@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
Work nicely with us to create our friendship and the warmth of our curiosity and mind’s exploration.
Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!

"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

mercoledì 4 febbraio 2009

Panico e Guerra: lettura per iniziati?


La guerra fuori e dentro le persone; diversi i teatri e gli sconvolgimenti, unica la coscienza che li osserva. L'attuale scenario dei conflitti bellici, economici e sociali, costituisce un "pabulum" ideale per l'incremento dell'aggressivita; ha un ruolo intensamente destabilizzante non solo sul nostro stile di vita, ma soprattutto sulla nostra vita mentale.

Leggo fugacemente una notizia già ascoltata al notiziario radio; è il 2 febbraio e l'agenzia ANSA, lapidaria, incide la cronica rosso sangue di un attentato avvenuto a Tirin Kot, capoluogo della provincia meridionale di Uruzgan. "Almeno 18 poliziotti afghani sono rimasti uccisi quando un kamikaze si e' fatto esplodere in una stazione di polizia nel sud Afghanistan". Molti altri i feriti. Mi chiedo subito quanto ferita resti la nostra memoria, così sollecitata da un continuo bollettino di guerra.
E' il 4 febbraio, i
giornali riportano la notizia di un ennesimo missile Grad lanciato dalla striscia di Gaza verso il Sud di Israele. Sfortunato il missile, più fortunata la popolazione che, questa volta, risulta indenne. Ma l'immediata rappresaglia israeliana non si fa aspettare e reagisce. Una tregua sempre più in bilico.

Se si ha un poco di tempo in più per scorrere le varie rubriche, si trova lo stupro quotidiano, la violenza sul minore, la violenza dei minori, l'ennesimo attacco informatico al mondo della finanza, non può mancare la previsione catastrofica di quello che sarà l'economia nei prossimi anni, mentre nel Congo continua silenzioso il terribile esodo dei dannati del Kivu. A salvare da questa lettura a poco serve la pur incoraggiante battuta di un celebre fisico del secolo scorso, Niels Bohr: "La predizione è molto difficile, specie se riguarda il futuro!". Il mondo ha terrore e produce terrore. E' una spirale che dura da sempre, tanto massiccia è la proiezione del nostro istinto di vita e di morte, forse commenterebbe Freud, senza tuttavia riuscire a risolvere il problema...

Qualcuno dei giovani che incontro nel mio studio, viene chiedendo soccorso per un panico del quale non sa trovare una ragione; ma, nello stesso tempo, un altro giovane si sta preparando al tuffo oltre quello, per farsi esplodere. Sono contraddizioni che stridono alla nostra intelligenza e coscienza, ma il suono di questo attrito è così poco "rumoroso" e non riesce -anche quello- a cambiare le cose... Eppure sono avvenimenti, planetari e privati che dovrebbero far riflettere; ma poi, anche lì, dove vi sono le stanze dei comandi e bottoni, ancora una volta quegli istinti, travestiti da "potere", "ragion politica", interesse nazionale" ecc ecc..., impediscono di cambiare le cose.Tutto questo incide non solo pragmaticamente sulla nostra vita, ma vi è una subdola azione negativa, difficile da misurare, i cui effetti però sono persino riscontrabili nei nostri pazienti.

Dico sempre al mio paziente o all'attore -se ci troviamo nel laboratorio di drammaterapia- che nel suo Io più profondo eppure "le cose possono cambiare". E' un percorso misterioso, accidentato, fatto di scoperte, regressi, anticipi ed a volte "false guarigioni", ma che promette di poter essere fatto e portare fuori dal vortice del "disimpegno", della "disattenzione", del letargo nella nostra coscienza. Il panico deve essere ascoltato. Non uso facilmente il verbo "dovere", anche se i "doveri" esistono. Troppo a lungo, a braccetto della pedagogia fasulla o della demagogia spietata, ha addormentato le coscienze nell'obbedienza. Non serve fare esempi. Ma in questo caso, se non si vuol spendere mesi ed anni per risolvere il problema, DEVE essere ascoltato. E le cuffie sono speciali. I rumori e le voci del mondo si prestano troppo bene a distrarre ed impigrire l'impegno del "coraggio", la forza del "rischio", l'incognita dell'"esplorazione". Senza eroismi; quelli appartengono piuttosto agli esempi appena riportati in cronaca; l'ascolto di se stessi, piuttosto che l'accanita domanda, pure legittima, "perchè sta accadendo proprio a me". La comprensibile iniziale mancanza di risposte aggrava il circuito della paura e tu, senza appigli, rimani attaccato al vortice del panico, alle cime di un barca che sta affondando,così paradossalmente trattenendolo addosso a te stesso.Non sappiamo quali fattori potranno fermare la spirale di insicurezza che questo clima di globalizzante relativismo ha creato.

Coscienze più mature e cresciute nella comprensione dei fenomeni e paradossalmente più incapaci di governarli. Le istituzioni debbono farsi garanti di questa riflessione che trova gli adolescenti sempre più eccitati dalla tecnologia, ma sprovvisti delle buone storie che gli adulti non riescono a trascrivere per loro; con un immaginario rinchiuso in cantina, a paventare mostri, perchè sostituito dalla pletora iconografica del digitale. L'overdose del gioco elettronico -più subdola di quella delle droghe- non va misurata solo nell'influenza negativa sul singolo, ma vista come fenomeno che aliena la comunicazione sociale e riduce drasticamente la capacità simbolica dell'individuo. L'onirico rischia di popolarsi di fantasmi e la nostra, la loro capacità di sognare... di atrofizzarsi. "Una società di persone che non sognano non potrebbe esistere. Sarebbero morti in due settimane" sentenzia William Burroughs e lo sforzo nelle aule di scuola, nei nostri studi medici e vorrei dire...anche nei tribunali è di leggere dietro molta apparente guerra, la richiesta di sogno che fanno le persone, gli adolescenti. Con loro vive la memoria di quanto siamo stati e dunque la legittima speranza di correggere la realtà."C'è nei sogni, specialmente in quelli più generosi, una qualità impulsiva e compromettente che spesso travolge anche coloro che vorrebbero mantenerli confinati nel limbo innocuo della più inerte fantasia" (A. Moravia)

Tre anni fa: un ragazzo meraviglioso, pieno di forza, che tuttavia non sapeva dove dirigere, che chiameremo "Rodolfo" -perchè nei panni di quel personaggio interpretava le piece darammaterapiche-...e poi, ad un certo punto lo scritto che segue. Gli avevo chiesto: "Rodolfo, libera la tua mente su spazi più ampi del tuo piccolo/grande timore, piccola/grande speranza, lascia interpretare al tuo inconscio il sogno di quelle e scrivi qualcosa che con te abbia un profondo senso, tutto privato, tutto tuo. Lo leggerò, senza interpretare -anche l'interpretazione a volte ha la sua arroganza-. In questo caso non servirebbe farlo". E..Rodolfo mi scrisse qualcosa di molto strano e bello, apparentemente lontano dalla sua anima, ma che in quella trovava tuttavia senso. Ora lo ri-do questo scritto -si certo sorrido anche...Rodolfo ha fatto la sua strada- alla compagnia, come riflessione possibile su quanto dentro di noi può essere scritto, senza che ne siamo consapevoli ed utilizzato, a volerlo fare... Director

@Rodolfo
Era una giornata come tante altre, c'era il sole, neanche un'ombra di nuvola o comunque qualcosa che distogliesse l'attenzione da quel chiaro e splendido Cielo azzurro...
Era tutto come sempre, una calma giornata che poteva bastare a rallegrare l'anima di una persona già avvolta nel buio della sofferenza... era una giornata di sole, ma come le altre...
Le nuvole non c'erano certo, l'aria era sempre la stessa; non si poteva non notare l'ombra di quei maledetti aerei che arrivavano carichi di morte, carichi e pieni del "vuoto", se si vuol dire cosi. Ma per nessuno era il vuoto, per qualcuno era solo una ragione per perdere le speranze nella vita; per altri, era una ragione per perderne una, per ottenerne una più grande. L'ombra si accompagnava con spirito acre, insulso e indifferente, alla sabbia trasportata dal forte vento e dai colpi di kalashnikov che ormai costituivano un sottofondo di uno scenario inconcepibile… L'inferno.
Il proprio cuore, la propria anima e tutto ciò che si pensa per se stessi e per i propri cari non ha senso... niente vale quanto il proprio dio e niente va risparmiato.
E' cosi che vive oggi un uomo ed è costretto a giurare fedeltà a questi ideali e costretto ad esserne convinto e, allo stesso tempo, indirettamente ad esserne una semplice pedina... un gioco che una fine l'ha gia scritta con il sangue.
E’ solo un padre di famiglia accecato dalla sofferenza, dalla rabbia e dalla confusioni per questi disordini politici-religiosi. Non sa neanche lui a cosa va incontro, sa soltanto che la morte è il suo pensiero...
Una moglie e un figlio lo guardano ogni giorno che passa sempre più con sofferenza; capiscono che non possono nulla, ma nello stesso tempo soffrono perchè impotenti di fronte al dolore che lo colpirà e che colpirà loro per la sua perdita.
PADRE: " PREPARA I BAGAGLI MUOVITI DOBBIAMO ANDARCENE DA QUA... NON C’è ASSOLUTAMENTE TEMPO DA PERDERE!" (Urla forte)
MADRE "Ti prego davvero, non andare...ti sei dimenticato quanto tengo a te...sai bene che non riuscirai a tornare più e noi saremo sempre più "(il marito la interrompe)
PADRE "Ti ho gia detto di finirla con queste storielle.... ho una missione da svolgere, non devo prepararmi a una vita sdolcinata che mi stai riservando...."
MADRE "ma come puoi ignorarci mentre soffriamo per te! non posso perderti… come puoi chiamare sdolcinato l’amore che provo per te?"
PADRE "PREPARA I BAGAGLI!..."
La moglie sa bene che Hamid non lo fa per rabbia, ma bensì per proteggerla... e sa anche che è testardo come al solito e che non c'è niente da fare per fermarlo...con sguardo ammaliato e con animo rassegnato prepara le sue cose per lasciare la loro casa...
Il Figlio sente quei discorsi e intanto guarda dalla finestra della sua camera quel mondo sempre con più interrogativi, e domande...Si chiede che bisogno ci fosse di fare tutto quel trambusto con quegli oggetti in mano, si chiede il perchè ci fosse bisogno di tutta quella distruzione... non capisce il perchè e ogni domanda è seguita ad un pianto di sofferenza sempre più grande...
MADRE (chiama figlio) "MOHAMEEED, TI HO SEMPRE DETTO DI NON AFFACCIARTI DALLA FINESTRAA, chiudi e entra dentro!"
FIGLIO: "...madre, perchè tutto questo… perchè tanto rumore e tanto sangue la fuori? Perchè Madre… "
MADRE: "Non ti preoccupare figlio, vedrai che finirà presto, intanto vieni dobbiamo andare via di qui!"

Senza Esitare il figlio seguiva la madre; era ossessionato da troppi quesiti, la madre che non aveva risposto precisamente alla sua domanda lo lasciava pensare a tutte le cose più brutte possibili, per sostituire l’interrogativo col dolore mentre incominciava a vedere l’abbandono della sua cameretta e della sua casa come un obbligo ad un viaggio senza ritorno, un passo nel buio , un passo che calpesta sangue e fantasmi.
Lasciarono velocemente Al Quaeda presa completamente d’assedio la giornata stessa in cui iniziarono il viaggio… Si trasferirono presso un accampamento di soldati islamici a 15km dalla città..
PADRE (Si rivolge a tutti i soldati):" HANNO COMPLETAMENTE INVASO LA CITTA'…. LE NOSTRE CASE SONO DISTRUTTE, LE NOSTRE VIE INFUOCATE! BISOGNA AGIRE ADESSO!!! ORGANIZZATEVI ADESSO, CI MUOVEREMO STANOTTE… NON AVRANNO SCAMPO!"
Con Sguardo deciso si rigira dalla parte della sua famiglia…
FIGLIO: "Padre ma perché stanno distruggendo la nostra città cosa abbiamo fatto di male?"
PADRE: "lo Capirai piu avanti figlio, mentre cercherai di combattere qualcosa di cui ancora non conosci neanche l’ombra… seguimi figlio, ora è arrivato il momento di agire, non cè tempo di chiedere…"
MOGLIE: "Hamid ma cosa stai dicendo, nostro figlio dove ti dovrebbe seguire??? Sei folle? Non ti basta il tuo sangue? Per questa guerra chiedi anche il suo?"
PADRE: "Bisogna liberarsi di questo male, non bisogna esitare un attimo, dobbiamo sacrificare il possibile immaginabile per vincere….la morte calpesterà i nostri corpi, ma la vittoria li rianimerà…
Ora niente ci puo fermare ne tantomeno una madre di un combattente come tutti quanti che è mio figlio e a maggior ragione deve rispettarmi seguendomi in battaglia…"
GUARDIE (Urla) "Abbiamo un soldato in più stasera! Venite a prepararlo adesso, niente ci deve più ostacolare…"
Foto: "Panico-Kamikaze"

2 commenti:

Anonimo ha detto...

C’era una grande festa io ero partecipe, ero vestita elegante,mi sentivo bella ed ero molto ammirata. A questa festa c’era tanta gente,c’era musica, spettacolo, si esibivano dei bambini molto bravi. Dopo non ricordo bene. Ci siamo spostati ed eravamo seduti a tavola per pranzare. I bambini erano allegri tanto. Per molti era motivo di disturbo, allora decisi di organizzare con loro qualcosa all’aperto. Eravamo in un posto magnifico e c’era tanto verde,un po’ sicuro e anche scosceso. Iniziai a giocare con loro mostrando come ci si poteva divertire, però ero in difficoltà a causa del mio abbigliamento elegante: tacchi alti ecc, quindi decisi di farli continuare da soli, anche perché erano autonomi. Tornata in questo posto presto mi accorsi di aver perso la mia borsa(importante, preziosa perché contiene di tutto e di più) Incontrai tanta gente ognuno di loro mi disse qualcosa, mi raccontava di sé, mi dava consigli ma c’era un’atmosfera strana. Io sono andata da mio marito raccontandogli l’accaduto, lui un po’ distratto decide di accompagnarmi in macchina, arrivati al punto dove io pensavo quello giusto, scendo dalla macchina e rivolgendomi a lui dissi non ti preoccupare se non ti va di accompagnarmi scendo io in un attimo a controllare, lui acconsenti. Io mi levai le scarpe e cominciai il mio percorso e la mia ricerca, dietro un albero, in mezzo all’erba vicino ad un sasso, nulla. la mia ricerca comincia ad essere un po’ affannosa e vana. Incontrai ostacoli , baracche accanto dormivano personaggi armati (coltelli) avevo tanta paura ed era quasi buio. Arrivai nei pressi di una casupola all’interno c’erano tanti bambini che giocavano ma non erano contenti, felici, sorridenti ed io con loro. Ho camminato tanto e anche la mia ansia era tale, improvvisamente mi ritrovai al punto di partenza. Era successo qualcosa di molto grave, la gente era sconvolta c’erano dei feriti. Non ricordo purtroppo il finale del mio sogno vorrei continuarlo io con un mio pensiero. Come facciamo a non provare sentimenti forti, dolore indignazione di fronte alla tanta violenza, aggressività,dolore,indifferenza, vuoto. Spero tanto che tutte queste gravità esistenti possano presto non esistere e che tutti riuscissimo ad impugnare solo le armi dell’amore che è l’unico mezzo per farci sentire VITA nei suoi molteplici aspetti e soprattutto guardare i bambini che giocano felici e noi con loro. Beatrice

Anonimo ha detto...

KAMIKAZE, GUERRA, IDENTITA', PANICO

Il nostro malestremo chiamato Identità, esorta:
"Accompagna la porta delicatamente
–poi dimenticami", e intona un CantoPanico.

La zona molle del bacio non è consuetudine di labbra, ma durezza necessaria al distacco. Un’intenzione antica che il vuoto contiene: CantoMetallo esplosivo.

Rode quest’anima inferna se tu –se tu solo mi rivelassi la Terrasanta dei piaceri io rovescerei altri ventri. Abluzione, digiuno, lacrime: CantoMetallo esplosivo.

Il nostro malestremo chiamato Identità, dov'è?
"Accompagna la porta delicatamente
–poi dimenticami".
Un boato fuori e dentro lo stomaco intona il solito CantoPanico.

Ogni guerra è devota al suicidio.
*
Nina

DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

COMUNICATI STAMPA