@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
Work nicely with us to create our friendship and the warmth of our curiosity and mind’s exploration.
Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!

"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

lunedì 30 maggio 2011

Dramatherapy Workshop: Beyond Consciousness, Towards Awareness


Un importante laboratorio esperenziale di tre ore a chiudere il primo semestre di attività del Creative Drama & In-Out Theatre e dell'Atelier DramaticaMente Teatro, fondati e diretti da E. Gioacchini.
Che non basti più pensare di essere individui dotati di coscienza per credere nell'armonia delle cose dentro e fuori di noi, da Freud in poi, è una realtà oramai indiscutibile. Ma cosa significhi percorrere una strada sempre più autentica verso la "consapevolezza" costituisce invece un problema aperto, di non univoca realizzazione. Il "cogito ergo sum" cartesiano oggi offre il fianco ai limiti della costante tentazione di fare della vecchia visione antropocentrica una nuova tendenza, travestita dal culto della personalità, dalla tecnofilia e dall'esaperato individualismo di nazioni e soggetti. Come alla dizione di "sviluppo" si sta sempre più sostituendo quella di "uso delle risorse, sviluppo e crescita sostenibili", così la scienza e la filosofia hanno infatti riconnotato l'individuo uomo come "attributore di senso" e la coscienza dell'essere non è più sufficiente a definirci.
Anche la drammaterapia, nelle sue diverse applicazioni, offre la possibilità di meditare sulla attuale condizione umana individuale e dinamica dei gruppi, con una approccio transculturale, trascendente, ma anche integrativo della diversità, come ricchezza.

venerdì 27 maggio 2011

mercoledì 25 maggio 2011

Dramatherapy Process as Shifting Cultivation

Dramatherapy Process as Shifting Cultivation.
(Dramatherapy Backstage, Astra and Fenice
in Sonia, the Rest of My Life, 13 maggio 2011)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La "shifting cultivation" è una tecnica praticata dalle popolazioni che vivono ai bordi della foresta pluviale sempreverde.
Si tratta di una tecnica tipica nell'agricoltura familiare di sussistenza.
All'inizio della stagione secca avviene l'abbattimento di piccole parcelle della foresta secondaria attraverso i limitati mezzi delle popolazioni locali.
Le ramaglie vengono incendiate, le ceneri che si formano hanno un alto potere fertilizzante.
Poco prima dell'inizio della stagione piovosa vengono seminate diverse colture in consociazione. Molto spesso si tratta di specie amilacee da tubero (manioca, igname, taro, tannia), ma anche banano plantain, mais, arachide. La raccolta di queste specie varia a seconda del ciclo (dai 2-3 mesi fino a più di 24 mesi per le specie a ciclo lungo).
Vengono quindi ripetuti più cicli delle specie a ciclo breve all'interno di queste parcelle, il tutto caratterizzato da una "confusione" d'impianto: la consociazione non viene realizzata in maniera razionale come nell'agricoltura tradizionale, bensì in maniera disordinata. Ciò permette: di limitare gli interventi per l'eliminazione delle erbe spontanee, di far sì che le varie specie possano esplorare il terreno e lo strato aereo secondo le proprie esigenze, di limitare gli attacchi parassitari. Nel giro di pochi anni la fertilità decade quindi le parcelle vengono abbandonate per spostarsi in aree vicine non ancora disboscate. La foresta secondaria avrà una rapida ricrescita dalle ceppaie rimaste nel terreno.

Questo continuo abbattimento della foresta e la sua conseguente ricrescita è in perfetto equilibrio e quindi non viene arrecato un danno all'ecosistema foresta.
(in corsivo i perodi che si prrestano ad una corretta interpretazione della metafora)

domenica 22 maggio 2011

DRAMATHERAPY COLLAGE 2

Dramatherapy Backstage, Sonia, The Rest of My Life, Slesia and Libertà,
Atelier DramaticaMente Teatro, 13 maggio 2011.
Nel "teatro" puoi tentare di parlarci (con lei), da persone adulte e concrete- "Ma che vuole...questo?"-pensava intanto lei, scompisciandosi dalle risate, amare, ma pur sempre risate.
Non potrà sfuggire, lì bloccata in scena, con l'unica possibilità di fuga costituita da un "vuoto" di memoria, cosa che del resto le è così familiare. Non potrà continuare a spennellarsi la faccia di colori che renderebbero grazioso anche il più ruvido degli elefanti! Dovrà pure ascoltare una volta tanto e, soprattutto, rispondere a tono, senza strillare, da persona razionale...
"Dio mio com'è terribilmente ...ripetitivo! Le stesse parole, gli stessi gesti...cerca l'occasione ancora una volta per parlarsi da solo, addosso e convincersi che davvero non gli servo io...per avere ragione! E' solo una prova di democrazia! Finge che io sia necessaria alla sua... discussione. Potrei doppiarlo...eh sì, probabilmente ci guadagnerei anche qualcosa, se mi chiedessero di metterlo in scena! " -Questo pensava Sonia, mentre quello si affannava a mettere in ordine le parole, i concetti, perfino le smorfie più adatte.
Il director- "Che fate lì, dove siete,dove andate? "
-"Perchè mi chiede dove vado...io sono qui e questa è la buona occasione per parlarle senza che scappi, che segua la telefonata alla migliore amica, poi, il giorno dopo, quella alla madre, la macchinetta del caffè per due che ne fa puntualmente solo uno, domani, per lei, e l'astinenza dal contatto con la "dea" per almeno una settimana!"- Questo invece pensava lui, mentre, lei, l'attrice, si prendeva tutte le battute che egli avrebbe ben diretto ad altri, non molto distanti.
Ma non serve a questo la drammaterapia? A darti, burattino tra i burattini, il coraggio di  p a r l a r e?!
"Stop, siete troppo dentro...Libertà l'hai soverchiata, eri solo in scena!"- Il director che interviene.
Sonia -"Ma nò, anzi mi divertiva....(rivolto a Libertà), ehi tu fotografo da strapazzo, devi solo ringraziare che le fotografie me le fai qui nella piece, altrimenti la Sonia che è in mè ti avrebbe stampato contro il primo muro, e molto a colori!".
Libertà scoppia a ridere. Forse non va sempre così...questo della giusta distanza "estetica" dalle proprie emozioni, forse serve al riparmio dei decibel nella sala di prove..."Director, è proprio difficile trovare il volume...delle nostre emozioni".
Director- "O piuttosto ...di quelle che davvero ti servono...".


venerdì 20 maggio 2011

DRAMATHERAPY COLLAGE 1

Dramatherapy Backstage, Sonia, The Rest of My Life, Astra,
Beatrice and Jolie, Atelier DramaticaMente Teatro, 13 maggio 2011
Le donne di "Sonia" sono arrabbiate, a volte furiose, condannano il mondo, gli uomini, le madri, forse salvano solo le figlie. Sono figlie anch'esse, trascurate, con il fondo tinta che copre i solchi di un dolore antico. Vogliono piacere e vendono piacere, selezionano gli ospiti, si fanno usare, usando. Piangono da sole. La loro dignità non è sbandierata su nessun poster di partito, nè corre tra i fili invisibili dei cellulari. Esse preferiscono "incontrare", collezionando il bene ed il male, accuratamente, in librerie segrete della propria anima. Non sono faziose, ma terribilmente polemiche. La polemica intrattiene il vero ed il falso, mentre parlano, nella loro testa. Si illudono di dargli scena, di "pulirsi" del passato, di "superare" il presente". Divengono madri per caso e questo riesce a fargli rimuovere le scene dell'oggi.
Astra: "E' questo che riesci a dirmi...davvero tutto qui quello che riesci a dimostrare?!". Beatrice: "Sono stanca, stufa e stanca, annoiata...nessuno spiraglio di novità nei tuoi occhi. Come fai,. dimmi...come fai a non vedere!"
Jolie: "Sei crudele! Neanche l'evidenza ti convince, niente può cambiarti. Ho sempre visto altro nei tuoi occhi, ma ero solo io ad osservarmi..."
Disincatate, nemmeno più interessate a pagare un "riscatto" per riprendersi la loro vita, "Il Resto della Loro Vita". Le donne di "Sonia" lottano da sole, per affermare che vi era una possibilità diversa. Poi una figlia. Il cerchio magico che promette correzioni del percorso, che consola, che riempe ora il loro presente (5° Atto). Tutto il resto lo penserà il pubblico...

domenica 15 maggio 2011

Drammaterapia, Sincretismo di attore ed interprete

Dramatherapy Backstage, Sonia, Il Resto della mia Vita,
Libertà, Atelier DramaticaMernte Teatro, 13 Maggio 2011
@ director

Dov'è il passaggio di confine tra interprete ed attore? Come si compie l'osmosi tra i due territori: quanto conosco di me e quanto la parte mi chiede di interpretare? L'interpretazione teatrale possiede per binario: la tecnica attoriale. Questa permette di vestire abiti anche insoliti, che usano tutto il bagaglio (estremamente ampliato ed affinnato) delle percezioni, sensazioni, emozioni umane, come anche quello cognitivo, con abilità come la memoria e l'attenzione, ecc. Nel setting drammaterapico, la drammaturgia è invece usata come una luce dedicata che fotografa e riprende la vicenda del soggetto, colorandola di inconsueto. Il risultato è quello di evocare fantasmatiche rimosse o riproporre all'attenzione cosciente paesaggi dati per scontati. La ricontestualizzazione di quanto già esperito, già cosciente o meno (mi riferisco agli aspetti cognitivi ed affettivi delle esperienze archiviate), all'interno della cornice del teatro (come se), crea un dialogo particolare intrapsichico e poi relazionale che noi chiamiamo "processo drammaterapico".
Il personaggio, nella familiarità od estraneità di quanto costituisce l'esperienza specifica dell'interprete (alcuni ruoli ci sono conosciuti, altri non sono stati mai sperimentati), è l'altro con cui dialogare, una sottile "conversazione" che si esprime nella performance, che fa evolvere e modificare quest'ultima in stretto rapporto con quanto elaborato. Il "logos" (la parte così lavorata) diventa allora il luogo psicodinamico dell'incontro con l'altro mondano (il compagno attore, tutto il gruppo), quello che permette di sperimentare le prove d'autore dell'inconscio. Se questo processo avviene molte volte, in andata e ritorno, con contenuti che dal comparto intrapsichico trovano espressione nel setting per rideterminare successivamente nello psichico quanto già evocato, noi definiamo questo processo "In-Out", e il regista ed il gruppo hanno il potere ed il ruolo di sollecitare questa dinamica (Creative Drama & In-Out Theatre).
La tecnica drammaterapica serve questo scopo ed il regista deve usare artifici e provocazioni per evitare che il testo si insinui nei canjons già scavati del pregiudizio, dell'abitudine e delle resistenze. Si potrebbe immaginare il testo bussare alla porta del soggetto. Questi la apre, ma il testo continua a bussare. L'ospite fa presente che la porta è stata aperta e che egli può entrare. Generalmente la perplessità che accompagna un terzo turno di colpi all'uscio, spinge la richiesta più profondamente, oltre l'ovvietà delle risposte e determina il "drama".

domenica 8 maggio 2011

Backstage Piece Drammaterapica: Sonia, Il Resto della Mia Vita

Venerdì 13 maggio, 2011. DramaticaMente Teatro e il Creative Drama In-Out Theatre sono lieti di invitare attori ed ospiti al Backstage della prossima piece in costruzione: Sonia, Il Resto della Mia Vita..
La circostanza permetterà di mostrare, in un laboratorio dal vivo, aperto al pubblico, strumenti e metodo del teatro drammaterapico nella messa in scena di un play.

sabato 7 maggio 2011

Drammaterapia e Parola

Nero e Libertà, Atelier DramaticaMente Teatro, 2011
@ director
Recentemente, su facebook, con una mia cara amica, ho avuto un amicale "bisticcio" di parole proprio su le..."parole": si stava commentando il passo di Pessoa che qualche giorno fa ho trascritto qui. Parola simulacro, parola segno, parola concetto, parola forma.
In questo ultimo mezzo secolo la contesa tra forma e contenuto ha subito un duro colpo, con la scoperta (del resto non nuova) che i contenuti hanno impressa l'origine del contenitore e delle sue forme, che siano apparenti o legate al pensiero simbolico-astratto; che forme casuali hanno determinano lo sviluppo dell'evoluzione e che sui grandi numeri la statistica vince sempre, ma non riproduce la realtà del pensiero. E' un discorso che, almeno in questa sede, ci porterebbe troppo lontano. Esso ha "pericolosamente" intriso di relativismo la nostra cultura, ma che è stato necessario che accadesse come in ogni transizione verso una coscienza più "sottile". Desidero prendere lo spunto da questo per sottolineare alcuni aspetti del nostro importante lavoro, di cui ognuno di voi può sentirsi a pieno diritto "soldato" nella costruzione della "pace" (alludo ai conflitti interni ovviamente!).
La mia cara amica esprimeva un giudizio che, genericamente, condivido: bisognerebbe sbucciare la realtà dalle sovrastrutture (la realtà che noi facciamno funzionare in noi: bisogni e desideri) e tenere i noccioli di verità. Ma esistono questi nuclei puri di immanente  guida dei nostri disegni? Ed io sottolineavo come anche nello spogliamento della realtà dalle sovrastrutture (che voi ed io chiamiamo fronzoli od orpelli...ci intendiamo), bisogna essere cauti. Come togliere la casa ad una chiocciola! Esse parlano "ritualisticamente" (anche un edificio può essere un "rito") delle nostre paure, e sono segnali, visibili o nascosti di quello che siamo, siamo stati e potremo essere. In tal senso il nostro "teatro drammaterapico", insieme alla radice psicodinamica e creativa, sottolinea quella antropologica, discute particolarmente del valore del simbolo e del rito e con simboli e riti fa "giocare" i propri partecipanti.
A volte, mi verrebbe la tentazione di tentare un cauto e significativo discorso su Lacan, anche con voi, digiuni di psicanalisi e forse di gran parte della filosofia. Alcune menti pescano le idee dai sogni che orbitano sopra le nostre teste e ne fanno dono a tutti gli altri uomini. Poi comprendo che ogni edificio ha i suoi limiti, ma che essi costituiscono anche un assoluto, senza confronti.
Ed allora, nella prassi, che escano improvvisamente da una scatola verniciata di fresco o si muovano tra le pareti invisibili di ambienti solo "pensati", questi nostri simboli! Che il vostro inconscio con essi, produttivamente, continui a lavorare!

lunedì 2 maggio 2011

Drammaterapia, Il Pavimento delle Emozioni

Laboratorio Drammaterapia, 20 Aprile 2011
Il Pavimento delle Emozioni. Questa danza è il momento conclusivo del laboratorio. Quest’ultimo esplora il percorso dalla comunicazione animale sino all’intenzionalità consapevole dell’essere evoluto, atto cosciente, appunto una “danza”. Riepilogo simbolico che riassume filogenesi ed ontogenesi.In questa esperienza, il warm-up consiste nel proporre identificazioni, esasperando a tratti ruoli ed atteggiamenti. Nell’esempio del video, al microgruppo (tre persone) è suggerita l’attività del “ricordo” sino al “rimpianto”. Successivamente una tabula rasa dispone i soggetti a terra, luogo di origine, posto primitivo, con un contatto reciproco che sia casuale: una chemiotassi che preceda lo sviluppo dei sensi più affinati, di quelli che interverranno più tardi, quali l’udito e la vista. I partecipanti hanno gli occhi chiusi e l’unico orientamento è costituito dallo spazio intorno, libero od occupato.Diversi milioni di anni e…l’invertebrato diviene “uomo”. Lo sviluppo dei suoi sensi e poi la coscienza costruiscono in parallelo una mente ed un’organizzazione sociale. Questo è quanto noi indichiamo con il termine di cultura. La cultura determina una differente selezione ed una diversa costruzione sociale, anche difforme da quanto suggeriscono gli istinti. Inizia una differente danza tra terra e cielo:la capacità del pensiero simbolico. “Danza” come rappresentazione della coscienza nel passaggio rituale dal biologico al mentale. Ponte tra le origini e lo sviluppo in atto, nel riassunto di identità diverse, non solo gruppo.

DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

COMUNICATI STAMPA