E domenica sera. Sto andando a cena. scrivo per me e per voi. Ancora porto dentro di me, da venerdi sera quando è finito l'incontro, una sensazione che non riesco a descrivere... Salgo in machina, parto, accendo la radio, ascolto una canzone che ho sentito milloni di volte. E' diversa! Entra dentro di me e mi dà una sensazione di piacere. Mi sento pieno. PIENO! Che bello! Una esperienza che mi ha accompagnato in questi due giorni, rendendoli piu piacevoli, più vivi più chiari, piu voluti.
Se questo é il teatro, EVVIVA! La luce del teatro ci spoglia, purché siamo disposti a spogliarci. Spogliarci di cosa? Delle convenzioni? Dell'educazione limitante? Per me, questo, non è l'essenza. Ci spogliamo della paura di vedere le nostre paure. L'essere umano quotidianamente non fa altro che mascherare le proprie paure e come possiamo noi vivere la nostra paura, se la neghiamo? Semplicemente non esiste.
La musica che ho sentito venerdi sera ha trovato un terreno senza erbacce, pronto per essere seminato, privo di paura...di vivere.
Ed ora vado a cena, perché é bello.
Foto: Dramatherapy, Dudard's Perplexity, Laboratorio CDIOT, 2009
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