@ Maria
Sto imparando tante cose che non sapevo...e imparare è per me uno dei grandi Piaceri della vita.
IL cinema ..una terapia? Chi l'avrebbe mai detto. La fiaba...attraverso la suggestione può condurre al cambiamento.
Respirare..molto più che un atto involontario.
La Danza..."Mamma mia "...come mi sono divertita e scaricata!
La scrittura...una "powerful" drug.
Hypnodrama...rito catartico e il “rito cosmogonico” deve ancora arrivare!!
...e pezzo su pezzo mi sto, anzi ci stiamo costruendo un'armatura...d'acciaio, proprio come quella del robot di Andrea! Armatura che non ci appesantisce, anzi ci fornisce le "armi" per combattere finalmente e smettere di scappare...
Non capivo perchè si chiamasse "atelier"; il termine mi ricordava il mondo della moda e delle sfilate. In realtà mi fu spiegato che l'atelier è il luogo in cui si confezionano abiti su misura, è la grande sartoria, quello in cui ogni abito è unico, ad hoc proprio per quella e quella sola persona. Dopo quella risposta il termine mi sembrò ancora più inappropriato di prima. Oggi invece lo trovo quanto mai azzeccato: siamo entrati in atelier, ci siamo tolti i nostri vecchi vestiti e pezzo
su pezzo ci stiamo cucendo addosso un nuovo abito...nuova stoffa...nuovo modello. Che importa se non sarà perfetto, sarà il nostro, solo il nostro e sono sicura che sarà certamente migliore di quello con cui siamo entrati.
@ Director
Foto: "Tramonto Ischia"
Sto imparando tante cose che non sapevo...e imparare è per me uno dei grandi Piaceri della vita.
IL cinema ..una terapia? Chi l'avrebbe mai detto. La fiaba...attraverso la suggestione può condurre al cambiamento.
Respirare..molto più che un atto involontario.
La Danza..."Mamma mia "...come mi sono divertita e scaricata!
La scrittura...una "powerful" drug.
Hypnodrama...rito catartico e il “rito cosmogonico” deve ancora arrivare!!
...e pezzo su pezzo mi sto, anzi ci stiamo costruendo un'armatura...d'acciaio, proprio come quella del robot di Andrea! Armatura che non ci appesantisce, anzi ci fornisce le "armi" per combattere finalmente e smettere di scappare...
Non capivo perchè si chiamasse "atelier"; il termine mi ricordava il mondo della moda e delle sfilate. In realtà mi fu spiegato che l'atelier è il luogo in cui si confezionano abiti su misura, è la grande sartoria, quello in cui ogni abito è unico, ad hoc proprio per quella e quella sola persona. Dopo quella risposta il termine mi sembrò ancora più inappropriato di prima. Oggi invece lo trovo quanto mai azzeccato: siamo entrati in atelier, ci siamo tolti i nostri vecchi vestiti e pezzo
su pezzo ci stiamo cucendo addosso un nuovo abito...nuova stoffa...nuovo modello. Che importa se non sarà perfetto, sarà il nostro, solo il nostro e sono sicura che sarà certamente migliore di quello con cui siamo entrati.
@ Director
Sono certo, Maria, che il dialogo interno sia intensamente avviato in ognuno degli "attori" e permetterà di recitare bene la nostra, vostra parte nella vita di tutti i giorni. Qualcuno, come te, ha un vulcano emotivo che deve prendere spazio e "crearlo, con la complicità di migliaia di byte qui nei post. Altri ne consumano a iosa nel discorso che procede internamente quando si legge e si medita sulle cose che ci interessano. Che dirti...non imparare tutto subito; usa quello stragemma del "buffering" prima che dà ragione dell'avvenuto "download" dopo! Se rischi di capire troppo, finisce che debbo cacciarti troppo presto da questo Atelier"!
Cogli, nel tuo mondo, cose importanti, lo vedo. Non è la proprietà di qualc'un altro od il prato fiorito del vicino quello dove stai raccogliendo piante, erbe, fiori, bacche...ma il tuo. Se qualcosa ci piace stiamo facendo l'atto meraviglioso di cogliere in noi...il fuori è pretesto; importante, a volte maligno, altre ancora fertile di scoperta. Leggo la tua scoperta, la leggono i tuoi compagni di viaggio.
Cogli, nel tuo mondo, cose importanti, lo vedo. Non è la proprietà di qualc'un altro od il prato fiorito del vicino quello dove stai raccogliendo piante, erbe, fiori, bacche...ma il tuo. Se qualcosa ci piace stiamo facendo l'atto meraviglioso di cogliere in noi...il fuori è pretesto; importante, a volte maligno, altre ancora fertile di scoperta. Leggo la tua scoperta, la leggono i tuoi compagni di viaggio.
Ero ad Ischia, estate 2008. Un tramondo suggestivoo, da un posto esclusivo non facilmente raggiungibile. Le escursioni -dentro, ma anche fuori...- sono una cosa molto bella. Danno l'idea di appropriarsi di qualcosa che, invece, è da sempre, o quasi, lì. L'atteggiamento con cui facciamo le cose, gli conferisce qualità ed è con quel sentimento che poi noi agiamo nella vita. Dicevo...un tramonto. Lo hanno detto i poeti -non lo scopro io, ma anch'io- ci sono momenti che si apprezzano stando soli; che ti vogliono nella solitudine e che spesso si caratterizzano per un "non-pensiero". Era uno di quelli. Sono rimasto arretrato e sconfinando dove neanche l'occhio poteva registrare, ho registrato il paesaggio. L'atto privato oramai è stato consumato e la foto descrive solo la circostanza. Anche in quel momento il nostro Atelier, prossimo a partire, si preparava su quello specchio.
Foto: "Tramonto Ischia"
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