.... tanto è grande il desiderio di parlare a braccio, senza preoccuparmi di nulla altro che non sia il senso profondo di ciò che voglio esprimere. Director, amici, io non ce la faccio a guardare con occhi pietosi e spirito di com-passione le immagini di Haiti. Anzi, non riesco proprio a guardarle. Da sei giorni, cioè dal giorno del terremoto, cambio pagina del quotidiano, cambio stazione alla radio, vado oltre sui portali web per non incontrare lo sguardo dei bimbi di Haiti. Perchè lo faccio? Perchè ho PAURA.. ho paura di cogliere la misura di questa tragedia, si sentirla risuonare dentro di me. Temo di essere strappata dal mio fragile equilibrio emotivo.
E soprattutto detesto emozionarmi, commuovermi e poi dimenticare di ciò che ho fatto perchè a volte, quando le luci della ribalta si spengono su terremoti, tsunami, alluvioni, si spegne anche l'attenzione pubblica e l'onda di generosità viene meno...
@ Director
Che il nostro sguardo silenzioso ricambi quello muto di quegli occhi travolte dalla vicenda non cambia il corso della storia...dici? Vuoi che tutti scappiamo con te, com-passionevolmente con te e non verso loro, nella spiaggia degli occhi chiusi, delle orecchie tappate, del cuore fermo per non "emozionare" direbbe Giorgia -stravolgendo il verbo?
Sento assolutamente che tu ci stai dando il tuo sentimento, la tua "confessione", l'onesta del tuo vibrare insicuro...certamente. Ma poi...come si può restare sicuri e tranquilli con quanto ci passa sotto gli occhi in questo tempo? Comprendo, comprendiamo... Lunedì sera proprio i "bambini di Haiti" ci hanno aiutato nel warm-up che ha preceduto l'hypnodrama. Quest'ultimo, poi, speriamo abbia aiutato una di no.
Hai due scelte: ficcarti sotto delle macerie "posticce", ma che siano fisiche, mi raccomando...pesanti, polverose, asfissianti e non quelle copiose della nostra cultura spesso alla deriva dei valori importanti, oppure "soffocare" un poco con "loro", come mi sembra il tuo cuore voglia fare, ma non voglia fare...
Il "volere-volere" di cui Milton Erickson parlava e che può essere esercitato, se lo osserviamo un pò impigiro, ha qui un suo senso, credo. Temi di stramazzare?ABBRACCIA quei bambini e non solo quella tenera, sconsolata e legittimammente addolorata bambina che è in te. Cresciamo tutti insieme nella nostra umanità e capacità di "trasformare" il dolore in costruzioni di vita. Questo è change!
@ Maria Pina
Non so se ho compreso bene gli eventi narrati in questi due ultimi post:è successo qualcosa di bello e di importante a una di noi. Ciò mi rende appagata e serena, come se fosse successo a me. E' un miracolo di empatia.;-))
Foto: "Sorriso Bambini", tratta dall'articolo "Quante stupide lacrime in tv: i bimbi di Haiti invece non piangono mai" di Il Giornale.it, 21 gennaio 2010
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