
Stiamo lavorando con le fiabe. Stavo pensando a quella di Cenerentola, una delle più raccontate e certamente più belle. E’ il caso di dire che per avere “fortuna”, bisogna saperla calzare, la fortuna! La fiaba in questione mi affascina perché in essa è ricorrente il tema dello "spiraglio di sole" -anche se il "miracolo" avviene di notte!- che sa aprirsi all’improvviso se il temporale non viene preso troppo sul serio…
Erickson era solito dire che avere fede, credere fermamente in qualcosa, trasforma le situazioni intorno a noi e persino le persone attorno a noi; perchè innesca un sincero pescaggio nelle risorse profonde. Non serve ricorrere alla storia per averne conferma. Ma allora perché noi ci poniamo a volte fuori di essa? E’ possibile che un principio funzioni in generale e veda poi decadere la sua efficacia nei casi personali? E perché poi questo avverrebbe?
Sotto questo cielo, l'uomo ha imparato fondamentalmente ad essere "persecutorio"! Ciò che in istinto negli animali è asservito alla sopravvivenza, nella coscienza umana acquista spazi incommensurabili...disponibili per le "creazioni". Abbiamo una costante predilezione per il desiderio -diciamocelo-, ma quando si tratta di lavorarci sopra, preferiamo anticipare nel tempo la delusione e....finire di privarsi del pacco dono! E’ il gioco scaramantico dell’andare "in bocca al lupo" per esorcizzare il timore. In questi casi, anche gli “auguri” sono vietati; anzi più sono “sinceri”, maggiormente possono nascondere qualche cattiva sorpresa…od augurarla e guai ad essere colti di sorpresa.
Cenerentola "è colta di sorpresa" dall’amore, ma già dalle prime scene comprendiamo che questa ragazza saprebbe indossare abiti migliori di quelli che indossa. Noi, qunindi, la lasciamo mortificare tra piatti e ramazza in attesa della auspicata "riscossa". Questo è il “nostro” pensiero. Lei pensa diversamente! Non abbraccia il suo destino, ma neanche vi si scaglia contro con rabbia. Sembra esservi una silenziosa ed inconsapevole “attesa” di cambiamento in questa giovane donna e quando questo avverrà, alla corte del principe. gli occhi degli invitati vedranno due cose: quella fanciulla schiva agli imbellettamenti ed insieme quel portamento degno di una regina.
Ma perché questo avvenga -torniamo un passo indietro… serve una zucca! Proprio come Cenerentola, apparentemente inappropriata per le grandi cose; una povera zucca, nascosta tra la vegetazione nella notte sul campo, ma presto abbastanza capiente per raccogliere il sogno di una fanciulla. Diverrà una carrozza e la porterà a Palazzo.
Sembra proprio che nulla si raggiunga con facilità, verrebbe da dire…ed ancora una volta -lei per la quale sembrava tutto perduto in partenza-, nella fretta, “perde” qualcosa di sé. In realtà, semina qualcosa di se stessa. Una traccia, un filo che potrà essere seguito. Anzi, a dire il vero, le tracce lasciate sono due: una potente emozione reciproca con Principe ed una piccola Scarpetta lungo la strada.
Erickson usava spesso qualcosa di simile: con fiducia “disseminava” nel paziente idee e concetti, che solo il suo inconscio –quello del paziente- avrebbe potuto o meno utilizzare; non vi era l’arroganza di impartire “ordini”, ma piuttosto di porgere, di “persuadere”. L’affascinante presenza di Cenerentola ha persuaso il Principe dell’importanza dell’incontro. Lei, non ha smesso mai di essere se stessa; ha danzato magnificamente come forse era stato sempre nei suoi sogni, da vera principessa e si è anche ricordata di essere solo una piccola sguattera, fuggendo all’improvviso e lasciando importanti segni dietro di sé.
Il successo ci fa paura e lo vogliamo, la lusinga ci fa piacere e ci addormenta, la strada è sempre troppo lunga ed in salita per provarci…eppure -vi assicuro- ripetere la battuta molte volte dentro e fuori di voi…usarla sino a doverla rammendare, come un mantra che svuoti di senso ogni termine e diventi solo suono, le permetterà di albergare in voi e fare amicizia con il vostro corpo, il vostro diaframma, la gola, la testa…sino a sentirla vibrare nelle mani e sulla schiena…direbbe forse Grotowsky. E lì la smonterete e la rimonterete molte volte.
Erickson, Grotowsky, Cenerentola? Il mixer lascia confusi, ma ci consola pensare a questa idea dell’essere "autentici" persino nella difficoltà o aspettando, sognanti, che qualche “Bibbidi Bobbidi Boo” ci spolveri sulla testa un po’ di fortuna, se ce la siamo meritati.
* "La Cenerentola o sia La virtù in trionfo", atto secondo, scena VIII, Dramma giocoso in due atti, Libretto di Jacopo Ferretti
Movie:1) "La Cenerentola" di Rossini, Gran Teatro del Liceu. Barcelona. 5 de enero de 2008 - Sexteto del segundo acto. Angelina- Joyce Di Donato Don Ramiro- Juan Diego Flórez Dandini- David Menéndez Don Magnifico- Bruno de Simone Tisbe
2) Alina Cojocaru dancing for the first time Cinderella (Cor. Ashton, mus. Prokofiev), First act., Royal Opera House, December 2003