@ Maria Pina (blu)
Oggi ho riletto ancora l'ultima lettera che Berenger mi mandò. Si è fatta trovare mentre frugavo in uno dei miei disordinati cassetti, senza gli occhiali, alla ricerca delle mie pillole per dormire. Si è presentata sotto la mia mano e io l'ho presa. Nonostante l'assenza degli occhiali, sono riuscita a leggerla -a cosa mi sarebbero serviti gli occhiali se ormai la so a memoria?
Berenger carissimo, forse solo oggi ho capito quello che non era scritto, ma solo sottinteso. Per anni, mi sono soffermata sull'ultima frase, quando mi dici "... mi rincuora pensare che sono pronto a incontrarti di nuovo molte volte dietro le colline degli anni che verranno o anche SOLO NEL MIO PENSIERO". Quanto mi ha fatto soffrire quella frase, soprattutto quando ho saputo che non mi avresti incontrato mai più su questa terra. No , caro, non è la stessa cosa incontrarsi dentro una collina o solo nel tuo pensiero. Potrà essere stato così per te, ma non per me. Incontrarsi nei tuoi pensieri è solo una sterile esercitazione del tuo animo di poeta: io volevo incontrarti di nuovo dietro le colline, abbracciarti , sentirti parlare o stare in silenzio, volevo esserci non pensare. Oggi, con il barlume di saggezza che mi regala questa mite vecchiaia, sorrido di quella rabbia. Conosco un tassello in più del puzzle caotico di ogni singola vita umana. Qualunque cosa ci accada nella nostra esistenza, giusto o sbagliato, è solo nostro, è solo per noi. Che si conservi dentro di sè un amore sepolto tra le macerie del cuore o non si sia mai conosciuta la gloria dell'azione, non si devono mai prendere le distanze dalla nostra storia. Si deve, credo, riconoscere sempre il miracolo della varietà del mondo, delle persone, delle situazioni. Il rimpianto di non averti capito, di non averti cercato, di non averti ritrovato ha lasciato il posto a una nuova consapevolezza. QUESTA E'LA MIA VITA, LA MIA STORIA; le scelte che ho fatto (o che non ho fatto) sono state l'espressione di quel che sono o volevo essere. Ho conosciuto la guerra e il crollo del mondo di cartone a cui ero destinata.
E pensare che avevo paura dei tuoi pensieri , caro Berenger, perchè non davano certezza del futuro! Avessi saputo allora, ai tempi dell'epidemia, quante certezze sarebbero crollate...Oggi sono una matura e tranquilla signora. Voglio scrivere ancora tante pagine del mio diario. Cerco di capire, di conoscere, di ricordare, ma anche di fare progetti. Coltivo rose perchè voglio vederle fiorire ancora nella prossima primavera. O meglio, spero che fioriscano; se non lo faranno pianterò le dalie. L'importante è che io sia lì a seminare (ti penso ancora Berenger, ogni volta che nei miei vasi arriva un'erba nuova, il cui seme è arrivato con il vento).
Daisy
Foto: Dramatherapy, Daisy' Memories, CDIOT 2009
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