@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
Work nicely with us to create our friendship and the warmth of our curiosity and mind’s exploration.
Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!

"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

sabato 28 febbraio 2009

It's a pity, it's a crying shame...


Life is sweet
It's a pity/ It's a crying shame/ He pulled you down again/ How painful it must be/
To bruise so easily/Inside
It's a pity/ It's a downright crime/ It happens all the time/
You want to stay little daddy's girl/ You want to hide from a vicious world/ Outside
Don't cry/ You know the tears will do no good/ So dry your eyes
Oh, your daddy/ He's the iron man/ Battleship wrecked on dry land/
Your mamma/ She's a bitter bride/ She'll never be satisfied/ Do you know?/
And that's not right
But don't cry…
Oh, they told you life is hard/ Misery from the start/ It's dull/ It's slow/ It's painful
But, I'll tell you life is sweet/ Inspite of the misery/ There's so much more to be grateful
Well, who do you believe?/ Who will you listen to?/ Who will it be?/ 'Cause it's high time that you decide/
In your own mind
I've tried to comfort you/ I've tried to tell you to be patient/ They are blind/
And they can't see
Fortune gonna come one day/ They're all gonna fade away/ Your daddy, the war machine/ andYour momma, the long and suffering/ Prisioner of what she can not see
For they told you life is hard/ Misery from the start/ It's dull/ It's slow/ It's painful
But, I'll tell you life is sweet/ Inspite of the misery/ There's so much more to be grateful
So, who will you believe?/ Who will you listen to?/ Who will it be?/ Because it's high time that you decideIt's time to make up your own/ your own state of mind
Oh, they told you that life is long/ Be thankful when it's done/ Don't ask for more/ be grateful
But, I'll tell you life is short/ Be thankful/ Because before you know/ It will be over/ 'Cause life is sweet/Life is, oh, so very short/ Life is sweet/ And life is, oh, so very short/ Life is sweet

Negli ultimi inserimenti del blog, in questa palestra delle “emozioni” -come qualcuno di voi ha definito l’Atelier-, si è discusso di paura, d’impotenza a superare ostacoli invisibili od dell'essere irretiti da quelli grandi che le giornate apparecchiano e sparecchiano, come la vita fosse un elfo maligno e capriccioso, capace di spolverare fortuna e sfortuna a suo piacimento. Il “filo rosso” di Langs ci ha “scusati”, per quella traccia contaminata –ho visto recentemente Wall-e- che unisce le nostre vicende ad altre memorie e le prime investe con il “tragico” del passato.
Ma poi basta?
Basta a spiegare questa sorta di inerte accondiscendenza al “destino”, oppure la scommessa è smascherare una volta per tutte la nostra collusiva appartenenza alla nostra storia?
So, who will you believe?/ Who will you listen to?/ Who will it be?/ Because it's high time that you decide/ It's time to make up your own/ your own state of mind”
Tempo di decidere! Senza lasciare che il “drama” si svolga solo lì rappresentato per noi su un palcoscenico al quale ci affacciamo inesausti di voglia di capire, alibi pericoloso al combiamento. E’ la nostra vita che si sta svolgendo lì! Un rotolo, corto, lungo.
Ma perché deve essere il timore di essere noi stessi timone, di scandirne la lettura!
It's a pity/ It's a downright crime/ It happens all the time/ You want to stay little daddy's girl/ You want to hide from a vicious world/ Outside
D’accordo, può essere stato che tutto non ci sia stato detto….Che fosse persino limitato da storie prima di noi quel racconto sulla vita e che per questo, forse, ci ritroviamo ad interrogare dentro persone che più non sono, o che più non sono quelle…
Irrompiamo sul palco e rccontiamo con vera passione la nostra storia e mentre questo accade abbiamo cura di svolgerla con attenzione!
Che sia sgualcita, che passi inosservata…può andare! Ma non che diventi lo specchio di avventure di altri.
Se allargheremo le braccia troveremo che invisibili fili si sono ramificati come una tela a sorreggere sguardi, movimenti; a dirigere occhi e tracciare le direzioni. E' la nostra mappa? Ci diranno che certo quello è il teritorio. Non è lo stesso. Non serve per credervi trovare un gigantesco ragno, perché proprio in quel momento gli daremmo la saggezza che invece ci appartiene. Sono le scie, piuttosto, di tutte le volte che abbiamo lasciato fare, abbiamo messo a posto i barattoli, senza controllarne il contenuto, soddisfatti di un ordine formale che schiaccia, sino a soffocare, l’essenza del nostro desiderio-destino.
Desiderio... Natalie Merchant, nel suo bellissimo brano,lo esprime con l’aggettivo “dolce”. Lasceremo all’inconscio l’istinto di morte o all'esperto; in quel posto deve essere pure andato a finire per qualche ragione che ci riguarda. Ma quella è la storia dell’umanità, non sempre la Tua.

Ho avuto la fortuna di conoscere personalmente Aldo Carotenuto. Una una cosa che ho capito bene dentro al suo pensiero è che il Mito ci rivela la nostra forza e le nostre fragilità. Possiamo attingere a questo serbatoio archetipale, ci dà il conforto di "non essere soli". Con quello poi, però, inizia la nostra costruzione individuale.
Dobbiamo ri-credere nell’individuale; abbiamo dato una delega troppo forte ad un sociale, nutrice ora fertile, ora maligna; al senso comune, ora saggio, ora vacuo di tutto. Non è stato più il re a trovasi denudato, ma noi!
Il brano di Natalie, stamane, mi ha fatto fare il pieno di carburante! L’ho sentito nel motore, senza pistoni e valvole, ma sangue e nervi, che possiedo. Vibravano. Si chiamano emozioni.

Music: "Life is sweet", by Natalie Merchant, from the album Ophelia, 1998

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DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

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