@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
Work nicely with us to create our friendship and the warmth of our curiosity and mind’s exploration.
Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!

"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

mercoledì 7 ottobre 2009

Drammaterapia, come lavora nel Creative Drama & In-Out Theatre


Ieri sera, ri-fondazione del Creative Drama & In-Out Theatre. Vi erano le persone giuste. Alcune energie, buone, importanti, le abbiamo lasciate lungo un percorso che ora finalmente ha designato chi dovrà sorreggere, interpretare, sperimentare fondamentalmente, questo “teatro dramma terapico”. Sei persone, cinque attori, un’assistente alla regia, un director.
Eugene Ionesco ci ha fatto compagnia, in silenzio, discreto come sempre, di certo, benevolmente, ha sorriso del nostro tentativo di “leggere” l’assurdo; ma poi ci ha “perdonato”, visto che di mezzo c’erano le nostre autentiche emozioni a tentare di decifrarlo. Seduti a terra –per la verità due su cuscino, tre su busta, un sesto su polistirolo. Aria di vernice fresca, bianco di pareti verniciate, qualche barattolo e pezza a dare un calore all’ambiente, futuro soggiorno ed angolo cottura di casa di Maria Pina…
Breefing di progetto e racconto, con l’ardita impresa di tentare il racconto di un progetto che sta appena nascendo. Ionesco sempre lì, a guardare. Abbiamo scomodato una massa di “rinoceronti” nella Parigi del ’68 ad iniziare una contestazione al luogo e buon senso comune istituito a regola, rivoluzione già annunciata nell’opera di questo teatro dell’assurdo che –l’abbiamo detto- non crede al bisticcio linguistico, ma alla semantica riscoperta dal singolo individuo e fatta progetto personale e sociale in se stessi. L’importanza del processo dramma- terapico e delle sue possibilità “catartiche”, con tutta la sequela di effetti collaterali, se si presta il nostro corpo e la nostra mente totalmente al trauma, è stata al centro della discussione. Creare un teatro che crede nel lavoro introspettivo al servizio dell’interpretazione teatrale è andare oltre; è reinterpretazione di segni universali e particolari (quelli dati dall’autore), con la consapevolezza che nessun gesto o verbo può essere prestato senza una coscienza di quanto avviene in questa “incorporazione” e “restituzione”. Azione "responsabile" davanti e dietro lo spettatore

Grazie Stanislavskij e poi grazie Grotowsky, Barba. Sappiamo come la dimensione altra di noi possa essere sollecitata dal “teatro” ed avere a disposizione la “trance dell’attore”, aiuta questa espressione. E grazie Jodorowsky, per quella segnaletica di rituali dentro i quali re-inscrivere la propria storia; così che si presti ad essere smontata e rimontata mille volte nei suoi simboli, senza il dolore che spezza le ali del volo del nostro inconscio, verso il "cambiamento". Grazie ancora Jurij Alschitz, per il riconoscimento che l’umanità è più grande di qualsiasi “direzione” registica, se le si permette, attraverso la disciplina, di esprimersi. E grazie infine Jacques Lecoq a ricordarci l’importanza del gesto”.

I rinoceronti aspettano di correre. Li faremo correre dove serve. Nella rivoluzione che crea visuale sul pianeta di “prima”; e vaporizzare, nella grottesca farsa – eppure a volte dolorosissima- della rivoluzione asservita all’istinto di potere senza controllo. Saremo cauti e ci lasceremo suggerire. La vertiginosa emozione di regalare “testi”, mai scritti, a noi stessi ed agli altri, senza inganno. Welcome CDIOT!
CDIOT è Francesca, Maria Pina, Pino, Spartaco, Gianni, Ermanno e tutta l'Umanità fuori, è i maestri della drammaterapia e del teatro tutto.

Foto: Berenger & Daisy, atto IV, Laboratorio su "Il Rinoceronte" di E. Ionesco, CDIOT, settembre 2009

1 commento:

Anonimo ha detto...

E’ passato appena un semestre ed il CDIOT ha avvertito la necessità di essere ri-fondato: necessità per me intesa nell’accezione del rivivere o del riappropriarsi dei propri desideri forse tanto minacciati dagli eventi.
Dispiace per i fondatori non più presenti ma rimangono cari le loro idee, il loro affetto ed i loro preziosi suggerimenti, in forma più o meno visibile, nei loro post.
Il luogo si è prestato molto alla situazione perché locale in attesa di essere abitato: grazie dell’ospitalità.
E’ lì che iniziamo a preparare il nostro profondo per accogliere al meglio le maschere dei personaggi ioneschiani. La speranza mai nascosta è quella di riuscire ad ottenere una sorta di processo catartico cercando di misurare una cosiddetta distanza estetica dal personaggio.
Non importa l’arredamento non presente ma è bello sentire l’odore fresco di vernice, le pareti bianche ed il calore umano dell’incontro.
Più che evocare ed applaudire gli illustri autori voglio dire grazie a te director per l’ascolto, la tenacia, l’impegno, le possibilità, che trasfondi in noi e che ci ritornano verosimilmente nella capacità di dirigere i nostri destini.
Stasera non correranno solo i rinoceronti ma le nostre emozioni volte tutte alla possibilità di poter riscrivere ed interpretare la nostra storia.
Pino Gencarelli

DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

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