@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
Work nicely with us to create our friendship and the warmth of our curiosity and mind’s exploration.
Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!

"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

venerdì 22 gennaio 2010

HAITI, WORDS AND HOPES THROUGH OUR AWARENESS

@ Maria Pina

No, non voglio sprofondare nelle macerie dell'indifferenza, nè dell'inedia o della vigliaccheria. Nè ritengo che il coinvolgimento personale sia inutile perchè non produce risultati di grande portata.
Ho sfuggito la possibilità di commuovermi, scuotermi, destabilizzarmi attraverso i bambini di Haiti e ora so il perchè. Tu conosci il lavoro che svolgo, ti ho raccontato che mi occupo a volta di progetti regionali di cooperazione in paesi in via di sviluppo, dove ci sono problemi di degrado sociale, dovuti anche al degrado ambientale. Ebbene, ho pensato che mi stavo comportando come un medico che, di fronte alla certezza della propria diagnosi, non ha bisogno di assistere al decorso della malattia; anzi, deve anche garantire la propria distanza emotiva per poter intervenire con efficacia. Così ho fatto io: sapevo cosa succedeva ad Haiti, prima del terremoto e non avevo bisogno di vedere per avere altre certezze. Anzi mi sono
detta meglio essere lucidi per cercare soluzioni da suggerire, organizzarsi per lavori sulla lunga distanza. Ingenua e presuntuosa bambina!! Stasera, ho voluto fare un'operazione di input. Ho guardato un servizio in tv, scossa a distanza dal nuovo sisma. Ho visto la prima nata dopo il terremoto. Un'immagine stupenda, una neonata con due polmoni bellissimi, l'urlo della vita travestito da bimba haitiana.
Mi sono emozionata, stavolta sì che mi sono sentita coinvolta. Però , mica è andato tutto così liscio. Mi sono anche irrazionalmente incazzata. Nella mia famiglia occidentale, benestante, che vive nella bella Italia del terzo millennio, i bambini .....

@ Director

...i bambini vivono e si preparano a difficoltà differenti. Non puoi che trovarmi d'accordo. Ma il nostro com-patire può essere educato, crescere, diventare strategico perfino e produttivo.
Tu sai, gli altri "ragazzi" dell'Atelier  e del CDIOT sanno, non abbiamo lavorato Il Rinoceronte perchè in una qualche sperduta provincia della Francia quegli enormi bestioni si erano messi a scorazzare...piuttosto corazzate armate hanno spazzato via speranze e vite poco più di sessant'anni fa. Io nascevo dopo un decennio e la bella voglia di "risorgere", comunque giusta e bella, ha creato anche quella falsi e terribili inganni. Il mondo non può essere più segregato, ma questo non significa globalizzazione selvaggia sotto la spinta del bisogno di aggiungere ricchezza a dei mercati. Pensare che quest'ultima potesse automaticamente comportare "integrazione" o "cooperazione" è stato uno sbaglio ed un tranello, ordito o meno. La vera congiura è dentro di noi, inscritta in un genoma "sociale", fenotipico direi (scusami biologa!) che si trasmette di generazione in generazione e può farci migliorare o sprofondare nella disperazione.
Ieri, quel padre di famiglia disoccupato (aveva perso il lavoro per precedenti comportamenti insostenibili all'interno dell'amministrazione comunale dove lavorava) ha ucciso e poi si è suicidato. Due gesti irragionevoli, non solutori, terribili. Ma credo fermamente che il "pabulum" in cui fermentano spesso molte gesta folli sia più esteso e molto meno specifico di quanto ci fa comodo credere. Insicurezza, disagio, povertà, cara Maria Pina ci sono sempre stati e se a volte rinunciamo con sofferenza anche all'idea di un "dio" che non ha pietà, non cadiamo nel tranello della "Giustizia", della "Eguaglianza"; piuttosto facciamo anche nostro quanto accade ed interpretiamo la nostra storia, quella personale così legata a quanto avviene apparentemente solo fuori.
 Il "Kamikaze", quasi finito di allestire con l'Atelier, è quella disperazione che, con la cauta coscienza di essere occidentali, vuole far passare anche per noi quesi gesti, quella deflagrazione...
Viva i tuoi imput, via i tuoi output!
Q
uelli di chiunque nel "teatro del mondo" si ponga come spettatore non disimpegnato!
Non faranno tutto solo quegli "attori", non sta succendo solo a "loro", non lo fanno al posto tuo! Anche qui, tra le nostre fila, con tenerezza, ma corente valutazione, osservo a tratti la fiacca di "volerci essere", "senza essere". Che dire allora...Eppure muovere quel prompt sullo schermo e dire "Io ci sono" è così importante, non dico facile, ma importante.

Penso al particolare dolore dei colpiti del terremoto abruzzese... all'ascolto di questa tragedia in un paese lontano. Lontano? Quanto?
Io ci sono, tu ci sei, molti ci sono ed altri verranno...la vita è questo sogno e solo chi è un bravo sognatore,cosciente di questo, può viverlo e raccontarlo bene anche agli altri (F. Fellini).

"...straziante come il rimorso per ciò che non è stato e non potrà più essere, se non in sogno, o dentro di noi.
Quasi sempre non ci rendiamo conto dell'importanza delle persone che abbiamo vicino, e soprattutto le vediamo con gli occhi velati da sentimenti che tutto mistificano. E la vita continua in uno sperpero di energie volte a dimostrare di essere migliore, meritevole, capace e pieno/a di qualità. I nostri genitori non conoscevano certe cose, lati nascosti dell'essere umano, ma noi si. Per questo abbiamo il dovere di cercare con coraggio le nostre difficoltà, e lavorarci su, per imparare a ballare con i nostri figli evitando che rimanga un sogno o un rimpianto. Gianni"



WORDS and HOPES: Maria Pina, Ermanno, Gianni...
VIDEO:  "Haiti - Arcade Fire". Thanks to CryptoBioMayhem

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DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

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