@ Dedalo
"I nostri giudizi frettolosi, i luoghi comuni, l'immortalato tribunale della verità, della bellezza, del giusto, potente, grande, ricco, ci separa dal contatto intimo (= solo nostro) con le cose ed il loro senso per noi". Leggendo ora questa frase, mi è venuta in mente l'immagine di un bambino, molto piccolo, che guarda quello che si presenta alla sua vista e cerca di capirlo, scoprirlo, affrontarlo, magari farselo amico oppure piegarlo alla sua volontà. E allora piega il capo di lato, lo guarda da un'altra angolazione, poi magari si avvicina, lo tocca e gli dà un bel morso. E se la mamma o il papà lo allontanano dal suo oggetto di studio, lui non si lascia distrarre dal suo intento; no, lui non ha ancora capito, non è soddisfatto, e se c'è una mano forte a tirarlo via, questo non significa per lui che si deve arrestare nella sua ricerca. Già pensa, appena la stretta si allenta, di riavvicinarsi a quel mobile, a quella credenza, a quel particolare angolo, e riassestare un altro bel morso, perchè lui ancora non ha capito. E se la mano forte non lo lascia, il suo sguardo rimane lo stesso fisso all'oggetto di studio, il capo e il volto girati verso l'indietro, mentre le sue gambe si adeguano a quell'allontanamento, consapevoli che per il momento non c'è niente da fare, quella mano è forte. Ma lui non s'arrende mica. Intorno i parenti ridono e scherzano, qualcuno lo chiama "mordicchio", ma lui dal suo seggiolone guarda serio verso il mobile. E prepara i dentini.
31 agosto 2008 11.19
31 agosto 2008 11.19
@ Director
Accidenti o..accipicchia...non ricordavo di aver scritto questa cosa! Infatti, è assolutamente vero...non l'ho mai scritta io! Ma è stata scritta...Si, Accipicchia va meglio!
Foto: "Curiosità"
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