@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
Work nicely with us to create our friendship and the warmth of our curiosity and mind’s exploration.
Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!

"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

martedì 16 settembre 2008

Myrtillocactus Geometrizans


"Quando nominiamo la ‘psiche' evochiamo simbolicamente l'oscurità, la più fitta che possiamo immaginare"
Carl Gustav Jung

L’illusione è quanto pensavamo credibile, augurabile, possibile nell’atto del disilluderci. Essa possiede la verità della negazione soltanto quando si disvela tale; prima, appunto, come dice Nina, quel “muto sentore d’implacabile verità”, che forse già ci accompagna –meno muto, ovvero meno nascosto- quando quell’attesa sta già per tradirci e lo avvertiamo.
Nel teatro, la profezia è già disvelata; lì, scarna di dolore perché già decisa, se tu non glielo dai, è attaccata al personaggio, ed egli ti chiede supplichevole il miracolo del “come se…” -come un medium intercedente da parte dell’autore- di essere interpretato, di dare svolgimento a quanto di scoperta, dolorosa o d’amore. Il medodo, Stanislavskij od altro, il percorso attoriale ti aiuta in questo paradigma della finzione scenica; prende le tue corde, tra affetto e sentimento e ti fa suonare quel drama, lo usa come un gigantesco specchio dove far riflettere il dolore dell’uomo e quindi la speranza della salvezza da esso. Lo spettatore non soddisfa i suoi occhi, le ghiandole lacrimali o soltanto le contrazioni diaframmatiche utili al sorriso; è il suo inconscio a riattualizzare dentro e fuori la compagnia di vicende simili, ricostituendo ancora per magia la simbiosi duale con il “materno”, il “paterno”, il luogo familiare dove non si è soli.
Nel processo drammaterapico accade questo e qualcosa di anche diverso: il "dramma" vuole attraversarti, che si risvegli più o meno silenziosamente la tua storia, si solleciti la dialettica con un autobiografia invisibile, del possibile-altro dentro di te, riaprendo il ventaglio delle opzioni. In tal senso, ad ogni passo, la “profezia” –come la storia dovrebbe andare a finire, per dirla volgarmente- rischia -essa sì!- il tradimento, il sovvertimento degli affetti e delle idee conosciute. Ad accompagnarti nell’"Ade", il regista, i compagni di cordata, forse speleologi peggiori di te; ma è la loro motivazione, come la tua, ad essere bussola in questo viaggio. Nella peggiore delle ipotesi, se catarsi non avviene, quel processo ti mette in profonda discussione: il dialogo degli opposti approda a lidi nuovi, inusitati se all’usato” ti spingeva la parte. Perché questo avvenga, perché quel fiore del Miyrtillocactus Geometrizans possa nascere, lungo il fusto spinoso -perché imprevedibile- del suo verde “cinico” e schivo alla “bellezza” formale, serve la tua autenticità. Essa nasce dalla disperazione-senza-pianto -"distanza estetica" dal drama- di perdere ogni “stampella”, da quel nudo atto di auto-penetrazione -Grotowsky- che ti chiarisce e ti fa visibile nella tua fragilità, a te stesso ed agli altri, senza peccato. Un processo silenzioso che si sostituisce a quello altrettanto “muto” dell’illusione. E' lì che puoi usare e credere nell'aiuto della centralità del tuo "ruolo" nella parte, lungo l'asse che sciamanicamente ti situa tra terra e cielo a renderti responsabile della tua storia e delle sue possibilità. In mezzo a strade già tracciate, belle, brutte, grandi o strette, ora vi è la Tua e questo è "ri-nascita".
Foto: "Myrtillocactus Geometrizans"

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DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

COMUNICATI STAMPA