@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
Work nicely with us to create our friendship and the warmth of our curiosity and mind’s exploration.
Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!

"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

mercoledì 13 gennaio 2010

Drammaterapia: ancora sul processo drammaterapico. Cosa è avveuto, come avviene? Parte I


Parte I

Il conduttore (director) ora interviene, partecipando il processo e dirigendolo. Il rischio è, infatti, che la "vicenda" interna prenda la strada del pregiudizio conosciuto, percorra le direzioni usate, vietando l'approdo a nuovi percorsi, vanificando l'esperienza drammaterapica. Al regista specifico di ognuno con se stesso ("in"), si affianca quello che proviene dall'esterno ("out"). L'intenzione è quella di togliere esclusività allo spontaneo adattamento psicodinamico sollecitato, alla ricerca di nuove risposte (drama). L'iniziale approccio è, in questo caso, inizialmente "delicato"; riproduce in tal modo, enfatizzandolo, il carattere di "estraneità" a quanto si svolge nei soggetti -il reale-, ma, al tempo stesso, protegge da un "risveglio" inopportuno, uno strappo dall'in all'out . L'Io è fuori, rappresentato dal conduttore dove proiettare la dimensione interna; mentre la "regressione" fornisce dall'interno il materiale in forma di drama. Successivamente il "contatto" della direzione con la scena può divenire, dove utile, anche in modo intenso e violento, sotto la forma di "incursioni" nella scena inconscia dei soggetti o in calibrati "ritiri" a promuovere l'esame della realtà (hypnodrama).



Dalla dimensione delle due interpreti, il conduttore passa lentamente alla interazione con la "scena di fuori", l'esplosione del kamikaze, a mediare un nuovo passaggio negli interpreti, questa volta non spontaneo. Qualcosa di quanto appartenente alla scena "interna" che si è appena svolta, ora è nuovamente trasportato fuori (proiezione), per nuove "prove", accostamenti, distinguo. Viene evitata così la "fuga" dalla scena, il disinvestimento libidico, l'esito della sua trasformazione in l'auto-compiangimento. In questa fase (vedi foto), il conduttore si aggira tra le parti scomposte del kamikaze scoppiato, rappresentato da numerosi corpi (realtà simbolica); tanti kamikaze a terra, quanti gli spettatori, ad estendere il processo ad interpreti e pubblico. Dalle sedie comunque comode-scomode della visione del pubblico, il processo sollecita la dimensione di un teatro "totale" (CDIOT). L'interazione del conduttore insieme "salva" e "condanna" allo spettacolo (Grotowsky), nel senso che il contatto dello sguardo -la sua partecipazione empatica- "conforta" e "costringe" al dolore della "rappresentazione". Non vi è salvezza senza morte, anche al di fuori di una esegesi cristiana, giacchè la trasformazione è insieme perdita e conquista, propedeutica al cambiamento. In tale dimensione performativa, il dolore può essere modulato ed assurge ad elemento di progresso e mai condanna. E' proprio questo aspetto della conduzione che fa evolvere l'interprete verso una performance dove l'empatia (simbolicamente il senso di colpa proprio dell'osservare, dell'essere "fuori" e potenzialmente "dentro") è "comburente" e mai "scoria" della combustione.



Al "movimento" del conduttore, segue, specularmente, quello degli interpreti. Il loro drama si manifesta nella parte visibile, continuando a sollecitare il processo catartico. Non è più soltanto qualcosa di loro (nel conduttore),  ad interagire nella scena -vedi precedente fase-, ma sono loro stessi a farsi "interpreti" nell'interprete... Ho chiamato questo momento della piece del Il Kamikaze "consolazione": brandelli di corpo sono toccati, parzialmente sollevati e lasciati ricadere; qui la pietas è "matura", evoluta rispetto ai primi momenti. Anche gli interpreti a terra hanno la possibilità di ragire al tocco "taumaturgico" che salva, nella misura in cui desiderano e sono pronti per la "salvezza". La liturgia si sta celebrando (Grotowsky) nel rispetto delle specifiche persone e tempi del processo individuale/gruppale.

Foto: Foto di scena de "Il Kamikaze". CDIOT, 21 dic. 2009

1 commento:

Gianni ha detto...

Credevo di essere forte.. Credevo di riuscire sempre.. consideravo gli altri.. No, non li consideravo proprio.
Poi è successo qualcosa, il dolore si è fatto sentire, i dubbi sono diventati sempre più forti, e per anni ho vagato alla ricerca di qualcosa che non conoscevo, che forse non troverò mai.. Poi qualche spiraglio di luce, la certezza che la vita è qualcosa di più. L'animo umano è complesso e meraviglioso e l'equilibrio tra la miriade di fattori che ci compongono e ci circondano, ci stimolano e ci attraversano, è fluttuante e instabile. Per questo continuerò a farmi "del male" a fianco al Director, cercando di non "accomodarmi sulle cose che conosco". Troppo facile percorrere le vecchie strade, e troppo spesso mi viene ancora in mente di mollare tutto e.. andare.. Gianni

DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

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