@ Gianni
(giorno dopo il laboratorio)
Mi ritrovo davanti alla finestra di una casa qualunque in un posto indefinito, a guardare l'inconsulto correre dei rinoceronti, fra polvere e barriti. La sensazione che provo non è affatto piacevole, ultimo, estremo, (inutile?), baluardo alla malattia della razza umana. Questo pensiero che mi fa prendere coscienza della situazione, solo e senza la minima idea di cosa fare, comincia a trasformarsi in paura, una paura sottile, come la lama di uno stiletto, così affilato che può forarti senza quasi sentirlo entrare, per procurarti poi un dolore lancinante. Quante volte in passato ho provato questa sensazione, quello strano sapore in bocca, secca, e affamata di un'aria che non manca all'esterno, ma che non riesci a mandare nei polmoni, perchè il respiro è rotto dagli spasmi vertebrali. E che dire di quel peso sullo stomaco, di quel senso di costrizione che ti affatica anche nei movimenti più semplici?
Tutto questo lo avevo dimenticato, combattuto a suo tempo, imbrigliato alla meglio e chiuso in un cassetto. Doppia mandata..e allora si che mi sono sentito forte! Adesso non c'è più niente fuori che può aiutarmi a sopravvivere, neanche la mia Daisy, perchè anche lei ha preferito i rinoceronti a una vita di incertezze. Che faccio? La sensazione di paura si è trasformata nel frattempo in terrore, un malessere così acuto che posso sentire il mio sangue scorrere con fatica al mio interno, come se qualcosa gli impedisse di fluire liberamente, mentre tutte le altre sensazioni di poco fa sono amplificate fino alla soglia del dolore fisico. Eccomi quì, novello Berenger a far fronte...? Calma, dobbiamo rimanere calmi, usare la logica e il raziocinio che ci ha sempre aiutato, in fondo se fossi come Botard potrei...Niente. Egli è stato tra i primi a trasformarsi. E Dudard, allora, molto più elastico e comprensivo di tanti altri, una bella persona, che farebbe lui al mio posto? Smetterebbe di combattere, tanto la mediazione gli è così congeniale. Eh.. ma se ci fosse con me Daisy? Ma se aveva una paura folle di condividere con te anche le piccole cose di tutti i giorni? Ma io sono Berenger, il protagonista, e pensare che fino a poco tempo fa ero così contento di come ero, non puoi continuare a pormi ostacoli che mi impediscono di trovare una via d'uscita, sono in un vicolo?
E' ora che ti infili in quel vicolo se vuoi scoprire chi sei veramente..?
Mentre la voce razionale continua a parlare nella mia testa, nell'ansia di trovare una soluzione al disagio, un'altra mi arriva da un punto indefinito, all'improvviso, senza nessun nesso logico con il resto, con il tono di un bambino?
"Mamma dove sei, perchè non mi prendi la mano, non mi accarezzi, e mi aiuti? Non mi vuoi più bene? Ho sempre cercato di essere bravo?"
E i miei occhi si riempiono di lacrime, e un pianto irrefrenabile mi costringe a interrompere più volte quello che sto scrivendo. Ad ogni domanda il pianto prende vigore, fino a lasciarmi svuotato, ma più sereno, non più nel vicolo, ma su una strada deserta di una grande città , all'alba, come abbiamo visto in tanti film, incerto sulla direzione che prenderò, ma sicuro di aver voltato le spalle a un'esistenza che non era la mia. Penso di essere fortunato, ho ancora i miei genitori, li vedo quasi tutti i fine settimana, abbiamo un buon rapporto, la prossima volta li abbraccerò forte, (non mi ricordo di averlo fatto mai), e piangerò con loro. Grazie Berenger, Ionesco, Ermanno e il Gruppo.
@Director
...piango con te.
(giorno dopo il laboratorio)
Mi ritrovo davanti alla finestra di una casa qualunque in un posto indefinito, a guardare l'inconsulto correre dei rinoceronti, fra polvere e barriti. La sensazione che provo non è affatto piacevole, ultimo, estremo, (inutile?), baluardo alla malattia della razza umana. Questo pensiero che mi fa prendere coscienza della situazione, solo e senza la minima idea di cosa fare, comincia a trasformarsi in paura, una paura sottile, come la lama di uno stiletto, così affilato che può forarti senza quasi sentirlo entrare, per procurarti poi un dolore lancinante. Quante volte in passato ho provato questa sensazione, quello strano sapore in bocca, secca, e affamata di un'aria che non manca all'esterno, ma che non riesci a mandare nei polmoni, perchè il respiro è rotto dagli spasmi vertebrali. E che dire di quel peso sullo stomaco, di quel senso di costrizione che ti affatica anche nei movimenti più semplici?
Tutto questo lo avevo dimenticato, combattuto a suo tempo, imbrigliato alla meglio e chiuso in un cassetto. Doppia mandata..e allora si che mi sono sentito forte! Adesso non c'è più niente fuori che può aiutarmi a sopravvivere, neanche la mia Daisy, perchè anche lei ha preferito i rinoceronti a una vita di incertezze. Che faccio? La sensazione di paura si è trasformata nel frattempo in terrore, un malessere così acuto che posso sentire il mio sangue scorrere con fatica al mio interno, come se qualcosa gli impedisse di fluire liberamente, mentre tutte le altre sensazioni di poco fa sono amplificate fino alla soglia del dolore fisico. Eccomi quì, novello Berenger a far fronte...? Calma, dobbiamo rimanere calmi, usare la logica e il raziocinio che ci ha sempre aiutato, in fondo se fossi come Botard potrei...Niente. Egli è stato tra i primi a trasformarsi. E Dudard, allora, molto più elastico e comprensivo di tanti altri, una bella persona, che farebbe lui al mio posto? Smetterebbe di combattere, tanto la mediazione gli è così congeniale. Eh.. ma se ci fosse con me Daisy? Ma se aveva una paura folle di condividere con te anche le piccole cose di tutti i giorni? Ma io sono Berenger, il protagonista, e pensare che fino a poco tempo fa ero così contento di come ero, non puoi continuare a pormi ostacoli che mi impediscono di trovare una via d'uscita, sono in un vicolo?
E' ora che ti infili in quel vicolo se vuoi scoprire chi sei veramente..?
Mentre la voce razionale continua a parlare nella mia testa, nell'ansia di trovare una soluzione al disagio, un'altra mi arriva da un punto indefinito, all'improvviso, senza nessun nesso logico con il resto, con il tono di un bambino?
"Mamma dove sei, perchè non mi prendi la mano, non mi accarezzi, e mi aiuti? Non mi vuoi più bene? Ho sempre cercato di essere bravo?"
E i miei occhi si riempiono di lacrime, e un pianto irrefrenabile mi costringe a interrompere più volte quello che sto scrivendo. Ad ogni domanda il pianto prende vigore, fino a lasciarmi svuotato, ma più sereno, non più nel vicolo, ma su una strada deserta di una grande città , all'alba, come abbiamo visto in tanti film, incerto sulla direzione che prenderò, ma sicuro di aver voltato le spalle a un'esistenza che non era la mia. Penso di essere fortunato, ho ancora i miei genitori, li vedo quasi tutti i fine settimana, abbiamo un buon rapporto, la prossima volta li abbraccerò forte, (non mi ricordo di averlo fatto mai), e piangerò con loro. Grazie Berenger, Ionesco, Ermanno e il Gruppo.
@Director
...piango con te.
"Our greatest glory consists not in never falling, but in rising every time we fall", Confucius
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