@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
Work nicely with us to create our friendship and the warmth of our curiosity and mind’s exploration.
Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!

"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

martedì 12 gennaio 2010

Drammaterapia: Afghanistan, video kamikaze strage Cia. L'an.ima senza confini

(ANSA) "9 gennaio, 15,30  - DUBAI - Il giordano Humam al-Balawi, agente doppio di al Qaida, in un video ha affermato di essersi voluto vendicare dei servizi giordani e Usa.

E' la giustificazione per l'attentato suicida del 30 dicembre in Afghanistan in cui sono rimasti uccisi 8 agenti Cia. E' quanto ha affermato lo stesso giordano nel video-testamento diffuso oggi dalla tv al Jazira. Il padre dell'attentatore ha confermato l'identita' del figlio, lo definisce un martire e per la sua morte accusa la politica Usa nella regione"



Quanta tregua regala ha il fermo immagine di quanto ricade al suolo dopo la deflagrazione? Non puoi "rallentarlo" in eterno; non puoi "negare" la pellicola, nè farla scolorire sotto la luce pungente di un proiettore acceso a piacere...Così, dopo lo scoppio, i nostri spettatori ne hanno riprodotto l'eco. Crudele, silenzioso, quasi immoto. Non vi è stata più distinzione tra la recita di ciò che si è e di quanto ci viene raccontato, perchè nessuna moviola a sottolineare un "fuori gioco" che annulla l'azione, banalizza l'attacco, contravviene i goal nella tua testa. Ospiti, loro, ospiti gli attori, ospite il luogo e le luci ed il silenzio. Importante performance del pubblico, grande amicizia con la Storia, un sentimento che fa male, senza eroismi, denudato dalla retorica della "guerra", dei "confini", della "fede".




La devastazione dei luoghi della vita è un simulacro assolutamente povero rispetto all vita fatta brandelli. Carmen e Tonina sconconvole: il pubblico è scoppiato insieme agli attori. Quale kamikaze, quale moltiplicazione del "morire" a muovere il drama che "nasce", embrione della coscienza che ha bisogno della propria "storia" per vivere. Ed allora sono gli occhi di questa madre e di questo figlio a proiettare la scena. Essa, la scena giace con il loro sguardo immobile, mentre-lo dicevamo. il cielo ancora sta precipitando insieme pezzi di carne e di terra, per tornare alla finta quiete del nulla, che nulla non può più essere. Tutto non è avvenuto, chiede con poetà uno spazio di supplenza al poi e la coscienza cresce, assoldando un fragoroso dolore, muto, ma violento, fatto più di paralisi che di atti.



Madre e figlio (nella piece Carmen interpreta il ruolo del "figlio") crollano insieme a tutto. Sedute, dentro la loro anima continua la caduta di tutto, della speranza fondamentalmente. La pietà assolutamente "egoistica" verso quanto rimane di quanto era stato e sarebbe potuto essere ancora. Il processo drammaterapico lavora verso i due poli: ruba alla scena per ricrearla dentro, il più spesso silenziosamente. Allora l'attore, l'interprete appare irretito, l'hypnodrama addormenta la soglia di consapevolezza dell'individuo, quasi naufrago tra appigli incapaci di trattenere, sorreggere, dirigere. Una importante regressione lavora al servizio dell'Io.



Ora, quanto della realtà fisica è fuori può essere lasciato "fuori". Tutto è stato messo dentro, rapinato dalla scena e processato nella "scatola nera". L'immobilità si scioglie ed il dolore diventa umido, cerca il contatto, la condivisione: ha inizio il processo di catarsi. Il figlio si abbraccia alla madre, così poco figlio se è stato abbandonato, così poco madre se ha lasciato andare. La "iscrizione" del senso di colpa dona un amaro conforto, forse il pentimento farà risorgere; momento importante per importanti "rivelazioni", oltre la nevrosi verso la capacità della "perdita".

Foto: Foto di scena de "Il Kamikaze". CDIOT, 21 dic. 2009

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DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

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