@ Elea
...So che chi non è mai stato amato fa fatica ad amare e chi non sa amare fa fatica a VIVERE. Così mi ritrovo a pensare a quei moti dell'anima che si fermano in gola soffocandomi.
Non ho mai compreso quei miei gesti pensati e trattenuti ma dentro di me osservati e amati. A quelle parole cercate e mai dette, ma dentro di me le ho ascoltate. Mi sento come uno spazio vuoto, tra emozioni lasciate in sospeso. Come un cerchio colorato pronto ad avvolgere ogni carezza, ogni pensiero ogni amore.
Come lo spazio che avvolge lo spazio. ''Ha una sua Solitudine lo spazio, Solitudine il mare e Solitudine la morte. Eppure tutte queste son folla inconfrondo a quel punto piu profondo''...''Forse sarei più Sola senza la mia Solitudine sono così abituata al mio destino.Forse l'altra- la Pace-potrebbe interrompere il buio e popolare la mia stanza. Troppo stretta -temo- per contenere il suo sacramento'' [E.Dickinson].
Che strano, bello, triste ritrovarsi nei versi di una poesia e specchiandoci dentro rivedere la propria anima. Parlano di me. Parlano di te. Ed è proprio lì in quei versi che si uniscono i destini di tanti sconosciuti. Non so dare altro di me se non l'immenso spazio che li occupa.
@Director
There is a Solitude of space (1914)
E. Dickinson
There is a solitude of space
A solitude of sea
A solitude of death, but these
Society shall be
Compared with that profounder site
That polar privacy
A soul admitted to itself
Finite infinity.
Che fatica amare, senza lasciare che sia un mestiere "naturale"; che fatica riprendere quel mestiere, volendolo "naturale. Che fatica amare senza saperlo, carezzare oggetti e volti e registrarne solo la memoria crudele di cose lasciate indietro. Orme senza presenza ed odore. Che fatica amare senza dirlo, senza stringerlo, senza volerlo. Lo spazio allora diventa immenso e si popola di versi, paesaggi ad olio e passaggi a china, ti avvolge, cara Ellea, come una coperta-seconda-pelle e si sostituisce alla tua, propria. Diventa un diario che ti raggiunge dal futuro nel passato, impietoso, senza uscita, ti fa rinascere mille volte nel grido incompiuto di "Io Ci Sono!". Vorresti un eco, uno scandalo, anche piccolo, un inciampo del discorso, un arrossimento, un tremore, un dubbio, una piccola cosa che distraesse questo mondo, per parlare con te...
Tempi scivolati via, mentre guardi l'orologio e spazi occupati clandestinamente per paura del "disturbo".
Ora siediti o resta alzata, riappropriati, ma lentamente, del tuo respiro...
Non è quello, ma la tua anima a salvarti in tanto affanno.
Foto: "Emily Dickinson"
3 commenti:
"Che strano, bello, triste ritrovarsi nei versi di una poesia e specchiandoci dentro rivedere la propria anima. Parlano di me. Parlano di te. Ed è proprio lì in quei versi che si uniscono i destini di tanti sconosciuti. Non so dare altro di me se non l'immenso spazio che li occupa."
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Incredibile quel lungo filo rosso che ci unisce... La bellissima poesia di Emily Dickinson io l'ho cantata, e ancora mi accompagna nella sua straordinaria bellezza.
"Un'anima ammessa alla propria presenza / finita infinità".
Sono questi due versi il mio sostegno nei momenti d'affanno e solitudine.
Poesia ripatrice?
Per me, assolutamente sì.
Spesso le parole non sanno esprimere i nostri sentimenti o stati d’animo. La tristezza ti avvolge e ti fa capitolare in una dimensione che ti schiaccia, ti annulla e ti soffoca non dando spazio alla grandezza dell’animo. Mi sento stanca e sola. Nel mio cerchio c’è tanta amarezza perché il mio sole mi ha abbandonata. Mi hanno colpito tanto le tue parole Ellea, ho pianto. Perdonatemi se condivido con tutti voi il mio vuoto che vorrebbe essere altro ma forse devo ascoltare il mio dolore.beatrice
Riserva di Masai Mara, Est Africa, Kenya.
Puntuale suona la sveglia alle ore 5.30, strumento inutile che misura il tempo. Fuori è ancora buio, ma il fiume Mara scorrere leggero, gli uccelli cantano e gli ippopotami sbuffano. Non c’è vento e gli alberi, silenziosi, non sanno ancora come annunciare la loro presenza. Questa notte africana senza luna li nasconde sotto un cielo stellato che non ha eguali. In Africa le stelle sembrano più vicine e mi perdo fra le mille scintille che sovrastano la mia testa. È ormai giorno. Il cielo è solcato da nubi discontinue e la savana è riflessa in una luce misteriosa. Animali brucano l’erba ancora umida,un uccello si stacca dal suo ramo e volteggia,la terra balza al passaggio di un rinoceronte . È mattino, solo mattino. Un mattino qualunque di un giorno qualunque, penso. Ma poi il pensiero si frantuma in un sentimento come un cristallo si rompe urtato da un suono acuto. È il mattino, il mattino del tempo. Ed è questo il miracolo che l’Africa ci regala. Dura un istante o poco più, ma in quell’istante la mente vibra come una corda tesa urtata dall’artiglio di una belva feroce e suona melodie che si confondono in un unico, sublime, silenzio africano. Ma nella savana il silenzio non è mai assoluto, l’alito della vita è ovunque. La morte è li, a due passi, nel corpo floscio e esangue della gazzella, ma l’energia di quel corpo non va perduta. È già nel fremito del muscolo teso del ghepardo, nell’occhio sospetto della iena, nei goffi salti dell’avvoltoio, nell'invisibile trasformare dei batteri. Ogni molecola viene scissa, ogni atomo ricombinato con altri fino a tornare di nuovo vita. È un suono di fondo continuo, incessante, incalzante, è il suono della vita che si perpetua. Lo spettacolo del mondo si propone ogni giorno. Dobbiamo rispondere.romeo
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