@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
Work nicely with us to create our friendship and the warmth of our curiosity and mind’s exploration.
Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!

"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

venerdì 19 giugno 2009

Drammaterapia, Rhinoceros III Act, Where's the Truth?



PARTE PRIMA

"la voce può essere persa..."

DUDARD Lasci che le autorità facciano la loro parte. Dopotutto mi domando se, moralmente, lei ha il diritto di immischiarsi nella faccenda. E, d'altra parte, io continuo a credere che non sia niente di grave. Mi pare assurdo agitarsi tanto perché poche persone hanno voluto cambiar pelle. Non stavano più bene nella loro. Sono liberi, facciano quel che gli pare.
BERENGER Eh, no! Bisogna tagliare il male alla radice!
DUDARD Il male, il male! Parola vuota! Lo sappiamo noi che cos'è il bene e che cos'è il male? Certo, abbiamo delle preferenze. Lei ha paura soprattutto per sé, questa è la verità. Ma non diventerà mai un rinoceronte... le manca la vocazione!

La voce può essere persa improvvisamente, essa può cambiare di tono, anche senza prendere freddo, fuori. La testa può dolere; eppure non si è picchiata contro alcun ostacolo, fuori.
L’amicizia si può perdere senza una apparente ragione, lasciandoci sgomenti del fatto che in nome di tanti bei ricordi in comune, ed in barba all’umanesimo, si possa vedere il nostro migliore amico trasformarsi in un collerico rinoceronte. Berenger non si da pace e non riesce a giustificare i terribili avvenimenti, il mancato esercizio di responsabilità da parte del mondo che gli fornisce alibi poco credibili. Così è per l’amico Jean, sul quale discute sconsolatamente con Dudard.

DUDARD Forse gli piaceva l'aria aperta, la campagna, il cielo... forse sentiva il bisogno di lasciarsi andare... Non lo dico per scusarlo...
BERENGER Sì, capisco, o per lo meno, mi sforzo di capire. Ma anche se mi accusassero di non avere una mentalità aperta, di essere solo un piccolo borghese, chiuso nel suo gretto mondo, non cambierei la mia opinione.…!

Non ha aiutato la ragione a trattenere le persone dalla deriva verso la misteriosa malattia, né la filosofia, né il buon senso comune. Ora gli è offerto il conforto statistico della “media”, l’unica che conti -afferma Dudard, ma anche Daisy, poco dopo, ribadirà il concetto-, di un fenomeno “passeggero”, che se occorso, deve pur esserci una ragione pausibile da qualche parte, e dal quale forse si potrà guarire! ”Basta non tagliargli la strada, scansarsi in tempo. Del resto non sono poi tanti (i rinoceronti)”, Dudard.

Berenger ora interpreta bene il conflitto tra due nozioni che sociologicamente e psicologicamente sono bene rappresentate nella storia dell’uomo. Ciò che colpisce l’individuo, se inspiegabile, ha la forza dirompente di allarmare a chiazza d’olio l’individuo ed il gruppo sociale. L’eccezione, nella storia delle specie animali, è mal sopportata, costituisce il “mostrum” dal quale difendersi, da estromettere, ed esiliare, il potenziale insulto alla omeostasi eco-bilogica, alla stabilità dell’organizzazione sociale. D’altra parte l’evoluzione procede proprio grazie all’utilizzo di quanto, consueto o disueto, è più congeniale all’adattamento. Ma se poi il fenomeno “alieno” si riproduce in molti esempi, questo finisce con l’acquisire una “familiarità” che lo rende più accettabile, infine praticabile; soprattutto quando i messaggi sociali sono diretti allo strategico contenimento della sua potenziale pericolosità, o camuffamento della sua reale fisionomia. Diciamo, che il genere umano si può davvero “abituare” a tutto -“Adesso comincio ad abituarmi…” Dudard. In questo questo è il grave meccanismo della Big Lie insinuata dal regime nazista grazie alla propaganda: una palese bugia, se adottata da un leader e se ripetuta più volte, finisce per perdere la connotazione di fatto mendace.

L’alcol, forse l’alcol ha a che fare con la Rinocerontite o forse puo’ aiutare comunque a difendersene; una sorta di irrazionale immunità, un sollievo per non pensarci troppo, alla paura! Berenger si sente schiacciato dalla personale responsabilità di “tenuta”, rispetto ad uno stravolgimento così totale e, quello che più scuote, dalla tranquilla acquiescenza di una umanità che non si scandalizza più. Sì, forse potrebbe essere l’alcol a costituire una protezione. Qui, l’ordine irrazionale del pensiero viene forzatamente reclutato a fronteggiare il fallimento di quello formale della ragione. Il rovesciamento della logica è totale. Berenger comprende di essere troppo dentro al meccanismo per poterlo comprendere. Questo potrebbe essere fatto alla lettura dell’evento attraverso un giornale, ma se si è dentro un meccanismo, non si è capaci di capire, di avere abbastanza sangue freddo per …

BERENGER Già, ma vede, se questo fosse successo altrove, in un altro paese, se l'avessimo letto sui giornali, allora potremmo discuterne tranquillamente, studiare la questione sotto tutti i suoi aspetti, e arrivare anche a trame delle conclusioni obiettive. Si organizzerebbero dei convegni accademici, si interpellerebbero scienziati, scrittori, magistrati, professoresse, artisti. E anche la gente qualunque: sarebbe interessante, appassionante, istruttivo. Ma quando si è presi nell'ingranaggio... quando ci si trova di colpo dinanzi alla brutale realtà dei fatti... non è possibile non sentirci parte in causa, si è troppo scossi per conservare il sangue freddo. Io sono sbalordito, sbalordito, assolutamente sbalordito! Non ci capisco più niente!”

Ma come giustificare fino in fondo il signor Papillon di non aver resistito? Che proprio una persona così “posizionata” su livelli di incredulità sia poi andata incontro alla trasformazione dimostrerebbe la “autenticità” della metamorfosi, suggerisce Dudard e fin qui tutto sembrerebbe logico; dunque una trasformazione “involontaria. Ma quello che pericolosamente poi è sottinteso, è che da questa coerenza formale –se avviene quello in cui non credo, certamente non posso essere io ad essermelo provocato-, paradossalmente si arrivi a suggerire la quasi opportunità del cambiamento, l’addormentamento della ricerca delle ragioni. Tant’è che un istante dopo lo stesso Dudard afferma che non è mai dato sapere le “reali” intenzioni di un individuo. Dunque una forma ben gestita può ratificare la validità di qualsiasi contenuto! Una forma ben organizzata può trascinare nella perdita del proprio pensiero… DUDARD "Be', almeno questo dimostra che la sua metamorfosi è sincera".
Si, la voce si può perdere improvvisamente

BERENGER Ah, non l'ha fatto apposta di certo: sono sicuro che si tratta di una metamorfosi involontaria. DUDARD Che ne sappiamo noi? È difficile sapere le ragioni segrete delle decisioni del prossimo.
BERENGER Sarà il risultato di una frustrazione... aveva sicuramente dei complessi. Avrebbe dovuto farsi psicanalizzare.
DUDARD Anche se si tratta di un transfert, è un fatto rivelatore. Ognuno si sublima come può.
BERENGER Si è lasciato trascinare, ci scommetterei.
DUDARD Bah, può succedere a tutti.
BERENGER (atterrito) A tutti? Ah, no: a lei no, vero? a lei no! E neanche a me!
DUDARD Speriamo.
BERENGER Perché se uno non vuole... è vero?... se uno veramente non vuole...

L’autore, nel personaggio, si chiede con sempre più incalzante disperazione se vi sia una volontà che può erigersi a baluardo di difesa dell’individuo dalla potenza delle ideologie, opporsi alla soffocante ritualità delle istituzioni e delle regoli borghesi, così pericolosamente acquiescenti, nel caso un totalitarismo ricerchi la loro collusione. ”. La ricerca delle ragioni, il metodo scientifico, l’ampiezza delle proprie vedute sono le sole garanzie per conoscere le cause dei fenomeni", recita l’interlocutore e lo specioso argomento è quello che comprendere equivalga a “giustificare” dirà poco più avanti sempre Dudard.

DUDARD Ma caro Berenger, dobbiamo sempre cercare di capire il prossimo. E quando vogliamo capire un fenomeno e i suoi effetti, è necessario risalire alla causa, con serio impegno intellettuale. Dobbiamo sforzarci di farlo perché siamo degli esseri ragionevoli. Io non ci sono riuscito, lo ripeto, e in coscienza non so se ci riuscirò. In ogni modo, dobbiamo imporci a priori un atteggiamento favorevole o, per lo meno, l'obiettività, l'ampiezza di vedute proprie di una mente scientifica. Tutto ha una logica: comprendere vuol dire giustificare.

Movie: An Interview with Eugene Ionesco available at by www.artfilms.com

Eugene Ionesco (1912-1994), the Romanian-born French dramatist, speaks at length about his childhood, his studies, the type of theatre he enjoyed in his youth, his original personality, and his constant need for solitude.
He also discusses the absurdity of our world and our inability to communicate. His plays draw on parody and symbolism to denounce the absurdity of life and social relationships. Finally, he touches on his Nazi resistance and his disbelief over the reaction of intellectuals during the war. A rare archive film shot in 1961, b/w, Transcript available with the film by request.

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DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

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