Lascia che sia la sera a spargersi nei viali/ Mentre mi volto indietro e svuoto la valigia/ Rimangono i capelli, le punte fragili/ E gli occhi rossi rossi contro vento/ Angelo mio saltiamo/ in fondo al buio andiamo/ cadendo giù per sempre liberi/ Angelo mio saltiamo/ Spaccami il cuore piano/ Portami ovunque senza andare via/ Basterà/ Abbracciami/ niente ci può sciogliere/ Ancora i tuoi sospiri le notti a ridere/ Lascia che sia la sera a farci illudere/ Prima che passi questa notte invano/ Angelo mio saltiamo/ In fondo al buio andiamo/ Cadendo giù per sempre liberi/ Amore mio ti amo/ Spaccami il cuore piano/ Solo uno sguardo prima di andar via/ Basterà/ Abbracciami/ Ci troverà la sera/ Ci troverà la sera/ Ci troverà insieme.
Romeo ha commentato la "Storia che Noi Siamo", nell’aspetto più “energetico” della sua trasformazione-evoluzione: l’amore.
Desidero risponderti Romeo –a te ed a quelli che “viaggiano” con te in questa compagnia- con un testo di Gianna Nannini. Indiscussa la sua forza ed intensità di messaggio, voglio sottolinearne solo un aspetto: nella metafora, questo accostamento del’amore al suicidio.
Se pensiamo che l’amore -lasciando da parte il servizio svolto all’istinto di conservazione della specie- nasce così legato alla fuga dalla morte, ci lascia affascinati e sospesi a pensare questo “cantare”, vita e morte insieme, come a ritrovarne l’intimo senso, la sua primitiva nascita. Che cosa, se non l’amore, lascia liberi con la licenza di pensare, sognare, credere? La sua controfigura, sempre in fallimento, l’odio –ma l’audience va diversamente dalla qualità, lo sappiamo!-, nasce dalla paura di esserne privi, di esserne stati privati o che ne saremo; su questo vive la psicoanalisi ed io per primo. “Prima che questa notte passi invano”... torniamo a quel “toco tu boca” di Cortazar, e prendiamone l’energia che costruisce. L’edifico potrà sembrare a tratti invisibile -come recita Jean Jono “per ogni mattone che si posa, vi è un’ombra di mattone”, lo lessi a 17 anni- ma parlerà prima o poi di sé.
Romeo ha commentato la "Storia che Noi Siamo", nell’aspetto più “energetico” della sua trasformazione-evoluzione: l’amore.
Desidero risponderti Romeo –a te ed a quelli che “viaggiano” con te in questa compagnia- con un testo di Gianna Nannini. Indiscussa la sua forza ed intensità di messaggio, voglio sottolinearne solo un aspetto: nella metafora, questo accostamento del’amore al suicidio.
Se pensiamo che l’amore -lasciando da parte il servizio svolto all’istinto di conservazione della specie- nasce così legato alla fuga dalla morte, ci lascia affascinati e sospesi a pensare questo “cantare”, vita e morte insieme, come a ritrovarne l’intimo senso, la sua primitiva nascita. Che cosa, se non l’amore, lascia liberi con la licenza di pensare, sognare, credere? La sua controfigura, sempre in fallimento, l’odio –ma l’audience va diversamente dalla qualità, lo sappiamo!-, nasce dalla paura di esserne privi, di esserne stati privati o che ne saremo; su questo vive la psicoanalisi ed io per primo. “Prima che questa notte passi invano”... torniamo a quel “toco tu boca” di Cortazar, e prendiamone l’energia che costruisce. L’edifico potrà sembrare a tratti invisibile -come recita Jean Jono “per ogni mattone che si posa, vi è un’ombra di mattone”, lo lessi a 17 anni- ma parlerà prima o poi di sé.
“l’amore è lo stato in cui l’uomo vede le cose diverse da come sono” -Nietzsche-, ma noi siamo dell’idea che non si possa mai sacrificare l’amore come tributo alla conoscenza. La ricerca del proprio “senso”, su cui tanto abbiamo dibattuto, esula dalla conoscenza dell’anima razionale. Eistein è con noi quando afferma, con importante responsabilità, che la fantasia sia mille volte più importante della scienza. Quest’ultima, piuttosto, è connaturata alla nostra natura “curiosa”, per timore, per istinto di sopravvivenza, ma comunque curiosa di comprendersi, certo non in debito con un destino!
Afferma Cortazar, in Historias de Cronopios y de Famas: “E i gesti dell’amore, questo dolce museo, questa galleria di figure di fumo. Si consoli la tua vanità: la mano di Antonio cercò quel che cerca la tua mano, e né la sua né la tua cercavano qualcosa che non sia già stato trovato fin dall’eternità. Ma le cose invisibili hanno bisogno di incarnarsi, le idee cadono a terra come colombe morte”. Cosa dei nostri progenitori, più poveri di sceinza, più disincantati rispetto all'amore, più disperatamente in cerca di esso?
Alla prossima giornata di Atelier parleremo di Grotowsky e del suo "teatro povero". Non permetteremo mai di spogliarci di quanto ci appartiene, ma sapremo piuttosto pronti a toglierci abiti che possono non servire: un rovesciamento della povertà. Per la Storia, quella grande, posso concedere… è più difficile, ma non facciamone un alibi. Buon lavoro gruppo!
Afferma Cortazar, in Historias de Cronopios y de Famas: “E i gesti dell’amore, questo dolce museo, questa galleria di figure di fumo. Si consoli la tua vanità: la mano di Antonio cercò quel che cerca la tua mano, e né la sua né la tua cercavano qualcosa che non sia già stato trovato fin dall’eternità. Ma le cose invisibili hanno bisogno di incarnarsi, le idee cadono a terra come colombe morte”. Cosa dei nostri progenitori, più poveri di sceinza, più disincantati rispetto all'amore, più disperatamente in cerca di esso?
Alla prossima giornata di Atelier parleremo di Grotowsky e del suo "teatro povero". Non permetteremo mai di spogliarci di quanto ci appartiene, ma sapremo piuttosto pronti a toglierci abiti che possono non servire: un rovesciamento della povertà. Per la Storia, quella grande, posso concedere… è più difficile, ma non facciamone un alibi. Buon lavoro gruppo!
Foto: Gianna Nannini, "Suicidio d'Amore"2007
2 commenti:
A proposito del tuo accostamento dell’amore al suicidio volevo segnalare al gruppo il seguente dramma che ho visto consumare in una pellicola.
Ben Thomas è un giovane uomo che ha commesso un tragico errore. Ossessionato dalla sua colpa è deciso a redimersi risanando la vita di sette persone meritevoli. Osservate e individuate le sette anime, Ben si prende amorevolmente cura di loro, donandogli una parte di sé e una seconda possibilità. Sarà però la bella Emily Posa, colpita al cuore da Ben e da (gravi) scompensi cardiaci, a innamorarlo e a distrarlo dal suo tracciato originale. Ero spettatore a gennaio all’anteprima romana di “Sette anime”. Ricordo ancora il tenero soffiare del vento sui campi dorati che sembrava accarezzare il sogno d’amore dei protagonisti nella prima giornata che decisero di vivere intensamente accanto. Poi il fragore delle onde abbattersi sul loro disegno d’amore e a Ben non resta che decidere se tornare a vivere o lasciare vivere.
Peccato che il tono ed il sapore del dramma incombente ed inevitabile abbia travolto quei bei momenti intimi che la coppia era riuscita a creare affidando, come epilogo, il proprio destino a meduse letali. Non sempre l’amore nasce così legato alla fuga dalla morte. L’amore è un eterno cantare vita e morte insieme. Romeo
Lascia che sia la sera a spargersi nei viali...questa canzone, sarà un caso sarà voluto che la ritrovi qui, mi è cara come molte altre ultimamente, forse per il semplice motivo che per la prima volta riesca davvero a comprenderne il significato, lascio che sia la musica a parlare per me... perchè io l'ho fatto già,mi lascio cullare dal suo trasporto perchè io sono stanca di cullare...la musica per me è diventato un canale di comunicazione significativo perchè attraverso lei io mi racconto... è esaustiva del mio stato d'animo che ogni parola esplicativa diviene superflua , inadatta ,fuoriluogo perfino banale e andrebbe a sminuire il significato di cui impregno ogni canzone... e se al posto della canzone ci fossero i miei pensieri a cui è difficile dare un'ordine razionale per poterli comunicare cosi come sono come la mettiamo? il problema si ripropone sono in deficit
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