@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
Work nicely with us to create our friendship and the warmth of our curiosity and mind’s exploration.
Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!

"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

mercoledì 28 gennaio 2009

Leggo i suoi versi e la mia mente torna indietro...

@ Anastasia
a proposito di "toco tu boca"

Leggo i suoi versi e la mia mente torna indietro.
A quel bacio dolce e salato insieme.
Non potevo sentire l'odore della sua pelle...
quello del mare era più forte e copriva il suo.
Non un rumore disturbava quel momento,

né quello delle onde, né quello dei gabbiani.
Solo il suono di quel bacio, che rimarrà unico
-come Cortazar racconta-,
non ce ne sarà mai un altro uguale.
Anastasia



@ Director

Anastasia, sei sconosciuta al blog, non lo sono ora le tue parole. Il "sogno d'amore", quello personale, certamente..., e poi quello più grande del riuscire a dare il proprio senso a questa passeggiata tra le stelle, con un'unica fermata -per ora!-: Terra. il brano "stelle" di Guccini rende bene la mia idea -torneremo su questo tema....

Cortazar credo parli di entrambi, nel suo scritto. Ti racconto...
Tempo fa, non molto, raccoglievo dei sassolini per mia figlia e lei era molto attenta che fossero quelli giusti! Chissà cosa vuol dire "quelli giusti" (?). Accettavo di buon grado che il mio spirito si adeguasse a farsi istruire, sbaglio dopo sbaglio, verso quelli giusti! Poi, l'ultimo mi è rimasto in tasca al soprabito.Forse non era quello giusto; forse troppo piccolo e stortignaccolo, forse...per nessun motivo. Oggi ero in studio; lei -la mia paziente- mi raccontava meravigliosamente che finalmente alla sua veneranda età -poi non è così anziana- si accorgeva del proprio stupore di fronte ad un cielo terzo e privo di nubi, da respirare; a delle vetrine da osservare con attenzione... e così via. Forse lo aveva sempre avuto, lo stupore, ma non vi aveva mai pensato o, più semplicemnete, non se lo era mai permesso. Poi mi racconta di un piccolo sasso sul quale è inciampata. Invece di calciarlo, lo osserva con attenzione e gli da il proprio "significato": deve stare lì per qualche motivo e questa è una cosa che deve essere accettata, anche se lo la si conosce... Il discorso era cominciato con quella storia importante, che tutti sappiamo senza troppo praticare, che "prima ancora dell'amore, viene il rispetto..."-così aveva detto- e per quelll'originale incontro ora aveva rispetto! Fa una pausa...ed io la seguo. Quando un paziente ti parla così, è avvenuto o sta avvenendo qualcosa di importante nella sua vita e ci vuole attenzione a on fare pedagogia -sempre in agguato nella storia del mondo!- Io mi tolgo il sassolino dal soprabito e glielo porgo, raccontandole la provenienza. Non sono magiche le ragioni delle cose, ma che esse avvengano e, se positive, ne promuovano altre. Un poco come il bacio della principessa al rospo -ne abbiamo anche due video dei nostri attori- vattelo a guardare. Tanti incontri per tanti nuovi "sensi", purchè siano i nostri. Il bacio della vita.
Grazie Anastasia

Foto: Fragmento de Rayuela, de Julio Cortázar, 1963

lunedì 26 gennaio 2009

...i miei occhi tendevano a chiudersi...

@ Cesare

Ciò che mi lascia sbigottito è il fatto di non ricordare molti episodi degli incontri, quando mi metto a parlarne con gli altri e la cosa che ritengo stupefacente è il fatto di vivere degli fatti nella vita quotidiana che mi fanno avere dei flash di tutto cio che è successo in quegli stessi incontri. Di conseguenza... il cercare di adattarli in cio che mi capita.
Nel leggere cio che è avvenuto nell incontro del 16 gennaio non mi sono venuti in mente ricordi particolari, ma piuttosto ho avvertito che durante la lettura i miei occhi tendevano a chiudersi e le mie braccia son diventate leggere, dalle spalle alle mani, come se fossero un corpo a sè: forse è proprio questo il "camminare ad occhi chiusi nella vita", il non ricordare cio che accade, ma, quando serve, avere una specie di luce da seguire nelle situazioni.

@ Director

L'interessante analogia che tu fai tra l'esperienza del "camminare ad occhi chiusi" dello scorso incontro, degli occhi che "non sembrano" ricordare anche gli altri eventi occorsi e quanto di più scorcentante avviene nel sentirsi aiutati quando apparentemente non si scorgono risorse intorno rende stupefatti di come l'inconscio lavora! Soprattutto se ci accorgiamo che mentre stiamo leggendo...un piacevole stato diverso avvolge la nostra coscienza ed il corpo, un osservarci in quella che assolutamente definirei un light trance. Questo significa essere aperti all'esperienza e lasciarlo lavorare dentro, al sicuro...il tuo inconscio. Go on...

Qui siedono il cipresso, il salice, il castagno, l'olmo, la betulla, il larice, l'abete, l'acero, le querce e gli ulivi...


@ Romeo

Lasciare “Shine on” di R.I.O. per Silje Nergaard non è gioco facile.
Tuttavia, occorre seguire il director. Dobbiamo essere tutti pronti a salire in carrozza: il treno sta partendo e non abbiamo bisogno di portare con noi alcun bagaglio. Esiste un posto dove si incontra un viale alberato. Qui siedono il cipresso, il salice, il castagno, l'olmo, il faggio, la betulla, il larice, l'abete, l'acero, le querce e gli ulivi. E’ bello passeggiarvi, assaporare il loro profumo, sedersi alla loro ombra, ascoltare il cinguettio degli uccelli che vi si posano e respirare l’ossigeno che gratuitamente rilasciano assorbendo molte sostanze cattive presenti nell’aria.
I fantasmi riaffiorano ogni giorno. Impari a conoscerli e gestirli. Conosci il loro nome. A volte però ti accorgi che questi hanno altre sembianze e sono dei vampiri. Come loro, vivono succhiando il nostro sangue, la nostra linfa vitale. Non è bello imbattersi in un simile mostro. Si nutrirà della tua parte migliore e ti sentirai svuotato della tua vita.“Loro ti feriscono e ti abbandonano, prendono la tua anima se li lasci fare". Oh, ma tu non glielo permetterai.
E’ bello sapere che hai un amico tra tutta quella gente fredda.
” Chiamerò il vostro nome. Venite, battete alla mia porta.
James Taylor , "
You’ve got a friend"

@ Director

Sono restato un poco seduto sotto il castagno. Sarà che è ancora recente l'odore delle foglie macerate sotto il suo fusto e per un pò si può restare incuranti dell'umidità di quel tappeto e pensare. O forse, lasciarlo scorrere il pensiero...a fermarlo spesso -sai Romeo- esso intoppa nei quesiti. Ed invece abbiamo una meravigliosa capacità di aggirarli, verso le risposte, se vogliamo; noi, sempre troppo pronti alle soluzioni. E' così che i "fantasmi" sgretolano la loro subdola consistenza; fatti accomodare, ma senza invitarli, dopo un pò si sentiranno sgraditi ospiti e si volatizzeranno. La gente è "fredda"; cogliamone gli indubbi vantaggi. Perdiamo l'affanno del convincimento, la fatica del sospetto! Rinnoviamo la nostra nuova amicizia con le cose ed i compagni di viaggio, quelli fidati. Il tuo inconscio per primo. Complimenti per il tuo lirismo.

sabato 24 gennaio 2009

Eva Cassidy - people get ready

You don't need no baggage

People get ready/ There's a train a-coming / You don't need no baggage / You just get on board All you need is faith/ To hear diesels humming / You don't need no ticket/ You just thank the Lord Yeah yeah yeah People get ready/ For the train to Jordan/ Picking up passengers/ From coast to coast/Faith is the key Open the doors and board them/ There's room for all/ Among the loved and lost Now there ain't no room/ For the hopeless sinner/ Who’s hard on mankind hard on mankind/ Just to save his own/ Have pity on those/ Whose chances are thinner /Cause there's no hiding place From the Kingdom's Throne Ohh people get ready/ There's a train a-coming / You don't need no baggage/ You just get on board All you need is faith/ To hear diesels a- humming/ You don't need no ticket/ You just thank the Lord Yeah yeah yeah I'm getting ready/ I - I'm ready yeah yeah yeah / Oh I'm getting ready oh – oh/ I'm ready yeah


Foto: Eva Cassidy

Silje Nergaard- Bewitched, Bothered and Bewildered



I'm wild again/Beguiled again/A whimpering, simpering child again/Bewitched, bothered and bewildered - am II couldn't sleep/And wouldn't sleep/When love came and told me I shouldn't sleepBewitched, bothered and bewildered - am II lost my heart/But what of it?/He is cold I agree/He can laugh, but I love itAlthough the laugh's on meI'll sing to him/Each spring to him/And long for the day when I'll cling to himBewitched, bothered and bewildered - am II lost my heart/But what of it?/He is cold I agree/He can laugh, but I love it/Although the laugh's on me/I'll sing to him/Each spring to him/And long for the day when I'll cling to him/Bewitched, bothered and bewildered - am I

Dicevamo...
Eh sì...Silje con la sua bellisima voce sembra confermare la teoria...non ci si stanca, lungo il viaggio. Persino con il timore di essere disillusi, se il vento non è contrastato dietro le spalle. Rinascita. Io considero dramatherapy "..as a love journey through our hopes...making them true".

Foto: Silje Neergard

SUNSHINE

















Foto:
"In Viaggio", by Antonella Parente, gennaio 2008

Patrice - Sunshine


And when I feel/life's heavy labours calling/I make my self/light aslight/I think of things as they come to me/without warning/A train of thoughts passing through on the tracks

CHORUS: Sunshine/we be cruising/it's in our music/that's where the truth is/cos we have donethat cos we haven't been there/I wanna go there/cos we will run that/I wanna go for real

See the sun shine/in winter time see snow falling in summer time/it's all crazy like our mindsall this anger makes us blind/For all these poisons that are mine/I know I can not rewindas I struggle to be more kind/As the train lies/and I mess around/I'm so young but not without a sound/been seen double,keeping me down/I fiddle with a thought/But not without a sound

CHORUS: I wanna feel it/I wanna be there/I want you to feel it/the way that I feel it.Don't you conceal it/come on reveal it/you better kiss me/you better love your self

My body and your body/can fuse into one/shadow on the wall/Your body and my bodyproduce somebody/a soundbody/Just look what we conjured/out of nowhere like the notes/that thrill the air.

E quando sento/ Che la vita è un duro lavoro, una chiamata/Ho fatto diventare me stesso/ Luce come luce/Io penso a come/ Le cose sono venute a me/Senza preavviso/ Un treno di pensieri attraverso attraverso le tracce

CORO: La luce del sole/ Ci sta incrociando/ È nella nostra musica/Che si trova la verità/
noi abbiamo fatto/ noi non eravamo là/Io voglio andare là/ correremo là/
Io voglio andare nella realtà

Guardare la luce del sole/ In inverno vedere la neve cadere/d’ estate/È tutto pazzo come la nostra mente/Tutto questa ira ci rende ciechi/Per tutti questi mie veleni
Io so che non posso tornare in dietro/Ma lotto per essere più gentile/Come il treno parcheggiato e io metto disordine attorno/Io sono così giovane ma non senza musica/Vedendo doppio, buttandomi giù/ io suono il violino con un pensiero/ma non senza una melodia

CORO: io voglio sentirlo/ io voglio essere là/io voglio te per sentirlo/la strada per sentirlo/
Non cancellarlo/Vieni rivelalo/puoi baciarmi meglio/puoi amare di più te stesso

Il mio corpo e il tuo corpo/Possono fondersi in un’ Ombra sul muro/Il tuo corpo e il mio corpo
generano una persona speciale/un corpo sano/Soltanto guardando il nostro gioco di prestigio/
Fuori da ogni luogo come le note/Quell’ emozione nell’ aria

Più sopra, la foto di un paesaggio ripreso da Maria in viaggio verso l'Atelier di due settimane fà. Un Sunshine silenzioso, con la coperta della nebbia tinta d'arancio, mentre le foglie si svegliano e la luce mista ad acqua tra tra la grana del cielo. Torna il tema del bacio, della fusione, dell'essere incuranti del vento e di quello che porta al di sotto dei nostri occhi, se sappiamo guardare in alto e permettergli di giocare con le nostre parole già scritte. Potente, il testo e la musica in questo video. Credo che si possa essere incuranti ed insieme attenti/ è tutto un gioco di scelte e selezione/ se la passione dentro spinge/ mentre ti ritrovi in viaggio/ allora il bacio non ti fa fuggire/
quando temi di averlo perduto/ "puoi amare di più te stesso" .
Questo testo? No, non esisteva una soffiata di vento fa, è in cerca di musica...la vostra, compagnia!

Foto: "Sunshine" by Patrice

venerdì 23 gennaio 2009

Toco Tu Boca, J. Cortazar, Capitulo 7, Rayuela

Toco Tu Boca, J. Cortazar,Capitulo 7, Rayuela

Tocco la tua bocca, con un dito tocco l’orlo della tua bocca, la sto disegnando come se uscisse dalle mie mani, come se per la prima volta la tua bocca si schiudesse, e mi basta chiudere gli occhi per disfare tutto e ricominciare, ogni volta faccio nascere la bocca che desidero, la bocca che la mia mano sceglie e ti disegna in volto, una bocca scelta fra tutte, con sovrana libertà scelta da me per disegnarla con la mia mano sul tuo volto, e che per un caso che non cerco di capire coincide esattamente con la tua bocca che sorride sotto quella che la mia mano ti disegna. Mi guardi, ti guardo da vicino, ogni volta più vicino e allora giochiamo al ciclope, ci guardiamo ogni volta più da vicino e gli occhi ingrandiscono, si avvicinano fra loro, si sovrappongono e i ciclopi si guardano, respirando confusi, le bocche si incontrano e lottano tiepidamente, mordendosi con le labbra, appoggiando appena la lingua sui denti, giocando nei loro recinti dove un’aria pesante va e viene con un profumo vecchio e un silenzio. Allora le mie mani cercano di affondare nei tuoi capelli, accarezzare la profondità dei tuoi capelli mentre ci baciamo come se avessimo la bocca piena di fiori o di pesci, di movimenti vivi, di fragranza oscura. E se ci mordiamo il dolore è dolce, se soffochiamo in un breve e terribile assorbire simultaneo del respiro, questa istantanea morte è bella. E c’è una sola saliva e un solo sapore di frutta matura, e io sento tremare stretta a me come una luna nell’acqua.

Julio Cortàzar, "Il gioco del mondo (Rayuela)", Einaudi.
YouTube: http://it.youtube.com/watch?v=eYRL08farL0

Non si può far finta che non vi sia, questa nuvola appena ombrata dalla notte, che ti coglie nella luce della luna e nasconde e comprende il tuo sogno d'amore. Quello, poi, misterioso, come rivoli di un torrente impazzito, si disperde in mille altri pensieri, fatti anch'essi di luce ed ombra. E sono le tue cose, i tuoi oggetti, i tuoi incontri. Ma lì, nel segreto di quel bacio ha tremato di perdere e conquistare; ha rischiato di annullarti e di farti ricordare per sempre. Anche questo si canta nel lavoro che facciamo; lo sanno i ragazzi della precedente compagnia, nella confusione del bacio della madre sui capelli scomposti di Treplev -nel "Gabbiano"- ed in quella di un contatto negato sino alla morte tra Nina e Treplev. Li abbiamo cantati, registrati, reso nuda la loro necessità di amore e fatto nostro il drama dello loro speranze.
Qui, Cortazar canta, non scrive; egli vuole che le proprie righe come tante note a forma di cronopios saltarellino sulle nostre scrivanie e palleggino meglio di Zlatan Ibrahimovic tra le nostre tempie. L'amore che chiede -in realtà che si interroga- e che si perde, quello che rimane.
Recitate con amore, quello che possedete; svuotatela questa bisaccia, perchè il viaggio inizia e finisce ad ogni istante. Un bacio ci fa volare molto più lontano delle stelle, ed è tremendo dimenticarsi di dove ci si trova senza il biglietto di ritorno! Difficile arte, questa del conciliare istinto e progetto. Non vogliamo conciliazione, ma torcerci come l'elica del DNA, perchè forse in questo è il segreto per il grande salto.

venerdì 16 gennaio 2009

Camminare Ad Occhi Chiusi

Quando si lavora con la nostra psicologia, tutto ciò che si osserva è sempre relativo alle condizioni in cui ci siamo posti, alle nostre motivazioni ed attitudini, alla nostre stessa attività critica su quanto si sta svolgendo. Esattamente come per l’espressione artistica, che non prevede certo risposte e traguardi univoci, ma è il risultato di un incontro tra fattori personali e la rappresentazione –sempre semantica- della realtà. Come per modellare un vaso, dipingerne la superficie, anche per la sensibilità ad accedere ad una esperienza introspettiva, esiste una naturale attitudine, più o meno intensa, ma comune a tutti gli individui ed alla quale si può essere addestrati. Un limite è comunque presente in tutte le attività umane, che si tratti di sollevare dei pesi o di osservarsi dentro: la fatica che conduce alla stanchezza, che riduce la performance.
Siamo essere fatti per essere integrati; il prezzo che paghiamo per esserci “distinti” dalla materia informis è quello di un costante controllo della realtà, perché questa non ci prevarichi facendoci tornare prima del tempo allo stato di quiete “inorganica”! Essere vivi è quindi per definizione il limite della “libertà”; come un ciotolo può fare, noi non possiamo rotolare da una galassia all’altra senza interrogarci sulle tre famose domande…Pronti alla difesa o all’attacco, con una delega poderosa a meccanismi automatici, siamo incappati in quel meraviglioso e “divino” incidente di percorso che è l’autocoscienza. Orgogliosi della “costruzione sociale”, quale proiezione della mente che nasceva, siamo consapevoli della nostra fatica
E veniamo all’Atelier, al nostro lavoro a full-immersion… che ti sottrae alla quotidiano gioco delle parti, per aprire nel luogo del “teatro” gli strumenti della comprensione e del cambiamento. L’analogia tra il teatro e la vita non è nostra. Il teatro è nato per questo, l’estensione rappresentata di quanto di teatricamente già avviene vivendo. Rappresentiamo il mondo con i nostri sensi, conoscendolo e modificandolo e probabilmente il primo abbozzo di coscienza dell’Io, di consapevolezza cosciente, avvenne nelle rappresentazioni di progenitori che volevano comunicare tra loro, ancora in assenza di un linguaggio elaborato. Corpi, salti, suoni gutturali, soffi ed una mimica totalmente affettiva descrivevano “suggestivamente” qualcosa di dentro fuori: il “drama”. Poi, divenne teatro.
E veniamo allo scorso incontro. Hai “giocato” con i tuoi “amici”, li hai vestiti di tuoi parenti, genitori, conoscenti , e -per ricollegarci agli ultimi due post- hai fatto un salto oltre l’”orizzonte” e compreso che “camminare” sulle acque non è molto facile, sono ampie e profonde ed anche molto abitate! Siamo giunti all’ora “che volge il desio”, come adesso, decisamente stanchi, ma soddisfatti, completamente convinti di non voler pensare più a nulla per almeno le prossime dodici ore! Che poi è quel prezioso tempo di incubazione in cui l’inconscio lavora -a scatola chiusa- quanto hai messo dentro. Uno di voi mi ha scritto “…l' atelier...se chiudo gli occhi per pensare alla giornata mi vengono in mente tante cose. ma ad occhi aperti , come ti dicevo, ho parecchi vuoti.. adesso la cosa mi piace. mentre lunedì ero un po' spaventata perchè non ricordavo nulla ora, avendo trovato questo " metodo", penso che tutto quello che abbiamo fatto mi è arrivato dritto dritto dentro e solo abbandonandomi un po' riesco a riprovare quelle sensazioni e a ricordare ciò che abbiamo fatto”.
Il director si aggira tra di voi, funzionano solo i suoi passi e lo sguardo, non parla. Ancora non avete appreso che una delle tecniche migliori per attivare un hypnodrama è la sorpresa; non si chiede al vostro cervello sinistro di funzionare, ma allo stato di vigilanza che tuttavia lotta con un po’ di stanchezza. Poi egli parla: “Sapete…possiamo accettare di essere stanchi, si, possiamo accettarlo; del resto si è lavorato e non c’è cosa migliore che abbandonarsi ad uno stato di piacevole stanchezza –mentre le sue braccia si allargano a stiracchiarsi socchiudendo un poco gli occhi-. Anzi, possiamo perfino utilizzare questo stato –la stanchezza aggira le resistenze-…persino sfruttarlo…” viene detto che il prossimo esercizio "sfruttera" la stanchezza acquisita (!) per essere eseguito, su quella costruirà piacevolmente il suo percorso…ad occhi chiusi. In un'era dove dovremmo imparae a riciclere intelligentemente tutto, anche le risorse si prestano a questo gioco. Rilassati, voi quindi lasciate che le vostre braccia si estendano in avanti, come grandi ammortizzatori verso ostacoli fantastici ed i vostri occhi lentamente si chiudano. Camminare Ad Occhi Chiusi è il titolo dell’esperienza. Ne abbiamo parlato all’inizio di questo post, nessuno cammina nel buio, a meno che le circostanze, sfortunatamente, non glielo impongano. Ma “camminare nel buio” si presta anche alla metafora della conoscenza; chiudere l’occhio della ragione, per aprire quello dell’istinto, ed anche di questo abbiamo parlato. Evocare risorse nascoste ed in questa operazione ora la stanchezza può aiutare. Se conosci il luogo, lo hai già abitato, se procedi lentamente, se tra la punta del tuo naso e le cose di fuori –ed ad occhi aperti non sempre ne abbiamo!- vi è la distanza ragionevole e prudente delle tue braccia distese, non puoi pericolare alcun incontro minaccioso, nessuno scontro fatale…eppure. Eppure non è così; se si è molto abituati al “controllo” del mondo il lasciarsi andare, anche in un ambiente protetto sollecita ansia, più simbolica che realistica. Incontrarsi con essa e scendere a patti è il significato dell’esperienza proposta. Ora…le vostre esperienze, “naviganti”…

lunedì 12 gennaio 2009

Somewhere over the rainbow...

Da qualche parte oltre l'orizzonte, sopra quel cielo che ci regala il mestiere di sperare ed insieme vieta che si guardi troppo, tranne la notte, dove tutto è più chiaro...L'arrogante luce del giorno ridimensiona la nostra grandezza, sotto il tappeto di luci intermittenti di un eterno "natale", ci ricorda il breve passaggio di spettatori-attori di questa scena "terrena", prefigura la "epifania" dei nostri desideri inesausti o stanchi.
Ma se di giorno riusciamo ad urlare abbastanza forte, attenti al nostro eco, l'anticipo della partita con hypnos ha lungo sulle sponde di un oceano, sulle rive di un lago, sopra la vetta di un'altura o -invisibile- nelle profondità del nostro spirito.
Ci riesce lui... Quest'uomo largo, dalla voce profonda. Largo e viene da dire "buono". Largo come il mare, come quel cielo oltre l'arcobaleno che canta. E mentre prefigura "un posto" dove tutto forse è migliore, sembra proprio divertirsi e stare bene in questo posto. E' così che bisogna sognare, pizzicare le corde dello strumento che abbiamo e far salire le note più in alto, guadagnando spazi più ampi: the water is wide...
Ieri, durante la giornata di Atelier, abbiamo "drammatizzato" l'attenzione; sollecitato i sensi ad un lavoro più sottile; certamente regalato al cervello destro ed a tutto ciò che di noi è con lui connesso, il piacere della musica, del silenzio, degli "occhi chiusi".
Director

Video: YouTube, Somewhere Over The Raibow, Israel Kamakawiwo'ole,
http://www.youtube.com/watch?v=0OMLoAtC9RY

sabato 10 gennaio 2009

James Taylor, The Water Is Wide

Qualcuno di voi ricorda..."In Sonia e il Resto Della Mia Vita"; utilizzammo questo brano come commento sonoro al quarto atto. La dolcissima e brava Domenica, con il sottofondo meno dolce e meno bravo della mia voce, accompagnarono le note di James Taylor e della mia chitarra distratta tra il pubblico, a far danzare solitudine e speranza.
E' vero l'acqua è così estesa che può raggiungerti dai quattro punti cardinali ed anche tu puoi raggiungere ogni cosa, se intuisci la rotta giusta; ma poi, il sogno, il desiderio ha bisogno di piccoli miracoli, di quelli che vengono da preghiere silenziose dentro di noi e risvegliano forze prodigiose. Sono barche, ampie, che ci contengono tutti, e sanno sfidare l'incognita. Che si tratta di cieli, di mari o di terre, ti pretendono navigante, "viaggiatore". Capaci di non confondere cquello che ci è dietro con ciò che ci aspetta davanti. Buon lavoro per l'Atelier di domani. Director

Video: YouTube, The Water Is Wide, James Taylor,
http://www.youtube.com/watch?v=1m0fLlvRsjc

DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

COMUNICATI STAMPA