su "Dramatherapy, the Power of Propaganda"
Esiste un’intera progenie dell’oscurità notturna: da Ade a Eros, da Hypnos a Venere. Non tutti sono benevoli: alcuni di essi ci conducono nel sacrario di un onirico malvago, intriso di mostri e malesseri. Afferma James Hillman:
“Non ci viene detto che i sogni ci aiutano, che rendono più completa la nostra vita indicandoci la direzione delle nostre tendenze creative. Né ci viene detto che i sogni sgorgano da una polla inconscia di piacere libidico, da un pozzo di desideri. Al contrario, i sogni sono i parenti degli inganni e dei conflitti, delle lamentazioni, della vecchiaia, dell’irreversibilità del nostro destino […] Il sogno ci trascina verso il basso con i suoi ritmi rallentati, la sua introversione […] Noi non ce ne andiamo docili incontro alla notte” (da “Il sogno e il Mondo Infero”, J. Hillman, Adelphi, pag 50).
Adolf Hitler. Ritrovarlo, Orrore Sacro tra realtà e sogno, in un campo di concentramento - suo vessillo - senza commutare l’inammissibile. Indossa paramenti che rammemorano la tastiera bianconera di un pianoforte rovesciato in verticale; ma è uno straccio liso, povero, e l’Orrore riassume l’iconografia dello scabroso ebreo tragico e rinsecchito dei lager spinati. È anche, Hitler, debitamente eguagliato all’indecenza dei rom, prigionieri politici, dissidenti, omosessuali… :
“In fondo si sarebbero potuti salvare se fossero divenuti bianchi, biondi e celesti negli occhi, e la promessa della vittoria può farne di trasformazioni. Ho provato una desolante tristezza una completa impotenza" -Director.
ORDINI IMMEDIATI:
-Estorcere misure di sicurezza nel pensatoio e substrato tirannico-eroico.
-Espungere conflittualità imbavagliate, tacite non per problemi di coscienza, bensì per estraneità egoica o di
ego ipertrofico, adducendo loro qualche comportamento maniacale. Tesi da verificare. Troppo tardi ormai.
Troppi rinoceronti. Io sono l’unico Dio.
-Sali di Zyklon B e forno crematorio: 1500 corpi in meno al dì.
"Erano sporchi, malati, fanatici e troppo orgogliosi per parlare, ed orribili con quel lacrimoso Passo Buchenwald… direi inutili, per questo li ho eliminati”.
Oh, amletico Hitler, senza domanda sull’essere, a riconfermare l’eterna diade: Identità o non-Identità? Oh, Fuhrer alemanno, Grande capo di orde barbariche provenienti dalla Selva Nera. Nere stretture, scorciatoie d’alberi docili alla notte, laddove trasumanarono leggende antropologiche d’un popolo devoto alla violenza, alla trafittura, all’ingordigia umana-animale senza minimo riflusso gastrico o tenuamente morale.
Lassù, nella Tana del Lupo, una bomba esplose tutta per te. Provvidenzialmente non moristi, perché il Male non perisce mai. O fu l’intercessione di un Dio troppo buono, che sprofondava distratto nel suo aculeo d’occhio, pungigliato da questioni vaticanensi da risolvere, anch’esse, con urgenza? Pio XII, il Papa dell’offertorio sacrificale, tramutò il suo mite affanno giudaico in-differente diniego verso quel male nordico, senza voce pronunciare-fermare. Era anche lui rinocerontico nel pregare sfarfallamenti di salvazione –qualche migliaio di giudei– con opinabile atteggiamento ecumenico, in cui tutti i popoli venivano a Dio secondo eguale diritto di vita.
Tu, anima-guida teutonica, tra acque gelide di un Lethe infernale.
Tu, con il Rinoceronte in mano al posto del teschio, non ti penso maratoneta inorridito tra un cadavere e l’altro: là– nel reame delle ossa e dei corpi bruciati. Mentre piove incessantemente lanugine santa. Come fosse polvere, polvere, polvere: quella di Bérenger?
BERENGER Resterò quello che sono… Sono un essere umano. Un essere umano! (pag.127).
Sua Maestà Dittatura persino all'interno del lager –Ionesco sarebbe tornato indietro nel tempo, quello del sogno?– ti offri sozzo, sudicio, maleodorante, ilare tra i fragili. Eppure continui ad osservare il trofeo del Carisma e dell’unico Figlio, nonché Padre Salvatore, alla ricerca d’approvazione onnipotente. Tu, che eri scuro, oscuro, talvolta assente. Sempre presente.
Lassù, nella Tana del Lupo, con i tuoi rinoceronti al seguito, pronti ad ogni tattico marchingegno. Perfetto burattinaio, geniale stratega nell’arte della Guerra.
Intanto, la pillolina per dormire; l’ansiolitico per ammansire gli attacchi d’ira funesta; l’antidepressivo giornaliero.
BOTARD, DUDARD, PAPILLON, JEAN Heil Hitler! Heil Hitler! Heil Hitler!
BERENGER Devo immaginarmi il peggio, perché il peggio è possibile […] Non c’è più nessuno! (pag.127)
E la propaganda di un’atletica, bellissima Leni Riefenstahl… con i suoi orgasmi filmici in nome dell’arte, della comunicazione, del linguaggio trionfante –non disgregante– nelle sale cinematografiche, nel parterre mondiale delle Olimpiadi. Come ritraeva bene –il male, Leni!:
LENI Quant’è noioso, Bérenger... Ma proprio si rifiuta di capire... A noi sta bene la Germania di Hitler, sta bene Hitler! Quasi ci conforta portarlo nelle case, nelle televisioni, in prima pagina, come se questo Male apparente fosse un Bene necessario. Una carnalità non banale, né volgarmente terrestre. Da non tacere per risolversi nella sua magnificenza…! Abbiamo un pubblico che ci ascolta… Capisce? Il problema è che lei vuole ossequiare il Rinoceronte, vuole consegnarlo alla Storia con discernimento fecondo. Ma stiamo dentro l’urna del Novecento, non se lo scordi!

BOTARD, DUDARD, PAPILLON, JEAN Realpolitik! Realpolitik! Realpolitik!
Tu, Europa: La responsabile.
Tu, Europa: La spaiata.
Tu, Inghilterra: ancora a idolatrare L’Eternauta Ammiraglio Nelson.
Tu, Francia: nel ricordo di un Bonaparte Imperatore.
Tu, Italia: La coda del ratto, la non-esistenza. O l’esistere d’un populismo filo-mussoliniano dalle iniziali buone intenzioni.
BERENGER E queste metamorfosi, saranno reversibili? Eh? Saranno reversibili?... Saranno una fatica d’Ercole, al di sopra delle mie possibilità. Se ti uccido, Herr Hitler, loro torneranno umani, forse…
Un colpo alla nuca, e via! Via il Rinoceronte! Via la rinocerontite! Tornerà Daisy… La mia Daisy, il mio amore unico… Io non mi arrendo! Non mi arrendo! (pag. 129)
LENI Giornalisti, registi, scrittori, epicurei: ci eleviamo a purgatorio mediatico! L’interiorità ci è cara, sì!, ma nell’identica misura in cui ci è insopportabile perdere di seduzione!
BERENGER Sì, un proiettile! E la Storia dell’Umanità cambia… Non mi arrendo!
Smettere di osannare ogni Hitler per le strade e nelle culle.
Far emergere la nostra voce inabissata nel ventre, lì rimasta fra tanta desolazione remota: "Il papino e la mammina" che furono, a volte talmente castranti da uccidere riferimenti per il loro bimbetto, mal-divenuto bimbetto e adulto; con apparato sinestetico voce-gesto-cuore da far emergere, senza far bivaccare totalitarismi di genere vario.
Trattasi di criminalità dell'amore per eccesso o decesso o devianza dell'amore medesimo?
Sorge nuovamente il quesito di Auden, quando dice: “La verità, vi prego, sull’amore”.
Noi vogliamo l’amore. C’entra qualcosa con rinocerontini corazzati di difese?!
Note: Tutti i dialoghi riportati in corsivo sono di Nina Maroccolo.
Le pagine fra parentesi si riferiscono a dialoghi tratti dall’opera di E. Ionesco “Il Rinoceronte”, Ed. Einaudi.
Foto: "Goebbels & Hitler"
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