@ Gianni
Ciao Ermanno, premesso che puoi fare di questo scritto quello che vuoi, quindi se lo ritieni utile anche un post, ho sentito il bisogno di ringraziarti in separata sede per il video che hai messo sul blog con una -secondo me- delle canzoni più profonde dell'indimenticabile duo Battisti-Mogol. Conoscendo un pò la storia di questi due colossi della musica italiana, non riesco a dire "semplicemente" di Lucio Battisti. Perchè lui è stato il più grande compositore di musica italiana, ma il successo incontrastato e indimenticabile delle sue canzoni è dovuto alle parole di un poeta di nome Giulio Rapetti, in arte Mogol. Perfezionisti e disciplinati come pochi -a volte nel comporre una canzone erano capaci di stare giorni senza vedere nessuno saltando i pasti, insieme o separatamente, lavoravano ore ed ore, smontando e rimontando ogni frase, ogni nota, ogni sfumatura delle loro canzoni, con fare maniacale, a dimostrazione, come dicevi tu, che anche per il lavoro più coinvolgente a livello emotivo, ci vuole però forza di volontà e disciplina. Persone meravigliose e problematiche (anche Mogol viene descritto come uno abbastanza "str...ano") hanno lasciato una traccia indelebile nel mondo della musica, e le loro opere sono attuali oggi e piacciono a persone di ogni fascia di età. Hanno avuto il grosso difetto di non volersi concedere alle operazioni commerciali, alla televisione -Lucio la definiva peggio dell'olio di ricino-, alla stampa primordiale del gossip che cercava di carpire segreti e sfruttarli commercialmente.
E tornando a noi, ascoltando oggi alcune canzoni che a volte avevano dei passaggi un pò criptici, tutto mi sembra chiaro come il sole. Hai sentito che meraviglia "...e dare un calcio alla tradizione"? E immaginare di volare liberi, non più ancorati a stereotipi, usi, consuetudini, per poi planare su "...boschi di braccia tese"! Tante e tante persone che non aspettano altro che di abbracciarti, se tu vuoi concederti... In ogni strofa è sintetizzato un inno alla Vita, lontano dai rinoceronti e dai kamikaze -minuscolo perchè sono autodistruttivi- e l'esortazione ad abbandonare ogni fardello, legaccio, ansia, perchè solo così avremo la possibilità di vivere il presente in tutte le sue sfumature.
La musica mi è sempre piaciuta, le canzoni di Battisti e di Rino Gaetano più di tutte. Oggi ancora di più, e capisco perchè. Racchiudono l'animo di chi le ha scritte, vanno oltre le parole, pescano nel sentimento dell'autore. Non un singolo tema, non una sola difficoltà o una sola emozione, come se ne sentono tante, ma un mare in cui tuffarsi, ed ogni volta sono diverse le onde ed è diverso il colore dell'acqua, perchè è diverso il nostro stato stato d'animo.
Grazie Lucio, Rino, Giulio, Ermanno.
@ Director
Il mondo sconosciuto degli altri diventa criptico nell'incontro conflittuale con il nostro, quando non vi è accoglienza, quando i confini sono troppo rigidi, per il timore di noi stessi, i cartelli segnaletici troppo esaustivi, le regole autoreferenziali. Ionnesco ci racconta di questo ed in questa fattispecie di "anomia" del senso comune ed individuale, si è facilmente preda della manipolazione dell'altro, collusiva con le nostri più profonde insicurezze. Uscire dalla caverna -la vedi lì nella foto-, senza dimenticare di esserene ancora abitatori, e scoprire che si può imparare a nuotare, che l'istinto c'è lo abbia scritto o non nel nostro genoma. Questà è la meraviglia dell'autocoscienza. Grazie Gianni
Foto: Dramatherapy, Colours Water, CDIOT 2009
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