@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
Work nicely with us to create our friendship and the warmth of our curiosity and mind’s exploration.
Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!

"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

giovedì 25 giugno 2009

Drammaterapia, Occhi di Uomo in occhi di Rinoceronte


@ Nina
su Drammaterapia, Rhinoceros, III Act, Where's the truth?

Mobilitarsi. Volersi immuni dalla pachidermica epidemia nella cittadina di Bérenger & Co.
Evitare epicedi ai viventi… Umani o animali?
Temere è umano. Tremare è umano. Temere la follia è umano.
Un rinoceronte ha paura? Trema? Può essere soggetto a disordini mentali?
Ottimale questa paura che porta gli occhi di un uomo all’altezza dell’occhio animale. Odora di sano primitivismo. In senso stretto: primitivismo culturale. Vale per l’uomo l’aggettivo “culturale”. Apparentato è l’uomo al ferreo sistema della logica, alla civiltà col suo carico di malcontento.
Vorrei che occhi di uomo e occhi di rinoceronte rivelassero naturale armonia.

In Ionesco, la parabola del simbolo gioca il suo ruolo, i suoi molteplici ruoli.
Costringe a stanare i personaggi dalle tane “dell’acquiescenza”, mobilitandoli verso la dissoluzione o decostruzione dell’essere: un Io stretto–costretto ai virtuosi riti civili per limitare quanto possibile sentori scomodamente barbari. Oppure, per marcare il territorio d’una vocazione da conquistare, quasi un divenire cavalleresco di provetti “paladini” – quali Lancillotto e Bérenger.
Uno ha Ginevra, amante e Regina fedifraga, l’altro ha l’ideale che precipita e muore: Daisy, la fuggitiva.
Eppoi, di quale vocazione stiamo parlando?! Non servire piatti prelibati e vini DOC ai rinoceronti vegetariani, o seguire la verità della paura che ci travolge a tal punto d’asservire il Male?
Mah! Davvero crediamo che la democrazia sia “un ritorno alla bontà originaria dell’uomo”? (cfr. Protagora). È questo il sano primitivismo?

La parola “civiltà” è carica di vibrazioni etiche e morali, retaggio cumulativo della nostra autostima. La contrapponiamo a barbarie, a ferocia, a bestialità addirittura, mentre significa niente più che “vivere nelle città” (Bruce Chatwin, Anatomia dell’Irrequietezza).

Il rinoceronte ioneschiano è la “bestia” urbana. Jean, Daisy, Dudard, Papillon, perfino Bérenger (prima dell’atto finale) – i manchevoli d’autostima. Difatti, tanto ne vivono la pochezza che optano per il sacerdozio metamorfico di un pensiero mai stato, accettando umiliazione e sconfitta. Fuori dalla logica canonica del comportamento “civile”.
E se uno dei tanti interrogativi ioneschiani ponesse l’accento sulla mancata formazione di un immaginario fertile, mancato pronunciamento allo stupore, addizionando rinuncia su rinuncia per rinunciare infine alla vita stessa? L’evoluzione, il cambiamento che Vita t’offre scartando l’abuso dell’abitudine, troppe fissità comportamentali, la scansione di meccanismi psicologici e mentali che ottundono: piacere, orme assolate, valori acquisiti? La natura. Quella che noi intendiamo come scoperta, viaggio, iniziazione e, perché no? Nomadismo irrinunciabile…
Foto: Drammaterapia, Rhino, Jean, foto-elaborazione di E. Gioacchini, 2009

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DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

COMUNICATI STAMPA