@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
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Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!

"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

venerdì 20 marzo 2009

Dialogo Immaginario con Cortazar

(Julio Cortazar, da Rayuela, 80, Parigi 1972)

Ho trovato qualcuno che voleva parlare con me. Appena scritto in questo posto “The strident logic of enormous thinking machines, with two arms and hands, has always preferred to set them in the night sleep, or in some jester’s oddness not telling the truth…”, Cortazar –pensate Cortazar!- si è fatto avanti, sventolando -ma con il pudore che gli è proprio, a me non appartiene- il suo Rayuela. Per intenderci… Toco tu boca…ecc ecc… Cortazar…incredibile.
Gli occhi, rituffati, dopo anni al capitolo 80…


Quando ho finito di tagliarmi le unghie o di lavarmi la testa, o semplicemente adesso che, mentre scrivo, sento un gorgoglio nello stomaco,
sono ripreso dalla sensazione che il mio corpo, sia rimasto indietro rispetto a me stesso (non ricado in dualismi però distinguo tra me e le mie unghie)
e che il corpo cominci a non stare più bene che sia troppo largo o troppo stretto (dipende)


-Quale vertiginosa posizione in bilico, quando la coscienza è sospesa tra corpo e cervello e, con il disprezzo di un sincretismo che può togliere, ci rifiutiamo a ragione di chamarla mente, mente-corpo, corpo mente, la somatopsichica che ti aggredisce e tu sei volgarmente tentato di designare psicosomatica … Un cervello sparpagliato tra i nervi e la gravità del tuo peso, rimasto appunto “indietro”… e ti coglie che stai scrivendo e scrive altro, mentre le unghie ruzzolano, ingrandite a dismisura verso il punto più basso dei tuoi piedi, la terra…

Oppure si può dire: meriteremmo una macchina migliore. La psicanalisi mostra in che modo la contemplazione del corpo crea complessi precoci (E Sartre nel fatto che la donna è “bucata” vede implicazioni esistenziali che impegnano tutta la sua vita). Addolora pensare che precediamo il nostro corpo, nondimeno questo precedere è già errore e remora e probabile inutilità, perché queste unghie, questo ombelico

-Addolora, amico mio, anche a pensare che la macchina è migliore, l’errore è già dentro… ”Bucata”? Bucata quello che possiede l”accoglienza” del mondo, capace di avvolgere la vita, e tenerla dentro anziché fuori, invece che un truciolo di coscienza vagante e dolorante per la cosiddetta conoscenza?
Sarebbe a dire, che quel “ciondolo” ingombrante dell’uomo crea molti disagi nel correre e saltare e che davvero una nuova macchina va progettata e “punito” l’universo! Tutto, relegato su una stella remota, anzi... fatto inghiottire da un buco nero -che sembra lo possa-, già errore, già probabile inutilità… quell’universo che ha imparato a mangiare, senza istruzione e poi si mangia da solo.

voglio dire un’altra cosa, quasi inafferrabile: che l’ “anima” (il mio io-non-unghia) è l’anima di un corpo che non esiste. L’anima spinse l’uomo nella sua evoluzione corporale forse, ma ora è stanca di dare strattoni e continua ad andare avanti da sola. Appena fa due passi
si rompe l’anima ahi perché il suo vero corpo non esistere la lascia cadere plaf
La sventurata torna a casa, eccetera, ma non è questo che io. Insomma


Plaf, io dico che torna indietro, impigrita e pentita di tale sorpasso, e poco “vitale” si annida nel corpo, il disagio di presenza senza evoluzione, che se scomparisse, si annullerebbe quel disagio, ah felice stato naturale delle cose dice Rosseau, senza i bisticci di questa coscienza a decidere di angeli e demoni (dualismo più pigro di quanto dicevi, amico che non sei).

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono andata volontariamente in un internet point per avere un po' di tranquillità per poter leggere e scrivere sul nostro blog. E invece nulla... Non riesco proprio a concentrarmi. Sarà la musica assordante, sarà la mia mente che sta viaggiando oltre immaginando, prevedendo, sperando, costruendo...quello che non c'è. Eh sì... perchè l' errore più grande che si possa fare ( in questi casi ) è immaginare quello che non c' è. Magari c' è stato ma non per forza dovrà esserci di nuovo.
E' come se fossi una paracadutista. Una paracadutista di professione. Un bel giorno succede un imprevisto e atterro male. Lo spavento è grande e la volta successiva ho difficoltà a salire sull' aereo che mi permette di fare i miei lanci.
Passa del tempo e preferisco rimandare il problema. Il fatto è che più passa il tempo e più il blocco aumenta. Ad un certo punto, stanca di questa situazione perchè amo volare, decido di prendere il mio paracadute e l' aereo che mi permetterà di volare.
Ma sono stata ferma troppo tempo e la sera prima del decollo inizio a pensare: e se l' aereo non dovesse decollare, se i motori si rompessero, se ci fosse brutto tempo, se il pilota si dovesse sentire male, se il paracadute non funzionasse e se io non riuscissi a fare tutto...in tempo...?!?
Se... se... se... sono questi " se " che mi tengono bloccata. Perchè sono sicura che SE mi buttassi veramente non avrei tutta questa paura. E' una lotta tra " se che bloccano " e " se che fanno sentire il petto vivo ".
Ecco... quello che ho scritto non c' entra niente, credo, con il post. E non so neanche perchè ho lasciato un commento proprio sotto questo post. Magari dentro di me qualcosa ha lavorato e mi ha spinto su questa strada ma io razionalmente non riesco a dirlo. Riesco a dire solo che sono lenta...lenta da morire e invece vorrei tanto liberarmi.
E poi un' altra cosa: vorrei essere più...intersecata, più... parte integrante con quello che viene scritto. A volte ( vabbè...poche volte ho scritto ) mi sembra di essere una meteora disconnessa con tutto il contenuto. Vorrei lasciare miei commenti e riuscire anche a commentare quello che voi scrivete. Ma ripeto, come ho scritto sul telegrafo, non riesco ancora ad entrare bene " nella parte" ma mi sto sforzando perchè MI HANNO DETTO CHE è FACILE GUARIRE...Qui.
A presto, vi abbraccio
Chiacchi

DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

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