
su "Voglio la tua Voce!"
E proprio cosi, la mia voce non fa più rumore ed è difficile ascoltarla e fa pure dolore. Non vivo la mia vita, ma quella che mi hanno detto di vivere. La nostra vita la conosciamo e non fa più paura. Ma ci crea un dolore sottile e costante. La mia vita non la conoscco e quindi mi fa paura. Non mi dà certezze. Tutto questo e assurdo. Paura di cosa? Di un pensiero. Il sapere non mi porta oltre. Cosa mi porta oltre?
@Director
La motivazione ad esplorare tra dentro e fuori...questo ti porta oltre. Hai mai visto abbastanza a lungo quelle strie di bava lucente dietro una chiocciola di lumaca? Sembra non arrivi in alcun posto, nè lo abbia in mente. Ti giri per qualche minuto e non è più all'orizzonte...
La strada che non hai ancora fatto è silenziosa, ma assomiglia ad un nastro da srotolare e se tu rotoli avanti, quello fa capriole all'indietro. La tua voce non ti annuncerà mai davanti; potrà essere eco, ricordo, percorso. La tua voce è una via sulla quale cammini e se ne sei troppo sicuro, assomiglierà a quelle marcie di soldati senza opinione, seguaci senza pensiero, esecutori senza volontà. La voce del dittatore annuncia in avanti e fa del "progetto" la propaganda e puoi sentirti persino rassicurato dentro quella, senza dolore. Non chiedere verità. La cultura, la scienza, la religione, l'odio, l'amore, il destino, la vita, nascono dalla paura...ci fanno raggruppare come popolazioni di cellule che "sanno" di resistere meglio se vicine, compatte. Nel percorso breve che ti è dato, puoi ribellarti e fare il percorso a ritroso, scoprire l'eccitazione della scelta, l'assoluzione dell'essere scelto. La voragine della vita non è fuori di te, ma dentro e non è buono inghiottirsi, gridando aiuto. La voce è strumento e suono insieme da reinventare.
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