
Le Cose Di Sempre non esistono. Per questo possono scivolare via addormentate dall’uso comunque insipiente di mani addestrate o distratte -Annette. Quante volte dovranno essere ripetute per esistere –quante volte? Il Sempre, nelle Cose, invece esiste, è la rivelazione della tua coscienza; è l’atto d’amore che ti regali nel regalarlo a quelle, immaginandole eterne. E’ la tua fragile umanità che aspira al volo e sogna specchi d’acqua che trattengano il tempo -lontano da akr caar. Incontro molte persone, quotidianamente, dal volto sciupato, la consunzione dell’animo depresso e gli insegno a salvare parte di quel freddo. Chi ha detto che il buio, il gelo delle stelle, appunto siderale -recitava ieri una poetessa nelle letture di Auroralia su jerry n. uelsmann-, lo sperduto senso del dove –ad sidera. Quanto vorremmo la toponomastica delle nostre stanze registrate sulla cartina della galassia –astrale, terza a sinistra-, chi lo ha detto che sia male? Non è meglio la ricerca di quelle mani nella vaschetta dello sviluppo, che pescano ritratti e cose già perdute da un sempre? Un’altra poetessa, illusa di fare “prosa”, mentre dipinge fotografando il suo percorso biennale, ci descrive l’ingenuità “lirica” di scoprire nuove e non “da sempre” le cose e i paesaggi fotografati, sempre liberi, se un soffio di vento ad asciugarli può farli volare per sempre da una finestra, così come il “corpo del reato” può volatilizzarsi davanti agli occhi stupefatti di un commissario, molto “terreno”. Ha ragione Nina e la sua compagna di reading, è più vero restare avvolti dalla neve e non temere che sia congelato anche quel contatto tra le due mani a un certo punto dell’interpretazione. Ha ragione la vita, se può regalare un’identità specchiata anche attraverso il dialogo terribile e nudo tra una figlia e quella che ho fantasticato una madre schizofrenica che riempie di maglia e bisticci di ferri e parole la curiosità stupenda di una bambina. E allora gli autori ieri sera ci hanno suggerito da spigoli diversi di uno stesso tavolo, che può essere coniugato “sempre” con “nuovo”, sempre nuovo. Che sia un clochard a sospirare un gesto o l’amante di sempre e da sempre tradita da quell’assenza di lui, che illude e si illude di esserci –bellissimo monologo quello della coppia sullo sfondo di Uelsmann, mordace, eppure rispettoso. E poi così vitali, nel loro candore adolescenziale, vere -anche se disturbanti- le costanti battute dell’inizio, infrazione forse eccessiva alla sacralità di un importante reading, a mio avviso. Ma va tutto bene, tutto è composto e ricomposto ed anche con la benedizione di Uelsmann che ha “regalato” una sua importante foto Untitled, del 1987, nude flying alla ispirazione di 50 artisti ed al loro fertile inconscio. Aspettiamo il volume.
Ora 24,00, quasi, la frescura del vicolo, fuori. Estraniati e contenti. No, nessun nudo volante, ma più leggera l’anima. Grazie Auroralia!
Foto: manifesto di Auroralia, 2009
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