Amore, paura… diversi, vicini.
Belli i post di Maria Pina e di Spartaco, mi hanno emozionato, soprattutto quello di Spartaco ha suscitato in me sentimenti contrastanti e diverse considerazioni personali .
Partendo dal presupposto che sento Spartaco parlare di questo argomento da diverso tempo, e essendo in parte d’accordo con lui in linea teorica su quasi tutto il suo scritto, sono convinto che l’applicazione pratica delle sue teorie non è affatto semplice.
Da sempre sento parlare d’amore, un sentimento di cui tutti siamo affascinati, permeati, e addirittura dipendenti. Citazioni, canzoni, poesie, romanzi e scritti, teorie e analisi psicologiche, manuali e saggi parlano di Amore. Ogni sfaccettatura di questo sentimento così ricco e importante per noi, ne nasconde un’altra, e un’altra ancora, in una enorme matriosca in cui confluiscono tutti i sentimenti, andando quindi ad inquinarne la purezza iniziale e la genuinità emotiva. L’amore diventa così strumento di sofferenza, oggetto di desiderio e paura, si confonde con il sesso e di esso diventa succedaneo o addirittura conseguenza. Se ne parla a sproposito, si utilizza come strumento di ricatto, si gestisce e si centellina per prevaricare la persona amata, ci rende sospettosi e gelosi, distanti e vendicativi e tutto per un unico motivo: ne abbiamo paura.
Una paura folle, perché nel nostro DNA c’è l’ancestrale convinzione che amare troppo” (ammesso che l’accrescitivo abbia un senso) o amare incondizionatamente sia sinonimo di debolezza e anticamera della sofferenza. Ne abbiamo paura perché nel nostro passato di guerre e prevaricazioni, poco si è lasciato al sentimento, perché i bisogni primari prevaricavano tutti gli altri. E arrivati ai giorni nostri, inconsapevolmente abbiamo continuato a vivere nello stesso modo. Ma non è più il tempo delle guerre, non c’è più la fame, quella vera, e il nostro io ha cominciato a soffrire, perché calpestato e sottomesso alle rigide regole del raziocinio e delle leggi del consumismo, spinto soltanto verso l’aspetto materialistico dell’esistenza. Di qui la sofferenza e la difficoltosa ricerca di sentimenti che riempiono la vita senza doverli comprare, ma soprattutto senza sapere dove andare a cercarli. Ecco la distanza emotiva, la difficoltà a cogliere la gioia del sentimento quale collante riempitivo tra il fare quotidiano e il vivere a 360 gradi, in equilibrio con se stessi e con il mondo circostante.
E se vivo ormai una discreta serenità sento che ancora non riesco a vivere appieno questa gioia.
Belli i post di Maria Pina e di Spartaco, mi hanno emozionato, soprattutto quello di Spartaco ha suscitato in me sentimenti contrastanti e diverse considerazioni personali .
Partendo dal presupposto che sento Spartaco parlare di questo argomento da diverso tempo, e essendo in parte d’accordo con lui in linea teorica su quasi tutto il suo scritto, sono convinto che l’applicazione pratica delle sue teorie non è affatto semplice.
Da sempre sento parlare d’amore, un sentimento di cui tutti siamo affascinati, permeati, e addirittura dipendenti. Citazioni, canzoni, poesie, romanzi e scritti, teorie e analisi psicologiche, manuali e saggi parlano di Amore. Ogni sfaccettatura di questo sentimento così ricco e importante per noi, ne nasconde un’altra, e un’altra ancora, in una enorme matriosca in cui confluiscono tutti i sentimenti, andando quindi ad inquinarne la purezza iniziale e la genuinità emotiva. L’amore diventa così strumento di sofferenza, oggetto di desiderio e paura, si confonde con il sesso e di esso diventa succedaneo o addirittura conseguenza. Se ne parla a sproposito, si utilizza come strumento di ricatto, si gestisce e si centellina per prevaricare la persona amata, ci rende sospettosi e gelosi, distanti e vendicativi e tutto per un unico motivo: ne abbiamo paura.
Una paura folle, perché nel nostro DNA c’è l’ancestrale convinzione che amare troppo” (ammesso che l’accrescitivo abbia un senso) o amare incondizionatamente sia sinonimo di debolezza e anticamera della sofferenza. Ne abbiamo paura perché nel nostro passato di guerre e prevaricazioni, poco si è lasciato al sentimento, perché i bisogni primari prevaricavano tutti gli altri. E arrivati ai giorni nostri, inconsapevolmente abbiamo continuato a vivere nello stesso modo. Ma non è più il tempo delle guerre, non c’è più la fame, quella vera, e il nostro io ha cominciato a soffrire, perché calpestato e sottomesso alle rigide regole del raziocinio e delle leggi del consumismo, spinto soltanto verso l’aspetto materialistico dell’esistenza. Di qui la sofferenza e la difficoltosa ricerca di sentimenti che riempiono la vita senza doverli comprare, ma soprattutto senza sapere dove andare a cercarli. Ecco la distanza emotiva, la difficoltà a cogliere la gioia del sentimento quale collante riempitivo tra il fare quotidiano e il vivere a 360 gradi, in equilibrio con se stessi e con il mondo circostante.
E se vivo ormai una discreta serenità sento che ancora non riesco a vivere appieno questa gioia.
Foto: Matryoshka Love, Laboratorio CDIOT, settembre 2009
1 commento:
Per Gianni per tutti, me compreso. Pretendi di capire l'amore di spiegarlo non é un compito. Ognuno di noi puó viverlo in maniera diversa. Come possiamo noi vivere una cosa che ci fa paura?
Come facciamo a pretendere di bagniarci senza entrare nell'acqua?
Come possiamo pretendere di ricevere senza donare?
La nostra paura ha trasformato l'amore in un sentimento negativo 'quando tu parli di sottomissione di dipendenza di dolore di arma di ricatto ma dov'é l'amore in tutto questo? Questa é la paura dell'amore! Fino a quando noi penseremo che l'amore é fuori di moi, siamo fuori strada. L'amore inizierá a percorrerci e a percorrere gli altri quando da dentro di noi uscirá verso l'esterno senza numeri in un percorso suo straordinario e bello. Tutto questo non esclude problemi, dolori, difficoltá, incertezze, tristezza e tutto quello che fa parte della vitá. L'amore ha un unico grosso pregio: colora in maniera gradevole e piacevole la nostra vita e di consequenza quella degli altri e ci rende consapevoli di chi siamo. Umani e non burattini.
Questo secondo me é l'amore sentimento. L'altro é un prodotto delle nostre paure, dove media carta stampate cantautori cavalcando l'onda del dolore/amore hanno costruito fortune e a noi rimangono i dolori.
SPARTACO
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