@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
Work nicely with us to create our friendship and the warmth of our curiosity and mind’s exploration.
Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!

"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

giovedì 31 dicembre 2009

Drammaterapia, lavorare con il dubbio


@ Rosanna (psychology facilitator CDIOT)

Non ci sono parole appropriate per definire le infinite emozioni che hanno vibrato e scosso il mio essere-corpo lunedì scorso..con voi..con tutti quelli che hanno partecipato alla nostra performance, al nostro processo Drammaterapico. Niente poteva trattenermi dall'essere lì, nè suppliche, nè sensi di colpa, nè paura, nè stanchezza... Come mi sono sentita ViVa...libera e vitale..l' ansia, lo stomaco chiuso, i pettegolezzi in bagno tra noi donne, "oddio non ricordo le battute", i preparativi, il trucco.."dov'è il mio copione?"

E poi la piece, la musica, le parole e il gesto furtivo del director che mi avvisava di rivolgermi al pubblico..e con estrema spontaneità come se stessimo lavorando tra di noi, ripeto a voce alta "ah si mi devo girare" ...e come se mi stessi destando da un sogno, mi rendo conto del pubblico....rimango senza parole, il silenzio si impadronisce di me...e miracolosamente come se fossimo legati da fili invisibili, il silenzio si impossessa anche degli altri attori...un silenzio coesivo, un collante che ci teneva uniti e solidali nel comunicare il nostro processo drammaterapico... come in un lungo e vibrante eco che proferiva e palesava il "Noi"....Un Silenzio in cui abbiamo permesso agli spettatori di proiettare le proprie emozioni, di identificarsi con il nostro imbarazzo, con le nostre difficoltà. Li abbiamo incuriositi, confusi, abbiamo gettato il piccolo seme del dubbio, così prezioso, che ciascuno di noi dovrebbe sempre tenere nel proprio giardino, proprio come ci insegna il grande Ionesco.

Abbiamo forse deluso chi si aspettava una performance di attori dilettanti, ma non abbiamo deluso chi con mente aperta ha voluto condividere con noi il nostro processo, "dramma", e non abbiamo di certo deluso chi ha voluto soffrire, ridere e ballare con NOI.
Penso che sia successo qualcosa di speciale al nostro party-drammaterapico; credo che abbiamo dato tanto a noi stessi e al nostro pubblico...Ho visto sguardi interdetti e smarriti negli ospiti; ho visto con commozione il tenero e avvolgente abbraccio di Katia a Gianni, suo marito, dopo la pièce..gli occhi lucidi di Lorenzo il figlio di Tonina e Pino..gli abbracci e gli sguardi complici degli attori..gli interventi e la recitazione a volte affannata del nostro director, che è la struttura portante, sostegno insostituibile e prezioso, ma che è anche capace di partecipare ed essere uno di noi.


Scusate l'attesa del mio pensiero ma la fine dell'anno è per me ricca di travolgimenti importanti che sono avvenuti anche grazie alla vostra presenza e complicità. Un caloroso abbraccio a tutti e in particolar modo a M. Pina che mi ha profondamente commosso per quello che ha scritto nel blog, tanti auguri di fine anno e... grazie, Rosanna

@ Director Train Watching

"Rosanna: Il treno permette i più intensi "ad libidum" che si possano immaginare o volere. Sa sfumare, da quel finestrino, le "figurine" della nostra vita; sa addolcirle, comunque siano state e siano; le ripone delicatamente nell'album della memoria, anche recente, senza danno. Ma può permettere anche uno spettacolo più esaltante, quello di farti passeggiare nella vita degli altri indisturbata...senza che quella persona dopo un poco si interroghi, legittimamente, sul perchè del tuo sguardo, un pò troppo inistente. Dal treno è più semplice. La loro vita -quella degli altri- e lì, affannata nel caricare una valigia...; perplessa nel cercare un binario...; risoluta nel salire, decisi, il predellino e via!
Con voi è stato ancora diverso....Si dà il caso che il treno stesse rallentando e che quindi non fossi preparata a quel gioco da vojeur innocente e curioso e ti fa rispondere silenziosamente su dove ci si trovi e dove si stia andando. E' avvenuto, tutto d'un tratto, l'ho scritto in qualche post fa...Un soffio fumoso sulle rotaie, lo stridore di freni ed accanto sulla pensilina VOI, sempre in arrivo -mi avreste poi spiegato- e sempre in partenza. Voi a recitare impudicamente la vostra vita, colorandola con le luci del palco, povere -è vero, lo vuole Grotowsky-, ma così "arlecchino" della vostra fantasia. Mi avete affascinato, ragazze, ragazzi: lavoravate con il dubbio. E questo è davvero incredibile! E senza confonderlo con quel comprensibile disagio di essere davvero dubbiosi di far bene la propria parte! Sono scesa a quella stazione non prevista e continuo a seguirvi. So che avete convinto anche il capotreno ad essere il vostro Capo-Compagnia. Ed ora mi spiego perchè sia così ossessionato dalla puntualità, degli arrivi-partenze e di quelle della "presenza", cosa ben più nobile ed anche invisibile.
Ora viaggio anche con voi. Un bell'acquisto -che ne dite?- per una anno che volge alla sua fine?  Bon Voyage! Rosanna"
Director

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Il silenzio…voluto.

Ho volutamente staccato la spina, interrotto la connessione all’uragano che mi fa soffrire e godere al tempo stesso, una pausa di relax e riflessione dopo il terremoto degli ultimi mesi, al lavoro con il director e il teatro, per evitare la sorte di Berenger, finito nell’occhio del ciclone emotivo provocato da Daisy.
Eh già, perché di questo si è trattato. Una tempesta di emozioni che come sempre ti lascia soddisfatto, insoddisfatto, esaltato, scontento, ecc.., comunque spossato, in un miscuglio tale, che… “si dubita anche di se stessi”.
E come una corsa in moto sul filo dei duecento, come una gara in go-cart, lo smash che ti dà la vittoria in una partita a tennis e la discesa con gli sci con la vista appannata dal freddo e dai sobbalzi, e il fuoco nelle gambe al limite della sofferenza, così la sera della rappresentazione.
Scariche di adrenalina che fanno scorrere brividi lungo la schiena, già dal mattino, l’amaro nella bocca, segnale inconfondibile della paura, eppure certezza che comunque andranno le cose, cercherò di dare il massimo… ma questa volta qualcosa di diverso.
Non più solo, ma singolo tra gli altri, e non per nascondere o ripartire la responsabilità.
Un gruppo intorno che trasmette e riceve, gioisce e si rammarica, soffre e si esalta…ed è lì con te.
E non esaltazioni emotive provocate da un fenomeno fisico esterno –velocità, gara sportiva – ma emozioni sentite perché essenza del personaggio da interpretare. Sensazioni forti perchè popolate di fantasmi, cara Maria Pina, a ciascuno i propri.
E come per gli specchi che riflettono ciò che vogliamo vedere, così i fantasmi possono essere sconfitti solo se accettiamo di poterli vedere e toccare, per poi trattarli come meritano.
Non più fantasmi allora, ma reali difficoltà, o più semplicemente immaginarie difficoltà, proiezioni della mente, paure indotte e spettri del passato.
Ho letto gli scritti di tutti, e da ciascuno traspare l’essenza dello scrittore, la ricerca del proprio equilibrio, colpito dal sisma dell’esperimento teatrale ultimo.
Al lavoro quindi, fantasmi e attori, personaggi e interpreti, a mettere in scena la vita, con gioia e convinzione, barcollando e appoggiandosi, soffrendo senza arrendersi.

Gianni

Anonimo ha detto...

Una voce dal coro

Rosanna ha scritto con entusiasmo sul pubblico per la serata dello spettacolo. Essendo parte del pubblico voglio parlare di quello che ho vissuto io questa serata. Certo ci saranno quante storie quanto pubblico.
Perché eravamo li’? A che serve il pubblico? Sono una musicista, e conosco come il pubblico sa tirare fuori il meglio della tua performance. Cioé la trasmissione della storia, dei sentimenti (anche piú di uno al stesso tempo), i colori che ho trovato nella musica. Puó essere che qualcuno legge diversamente: ma ecco: questo é la mia, forse ti fa piacere. La presenza del pubblico la fa importante e piu reale, nella realtá: piu forte che quando sono da sola. E come osare di dare voce a me stessa.
Ma trasmettere questa veritá riesce solo quando suono per me stessa e me stessa sola: conscia della presenza ma senza pensieri per il pubblico. Solo cosí la mia storia musicale non si colora dall’ aspettativa del pubblico. Solo cosí puó nascere il meraviglioso rapporto magico con un pubblico che i piú grandi artisti possono creare. Travolgendo il pubblico, coinvolgendolo, facendolo complice del percorso. Questo é il dilemma. Trasmettere agli altri facendolo unicamente per te stesso. Non é diversamente per la musica o per il teatro, o il teatro drammaterapico (che parola...), o la vita. Il pubblico é come l ‘amplificatore. (Forse devo anche fare il pubblico a me stessa...).
Allora che cos’é successo, sopratutto al momento del ‘crollo’? Non conosco a tutti livelli le storie raccontate in quella serata. E nemmeno mi sono sentita partecipe. Cercavo, volevo: per volontá verso gli attori, verso il gruppo che ho cominciato a conoscere attraverso il blog. Ma non c ‘era. Certo ho visto e sentito l’imbarazzo al silenzio e l’intervento del Director, allegerendo la situazione. Un imbarazzo verso il pubblico, molto conscio della loro presenza. Ma non ho condiviso. Anzi: mi sono sentito esclusa. Imbarazzata nella situazione come pubblico: non fare parte dello spettacolo, del gruppo, dell’ ovvia complicitá tra di loro, di non avere il mio proprio ruolo come pubblico – pronto per essere portato via nella replica. Lo stesso sentimento ho provato al ballo. Non faccio parte, perché sto qui? O semplicemente passa qui il mio rinosceronte, il mio fantasma di voler essere riconosciuta? E forte questo....
Ma quando Daisy, sulle ali del Director, recitava il suo amaro ricordo, mi sono legata a la loro coda.
Comunque scrivendo questa lettera mi accorgo la trasmissione é ancora in onda, non e finita. Dunque grazie a tutti voi.
Sandrina

DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

COMUNICATI STAMPA