@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
Work nicely with us to create our friendship and the warmth of our curiosity and mind’s exploration.
Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!

"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

mercoledì 27 gennaio 2010

Drammaterapia, Shoan ed Haiti



Stanotte ho sognato Hitler. Inutile mistificare che invisibili percorsi “privati” lo hanno ingaggiato nel mio sogno. Non è questo però il punto, anche se il processo drammaterapico lavora nel gruppo, come nel director, indistintamente. Anche il sogno degli artisti, i loro mostri, visioni, invenzioni e le estasi dei santi hanno costituito tema per la cultura, l’arte, il racconto…Ed appunto il racconto che voglio qui descrivere è un punto di arrivo personale e collettivo all’interno di quanto stiamo processando nel nostro lavoro…mentre scrivo de primo atto.
Provavo un'insostenibile pena per lui. Qualcosa del genere deve averla provata mia nonna materna, Olga, questo il suo nome. Quando già l'ultima guerra volgeva alla conclusione, in Umbria, tra le colline di Umbertide, lei salvò un "bravo soldato" tedesco, che faceva il suo dovere, dalla probabile cattura e morte. Oltre il "dovere", invece, mia madre e la sorellina più piccola dovettero difendersi sotto un letto, mentre alcuni ragazzotti di colore con le stellette USA appuntate sulla spalla, in nome della "liberazione" chiedevano a mia nonna se in casa, oltre lei, ci fossero altre donne. Ovvio il significato d quella domanda.
Torniamo al sogno -ma forse non l'abbiamo mai lasciato-...L'ho visto depresso, Hitler, e la storia personale del Furer parla certamente di una condizione dell'umore non equilibrata. Credo di averlo visto come un paziente non "colpevole" per i propri sintomi. Ma sono anche sicuro che nel mio sogno una eventuale perizia lo avrebbe dichiarato "responsabile" ed altrettanto profondamente "malato".
La pietà di cui parlo non è quella della giustizia davanti allo scranno dei giudici, ma piuttosto quella verso l'uomo. Con lui l'uomo muore; muore un'altra volta. E muore altrettanto quando Alimadinejad, presidente iraniano, afferma che lo shoah non sarebbe mai avvenuto! Voce non isolata in un coro più vasto di quanto s'immagini.
Quest'uomo così fragile e bisticciato tra legge ed etica, politica, storia ed economia, muore ogni qualvolta si presta al giudizio di uno "spettacolo" politico, ideologico, economico, sui giornali, nelle reti televisive, nel web.
Mentre 200.000 haitiani -forse questo il numero- hanno avuto dalle macerie delle proprie case già povere gratuita una povera tomba ed altre 150,000 salme sono state messe in "salvo" dalla decomposizione e 800.000 miserables da sempre vagano nell'isola, storditi dall'orrore, in cerca di un rifugio provvisorio, penso ai lager tedeschi costruiti ufficialmente per fini diversi da quelli reali. E torno a pensare a quante volte quella gente di Haiti è stata "sfollata" dalle proprie case. Se la morte non si fa ricordare con il suo odore e dolore, può rimanere sepolta, nascosta o negata. SS dell'europa nazista e Tonton Macountes nell'Haiti di appena qualche anno dopo...


Venerdì avremo le prove -le prime- della prima scena, dell'atto primo, del nostra riduzione drammaterapica del Rhinoceros di Ionesco, ancora per voi inedita; proprio quello che ho creato nell'aula del processo alla "follia" dell'uomo, nella difesa della sua umanità, come voleva Ionesco.. Follia non solo di Hitler, del quale ho voluto -per la seconda volta- prendere le sembianze -parodia surreale del nostro processo drammaterapico-, ma di tutti i dittatori, di quelli "votati" al potere e di tutti coloro, comunque, che non testimoniano con la loro vita ed azione che si può prendere distanza da essa. Non vi è un punto di arrivo, anche se la civiltà ci promette sempre una salvezza crescente. Questo progetto di "libertà" deve essere considerato come componente fisiologica della cultura, una pratica sociale che non terminerà mai, ma darà ogni volta senso alla vita di ogni generazione ed individuo.
Il senso della testimonianza, non solo per qualcuno o contro qualcuno, ma verso la possibilità di redenzione dell'uomo mentre sta vivendo, laica, religiosa, senza servitù al potere, qualunque esso sia, ma a salvaguardia dell'umanità tutta.
Haiti oggi è appoggiata sul "conflitto" inesauribile di due zolle terrestri che lì convergono e si spingono, ma anche sul tema dell'universalità della sofferenza, della ricchezza e della povertà, dell'inganno e della dimenticanza. Ringraziamo di ricordarci questo. Director

3 commenti:

maria pina ha detto...

Director, la foto è molto forte , ma un poco inquietante..

Unknown ha detto...

Molto Forte E inquietante E molto Inquietante. Desidera esserlo. Non è inquietante, molto di più, che lo Shoan venga negato, non rimosso bada...negato. Non è inquietante che in nome di una distribizione equa ed ordinata non si sia dato un primo soccorso con vivere e acqua ai superstiti di Haiti, pensando più ai media che alle gente che vagava disperata con macete, criminali o meno. NOn mi si dica "un poc o inquietante". Ero inquieto mentre mi tagliavo la barba, mentre Hitler passava per me e mi mostrava come l'uomo può morire. O pensiamo con l'idea preilluminista che l'uomo sia fondamentalmente un angelo. L'uomo è uomo, manipolabile, abberrabile nella sua poesia e dolcezza e temerezza, mirabile nella sua potenziabilità. L'uomo è anche Hitler. La prossima volta vesuirò te da Pinochet! E ti chiderò ragione di tutte le alleanze che hai avuto, omertose e pubbliche e poi sarai Fidel Castro, tabnto per par condicio. Un abbraccio

Gianni ha detto...

Assurdamente, mi ha colpito più la mano -in quanto strumento che prende, muove, saluta, ordina e distrugge con un gesto- che il viso del Furher. Forse perchè sono anestetizzato alle immagini di dittatori vecchi e nuovi, pubblici o mascherati, comunque eccezionali manipolatori di coscienze e pensieri. Volti diversi per persone uguali all'interno, che fanno passare il dolore dell'imposizione e della tragedia per "dovuto"! E che sia il miracolato pinochet (accusato di aver sterminato migliaia di dissidenti al regime, sale su un aereo in sedia a rotelle e scende nel suo Paese con le sue gambe), l'immortale Fidel (proprietario di Yatch in affitto per i turisti che pagano in dollari), il generalissimo e "religiosissimo" Franco (si dice che la Spagna non si schierò con Hitler e Mussolini per un accordo con Churchill pagato milioni di dollari alla dirigenza spagnola), il ferreo Bresnev (con la sua collezione di più di 50 automobili dal valore inestimabile che guidava su strade chiuse al trafffico dei pochi mezzi dei suoi poveri "sudditi"). Scusate il mio cinismo ma non vedo differenze nei lineamenti di questi folli assassini.
Non sono rassegnato, ma disilluso si. Non qualunquista, ma lettore obiettivo di fatti che sono sotto gli occhi di chiunque voglia vederli.
L'unica difesa è la consapevolezza, la responsabilità personale.
E ancora una domanda si affaccia prepotente: E' preferibile essere un Kamikaze di se stesso o un servo di un falso ideale che promette tanto per poi dare sofferenza e crimini atroci? Gianni

DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

COMUNICATI STAMPA