@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
Work nicely with us to create our friendship and the warmth of our curiosity and mind’s exploration.
Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!

"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

martedì 16 giugno 2009

DRAMATHERAPY: "...la vita andrebbe vissuta con la curiosità negli occhi

@ Dedalo
su Berenger ed ultimo atto

Con la curiosità negli occhi. La vita è un’avventura, ogni giorno è un’avventura. Cosa proverò oggi, cosa capirò, cosa vedrò? La vita andrebbe vissuta con la curiosità negli occhi. Apprezzare il viaggio, che ha un valore suo, a prescindere dalla meta che ci siamo prefissati e che non è detto che raggiungeremo. Magari ne raggiungeremo un’altra, e ci potrà far capire certe cose e provare certe sensazioni. La vita è un viaggio. Questo discorso sull’importanza del viaggio, a prescindere dalla meta, è venuto fuori l’anno scorso in uno degli incontri dell’atelier. Forse è un modo per non avere paura che i nostri programmi sulla nostra vita non si realizzino. Io a volte ho questa paura. C’è una corrente di pensiero che dice che un modo per non soffrire è non avere desideri. “Ma perché dovrei rinunciare a qualcosa che provo?”, mi sono detto qualche giorno fa. Non sarebbe meglio accettare la vita? Accettarla come un’avventura, e viverla con curiosità, anche giocarci se lo vogliamo. Si possono fare errori, si può fare la cosa giusta, ciò fa parte del gioco. Così come fanno parte del gioco i sentimenti e i desideri. In fondo la vita non è mica sotto il nostro controllo. Tanto vale sederci a questa taverna che è la vita, per usare un’immagine evocata in un nostro incontro, e toccare posate, bicchieri, piatti, bottiglie di vino, sentire la sedia sotto il nostro sedere, magari allungare le gambe se uno vuole, se no alzarsi e farsi un giro tra i tavoli, prendersi una coscia di pollo con le mani, sentire il grasso e l’olio sulle dita, prendere con le nostre mani il pane che il cameriere ha affettato e toccato con le sue mani e ci ha portato insieme alle posate, sederci accanto agli altri commensali, ridere delle battute, ascoltare, parlare, dire la nostra, strofinarci con qualcun altro mentre cerchiamo di passare tra due sedie, stringere mani, e poi rimettersi a bere e mangiare. Contaminarci, e confonderci anche e sporcarsi con la vita. Decidere se viverla o meno. Ma non subirla con più paura di quella che è giusto, perché anche la paura è un sentimento umano: che la paura sia una delle modalità con le quali siamo e ci esprimiamo, ma che non sia la nostra guida.

Dice il Director in uno dei suoi post: “Non è forse sempre la vita con i suoi improvvisi, grotteschi, "assurdi” eventi a tentare il risveglio della coscienza? Atto doloroso…” Ed aggiunge: “Non serve la logica a rassicurare l’anima e Berenger non ha più nessuno con cui “fare anima”; l’universo, da un certo momento-spazio in poi, ha imparato ad “urlare” nella collisione di sue due stelle, ma questo non ha aggiunto alcuna verità che conforti. Necessario riscoprirsi naviganti e sapere che le stelle, per qualche strana studiata convenzione, possono aiutarti”.

C’è un’ultima cosa di cui vorrei scrivere e che voglio condividere con voi. Riguarda il fatto che nella vita ci si possa sentire o ritrovare soli. Nell’ultimo incontro del nostro gruppo teatrale, il Director ha chiesto a Gianni di “vivere” il Berenger della fine dell’ultimo atto, quando rimane ultimo umano sulla faccia della terra. Gianni è stato bravissimo. Ad un certo punto ha detto “Non ce la faccio”. Ho sentito un brivido. In quelle parole avevo letto un pensiero di morte. Io in quel momento avrei voluto affermare con forza, gridare: “Io ce la faccio!”. Nei panni di quel Berenger di fine terzo atto, pur sentendo tutta la disperazione e i rimpianti, io ero ancora vivo, e volevo restarci.

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DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

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