Ma la tua completezza disturba gli altri...diventi oggetto di scherno e le randellate arrivano, silenziose, sotto la cintola.. ricurvo, le mani e i piedi freddi, vai avanti adesso con passo incerto e il dubbio si insinua... ed è allora che accarezzi l'idea di rindossare la corazza...come ti faceva sentire forte, invulnerabile...un eroe, il plauso e l'approvazione erano i tuoi.
Cosa fare? Le persone vicine ti abbandonano, non ti capiscono più...forse sarebbe meglio ritornare indietro....ritrattare....scusarsi e accogliere con umiltà il biasimo altrui....
Per fortuna non si può ritornare indietro, sapendo che la strada sarà tortuosa e senza nessuna certezza, con salite interminabili e rapide discese regressive. Ho scelto e quindi sono.
Mentre scrivo sto ascoltando il pezzo di battisti e mogol, da quando gianni lo ha condiviso con noi, lo canticchio in macchina, per strada e anche adesso. Grazie Gianni
Grazie anche a Pino per il suo entusiasmo. Sono rimasta molto colpita dal suo cambiamento venerdì scorso, un cambiamento profondo... la sua postura, lo sguardo, la voce sono mutati, sono di una persona più consapevole, più sicura, più presente.
Sono molto addolorata per l'assenza di Francesca e rispetto profondamente ogni sua scelta, anche se mi manca.
@ Director
E continua a mancare...
Si, Rosanna, la corazza non è un elemento estraneo, parla di noi ed è fatta di noi. Non è un suppellettile; è integrata nell'ecosistema dell'adattamento che promette consenso, minor fatica ed a volte successo. Ma a quale prezzo? Certamente quello che si paga a strapparsela di dosso è molto alto, anzi non misurabile, perchè è memoria e sostanza di affetti schiacciati, travestimenti che ci hanno fatto comunque camminare, autostrade percorse da molti, tanti. E loro ancora intorno a guardare la trasformazione...all'incontrario! Corazza-pelle-resistenza-scorciatoia e terribilmente, a volte, la silenziosa rinuncia -non cosapevole- ad essere altro-possibile. Anche qui, nessun criterio di verità.
Ma se poi la torpedine socratica ti tocca, ti risveglia alla coscienza di scelte verso l'autenticità...comincia l'estraniamento da se stessi, lo stordimento con pensieri nuovi, la solitudine di essere responsabili del proprio progetto. Allora non c'è febbre od esame o stanchezza a tenerti a casa, non c'è borsa calda a poterti bastare nel freddo di lenzuola insufficienti: devi muoverti. Imperativo personale, esigenza profonda, alleanza consapevole tra l'IO ed il Super-Io, vorrei dire che chiedono soccorso all'ES perchè dia energia e rompa il diaframma. Per alcuni di noi avviene prima, per altri dopo, per alcuno -è statistico- non avverrà mai. Non c'è tristezza in questo. Ma ti assicuro è possibile voler volere -grazie Milton Erickson. Ieri il tuo braccio, nel nascondimento discreto di un angolo della pizzeria, si è sollevato...faticavi con l'altro, e forse provavi disappunto che non avvenisse. Ho fatto uno swicth sull'altro, il destro ed abbiamo chiesto al primo al sinistro. Si hanno molte possibilità, vanno lette molte strade, si possono seguire percorsi differenti, snza l'arroganza segnaletica di protocolli predeterminati...ed allora la resistenza si aggira. La corazza scivola via, fosse anche per poco, per gioco. A chiederci...senza poter formulare una domanda precisa...Fece così Aristotile. Pensi davvero che volesse solo dare un ordine ai contenuti, quanso chiese il riscatto della forma. O parlò piuttosto, tra le righe e fuori di esse, di dialogo nel Cosmos. Topos e logos non si possono separare. Per questo alcuni miei pazienti stanno tanto male, anche se sono "guariti", se le mura sono le stesse, le persone le stesse, gli incontri i medesimi. Non siamo per l'epurazione dal peccato, come dal sintomo ed evviva Musatti che "guariva" attraverso la sua nevrosi! Egli che ne era capace. Un uomo che ha considerato l'individuo capace di dare senso alle cose purchè ogni giorno abbia l'importanza del primo e dell'ultimo, contro la deriva culturale della scontentezza e della disillusione nel mondo. La capacità di dirigere la propria attenzione sul presente, la vigilanza verso se stessi (prosoche), così praticata dalla filosofia antica. Non siamo eterei o solo attori di teatro, ma anche la nostra anima crea ombre sulle pareti dei luoghi che abitiamo. Non prenderemo mai il teatro in prestito, per giustificare la nostra vita od ingannarla -perchè è sacro; e nemmeno lo denuderemo della sua essenza, perchè la vita è troppo ingombrante per ospitarlo. Abbraccio alla compagnia, tutta, presente, passata, futura.
Foto: Dramatherapy, Seconda Scena Rhino, Brindisi, CDIOT 2009
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