padre che va incontro con rabbia e determinazione; a cosa mi chiedo? Non voglio e non posso giudicare; ma perché al posto del giubbotto non si può indossare l’amore, la pace, la costruzione di nuovi orizzonti dove il sole possa sorgere e tramontare solo con i colori meravigliosi che gli sono propri?
Vorrei ripercorrere il sentiero trascorso, e muovere io stessa i fili del personaggio che recita la vita. Essere io protagonista, abbandonare il ruolo di spettatore della propria vita. Un bacio a tutti. Much love! Beatrice

DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

COMUNICATI STAMPA